Attualita'

L’Aquila, alloggio post sisma a una famiglia iraniana

L'AQUILA - Biondi consegna le chiavi di un alloggio realizzato nel post sisma a una famiglia iraniana fuggita dal regime.

L’AQUILA – Biondi consegna le chiavi di un alloggio realizzato nel post sisma a una famiglia iraniana fuggita dal regime.

Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ha consegnato oggi le chiavi di un alloggio realizzato nel post sisma ad una famiglia di Teheran fuggita dal regime iraniano e giunta all’Aquila grazie al protocollo di protezione internazionale. “Siamo orgogliosi di accogliere i coniugi iraniani – ha dichiarato il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi – in fuga dal loro Paese e ci auguriamo di dare presto il benvenuto anche ai due figli piccoli della coppia lasciati in Iran sotto la custodia di un parente per motivi di sicurezza. Una ospitalità che va ben oltre l’abitazione messa a disposizione dall’amministrazione comunale nei confronti di due giovani impossibilitati a far ritorno in Patria. L’Aquila è una città ben lieta di restituire la generosità ricevuta dalla comunità mondiale dopo il sisma aprendo le sue porte all’accoglienza internazionale. Grazie ai programmi di protezione – attualmente – la città ospita circa 23 persone di nazionalità afgana, oltre ad altre 70 di origine ucraina che usufruiscono di ogni forma di assistenza grazie all’umanità di tante professionalità che collaborano con le istituzioni”.

Intanto a Rocca Calascio è stato esposto uno striscione di solidarietà con le proteste in Iran, il popolo curdo e le donne afgane ha fatto la sua comparsa a Rocca Calascio, rivolto verso il Gran Sasso. “Il nostro desiderio – spiegano gli organizzatori – è che, come nel passato quando questi luoghi comunicavano tra loro con raggi di luce, questo messaggio possa rimbalzare da una rocca all’altra delle nostre montagne”.

Donna, vita, libertà

Donna, vita, libertà è il grido dei manifestanti che, dal 16 settembre, giorno in cui morì Masha Amini,  scendono in piazza in tutto il mondo a sostegno della popolazione Iraniana.  In sette mesi, in migliaia hanno manifestato – e continuano a farlo – contro il regime oppressivo e misogino attuale e per chiedere libertà e democrazia.
Scendere in piazza in Iran significa sapere di uscire di casa e poter andare incontro a torture, arresti: alla morte, come successo per 750 manifestanti in questi sette mesi (dati diffusi dalle associazioni, ma che probabilmente sono al ribasso). Nei giorni scorsi, ha parlato ai microfoni di Eleonora Falci Shahed Sholeh, attivista Iraniana. “Non ci siamo mai fermati a piangere”.

famiglia iraniana l'aquila post sisma
leggi anche
bartali, neri, iran: sport combattente e partigiano
#nonsolocalcio
25 aprile, da Bartali alla nazionale di calcio iraniana: lo sport che resiste e dà voce a chi non ce l’ha
rocca calascio donne iraniane
Attualita'
Rocca Calascio, uno striscione di solidarietà alle donne di Iran e Afghanistan
shahed sholeh iran
Liberta'
Iran, la voce della rivoluzione nelle parole di Shahed Sholeh: non ci siamo mai fermati a piangere
violenza contro le donne afghane e iraniane
Attualita'
Cosa succede in Iran: incontro con Shahed Sholeh per parlare di diritti negati e della battaglia delle donne
Proteste iran
8 marzo
Iran, quarant’anni di lotta: “Se si liberano le donne, si libera tutto il Paese”
gagliano aterno striscione donne iran
Attualita'
Gagliano Aterno rilancia il grido di libertà delle donne da Iran, Afghanistan e Kurdistan