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Suicidio assistito, appello dell’associazione “Luca Coscioni”: “Il PD si impegni in raccolta firme”

Suicidio assistito, l'associazione "Luca Coscioni" lancia l'appello al segretario del PD abruzzese, il senatore Michele Fina: "Il PD si impegni nella raccolta firme per la legge regionale per il rispetto dei diritti costituzionali dei più deboli". Servono 5 mila firme entro fine maggio, al momento ne sono state raccolte meno di 3mila.

Suicidio assistito, l’associazione “Luca Coscioni” lancia l’appello al segretario del PD abruzzese, il senatore Michele Fina: “Il PD si impegni nella raccolta firme per la legge regionale per il rispetto dei diritti costituzionali dei più deboli”. Servono 5 mila firme entro fine maggio, al momento ne sono state raccolte meno di 3mila.

Ad un mese dal termine ultimo per la raccolta di 5mila firme di cittadini abruzzesi sulla sulla proposta di legge regionale di iniziativa popolare “Liberi subito”, in tema di aiuto medico alla morte volontaria (il cosiddetto suicidio assistito) – una proposta che è aperta all’adesione di tutti i partiti, associazioni e sindacati – Marco Cappato, Filomena Gallo e Riccardo Varveri, rispettivamente Tesoriere, Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni e Coordinatore della raccolta firme Abruzzo, hanno scritto una lettera aperta al senatore Michele Fina, tesoriere nazionale del Pd e segretario del Pd Abruzzo. “Dopo due mesi di mobilitazione – ostacolata non solo dal maltempo, ma soprattutto da una miriade di intralci  burocratici in molti comuni, a partire dalle abusive richieste di pagamento dell’occupazione di suolo pubblico – e a un mese dal termine della scadenza della campagna di raccolta firme, abbiamo da poco superato la metà delle sottoscrizioni  necessarie. Ci rivolgiamo a Lei oggi perché siamo convinti che, se il Partito democratico in Abruzzo scegliesse di proporre ai propri iscritti e militanti di impegnarsi nella raccolta firme, l’obiettivo di depositare il testo attraverso questo strumento di partecipazione civica regionale sarebbe agevolmente raggiunto e superato di slancio. Attendiamo dunque con fiducia un suo riscontro per potere unire le nostre forze per l’effettivo rispetto di un diritto costituzionale a vantaggio dei più deboli e fragili, la cui volontà è troppo spesso calpestata trasformando la sofferenza in vera e propria tortura”, scrivono nella lettera.

“La proposta di legge – scrive l’associazione – non va a toccare (né potrebbe farlo, viste le competenze regionali) le condizioni previste della Corte costituzionale in occasione della “Sentenza Cappato” N. 242/2019 per poter ottenere aiuto nel fine vita con verifica delle da parte del Sistema sanitario in luogo di Sistema Sanitario Regionale: volontà lucida e consapevole di interrompere la propria vita, patologia irreversibile che provochi sofferenze fisiche e/o psichiche che per la persona sono ritenute insopportabili, essere tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitali. Ciò che la proposta di legge invece prevede sono tempi e procedure certe, per impedire che la persona in quelle condizioni debba aspettare mesi – o addirittura due anni, come nel caso di Federico Carboni nelle Marche – prima di ottenere una risposta da parte del Sistema Sanitario regionale con il parere del comitato etico. Nel resto d’Italia, il Veneto è stata la prima regione italiana ad aver raggiunto la soglia delle firme necessaria (7000) per poter portare la proposta di legge regionale sul “suicidio assitito” in Consiglio regionale. Ancora in corso la raccolta in Piemonte, Emilia-Romagna e Friuli Venezia-Giulia”.

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