Nuovo decreto e previsioni

Via il Reddito di cittadinanza con il Decreto Lavoro: “in Abruzzo 16mila persone in difficoltà”

Taglio del cuneo fiscale, incentivi per assunzioni, addio al reddito di cittadinanza: arriva l'assegno di inclusione. Il Decreto lavoro fa discutere. L'allarme: "Per l'Abruzzo vertenza di povertà"

Addio al reddito di cittadinanza, arrivano oltre 5 miliardi per l’Assegno di inclusione.
Il Decreto Lavoro arrivato il 1 maggio non convince tutti. Tra le misure previste: taglio del cuneo fiscale, incentivi per le assunzioni. L’allarme della CGIL: “Senza RDC in difficoltà 16mila abruzzesi”.

Decreto Lavoro, sono diversi i punti del provvedimento discusso il primo maggio in Consiglio dei Ministri. Dal cuneo fiscale, con il taglio di altri quattro punti da luglio a novembre 2023, ai bonus aziendali non tassati. Soprattutto, in questi giorni al centro delle discussioni c’è lo stop al reddito di cittadinanza: misura che sarà sostituita, a partire dal 2024, dal nuovo Assegno di inclusione. Quali saranno, tuttavia, le conseguenze di questo provvedimento governativo?
Secondo l’analisi e i dati forniti da Carmine Ranieri e Mirco D’Ignazio, rispettivamente Segretario Generale e Coordinatore regionale CGIL Abruzzo Molise, il Decreto Lavoro – anche chiamato Decreto primo maggio – in Abruzzo segnerà un’autentica Vertenza povertà e precarietà”.
Questa la preoccupazione espressa dalla sigla sindacale: Il decreto che il Governo Meloni ha approvato il primo maggio, di cui non si conosce ancora il testo, rischia di avere anche in Abruzzo un effetto devastante dal punto di vista economico e sociale. Oltre ad aumentare la precarietà di un mercato del lavoro regionale che, di certo, non brillava per stabilità dei rapporti di lavoro, le novità introdotte in materia di Reddito di Cittadinanza, infatti, se non affrontate immediatamente anche dalle Istituzioni Locali, a partire dalla Regione, genereranno enormi difficoltà per quasi 16.000 abruzzesi. Dei 32.837 beneficiari di Reddito di Cittadinanza in regione (dato di marzo 2023) che hanno percepito un importo medio di 563€, 15.400 sono quelli che – considerati ‘occupabili’ solo perché di età inferiore a 60 anni – da agosto smetteranno di percepire l’attuale sussidio”.

Queste persone, “da quanto trapelato – continua la nota firmata dalla CGIL Abruzzo Molise – potranno continuare ad avere un sostegno, peraltro molto ridotto, 350 € al mese in caso di famiglia con un unico componente, solo nei mesi in cui seguiranno corsi di formazione o saranno impiegati in attività socialmente utili. Corsi di formazione e progetti che attualmente sono fermi al palo, se non in rari casi. È quindi necessario l’appello – che da subito Regione, Comuni ed Enti locali attivino dei percorsi che evitino di far cadere nell’assoluta indigenza migliaia di famiglie. Misure peraltro sicuramente insufficienti – considerati gli importi a disposizione – e che dovrebbero quindi aprire una riflessione tra gli amministratori locali, affinché i propri rappresentati cambino la misura in Parlamento rispondendo a quelle che sono le reali esigenze sociali dei territori.
Da tempo denunciamo che a non aver funzionato del reddito di cittadinanza sia stata l’effettiva possibilità per i percettori di trovare un’occupazione, ma il forte taglio deciso dal Governo va nella direzione opposta: non è certo riducendo il sostegno ai più poveri che si generano posti di lavoro. Resta, tra l’altro, l’incognita di cosa accadrà a chi attualmente percepisce il reddito di cittadinanza ad integrazione di un reddito da lavoro povero (8.600 a marzo in Abruzzo) il cui stipendio non è sufficiente per vivere e che, da agosto, potrebbero essere condannati alla povertà, pur lavorando”, conclude la nota.

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Queste le misure previste dal Decreto Lavoro approvato dal Governo.

“Nel giorno della festa del lavoro, il governo sceglie di lavorare e dare risposte a coloro che legittimamente aspirano a cambiare la loro posizione e lo facciamo con una serie di provvedimenti articolati, il più importante tra tutti è il taglio delle tasse sul lavoro. Abbiamo liberato un tesoretto da 4 miliardi grazie al coraggio di alcuni provvedimenti che avevamo portato avanti e, oggi, lo destiniamo al più importante taglio delle tasse degli ultimi decenni”, ha commentato la premier Giorgia Meloni.

CUNEO FISCALE – Il taglio del cuneo fiscale e contributivo fino alla fine dell’anno aumenta di altri quattro punti: per i periodi di paga dall’1 luglio 2023, la misura dell’esonero sale dagli attuali due punti a sei punti per i redditi fino a 35mila euro e dagli attuali tre a sette punti per i redditi fino a 25mila euro.
Il Ministero dell’Economia ha fatto sapere che lo sgravio contributivo viene elevato dal 3% al 7% per i redditi fino a 25 mila euro, mentre viene innalzato dal 2% al 6% per i redditi fino a 35 mila. L’aumento in busta paga viene stimato, tra luglio e dicembre, fino a 100 euro mensili medi. 

FRINGE BENEFIT – Il tetto dei fringe benefit detassati per i lavoratori dipendenti con figli a carico sale a 3mila euro. Solo per il 2023, la bozza indica che “non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze” di acqua, luce e gas, fino a 3mila euro. Nel dettaglio il decreto prevede 142 milioni nel 2023 per innalzare fino a 3 mila euro la soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit aziendali per tutti i lavoratori dipendenti con figli minori. Lo fa sapere il Ministero dell’Economia, sottolineando che “si tratta di una misura che punta a sostenere le famiglie, limitando l’impatto dell’inflazione sui redditi”.

ASSEGNO DI INCLUSIONE – La misura che sostituirà il Reddito di cittadinanza arriverà dal primo gennaio 2024. Sarà rivolta alle famiglie in cui sono presenti disabili, minori o over-60 e potrà arrivare a 500 euro al mese (630 euro se composta da over 67 o con disabili gravi), cui aggiungere 280 euro mensili se vivono in affitto. L’Assegno di inclusione verrà erogato per diciotto mesi e potrà essere rinnovato, dopo lo stop di un mese, per periodi ulteriori di dodici mesi. Necessario essere residenti in Italia da almeno cinque anni e avere un Isee non superiore a 9.360 euro. Per ottenere il beneficio ci si dovrà iscrivere al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa.

INCENTIVI PER LE ASSUNZIONI – Ai datori di lavoro privati che assumono i beneficiari dell’Assegno di inclusione con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, sarà riconosciuto, per dodici mesi, l’esonero del 100% dei contributi previdenziali, nel limite di 8mila euro annui (al 50% se a tempo determinato o stagionale). Fra le ipotesi che riguardano sempre i datori di lavoro privati, c’è la seguente: se essi assumeranno dal 1 giugno al 31 dicembre 2023 under 30 Neetgiovani che non studiano e non lavorano – e che siano registrati al Programma Operativo Nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani” potranno presentare domanda per ottenere “un incentivo per un periodo di 12 mesi, nella misura del 60 per cento della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali”.

VOUCHER – Si alza la soglia delle cosiddette prestazioni di lavoro occasionale da 10mila a 15mila euro per chi opera nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e nei parchi di divertimento.

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