Necrologio

Addio Clara Ciuca, i funerali a San Pio X

A San Pio X l'ultimo saluto a Clara Ciuca, storica sindacalista aquilana. "Con lei se ne va un pezzo di questa città".

Si terranno domani, venerdì 5 maggio, i funerali di Clara Ciuca, storica sindacalista aquilana, scomparsa improvvisamente all’età di 71 anni.

Le esequie di Clara Ciuca verranno celebrate nella chiesa di San Pio X al Torrione. Lascia i figli e il marito Pierluigi Caputi, storico dirigente della Regione Abruzzo. Combattiva, energica, solare, Clara Ciuca ha speso una vita per il sindacato e per i lavoratori. Fatale, un malore improvviso, in casa, che non le ha lasciato scampo.

Il cordoglio delle istituzioni aquilane, della Uil cittadina.

Scomparsa Clara Ciuca, il cordoglio delle istituzioni

“E’ stata un’icona del mondo sindacale e della Uil, un riferimento e una guida per tutti i colleghi e per i lavoratori”. Il  cordoglio del segretario provinciale della Uil Fpl Antonio Ginnetti, unitamente ai componenti della segreteria provinciale e del consiglio territoriale dell’Aquila.  “Era per noi una guida sicura, sempre disponibile, aperta al confronto e al dialogo. Da sempre punto di riferimento per tutti i lavoratori del settore metalmeccanico, si è spesa per una vita intera per i diritti dei lavoratori, con determinazione e costanza, sposando anche tante battaglie difficili soprattutto nel post sisma. Al marito Pierluigi Caputi e a tutta la famiglia esprimiamo le nostre condoglianze e profonda vicinanza”. 

clara ciuca

Tra i tanti messaggi di cordoglio che si stanno susseguendo in queste ore sui social, profondo e toccante è stato quello dell’amico di tante battaglie, Luigi Fiammata.
“Abbiamo militato, e diretto, nel Sindacato, su sponde diverse, in un tempo in cui l’appartenenza e la strada che si decideva di percorrere, segnavano l’identità e l’agire personale. Clara aveva scelto, con generosità grande io credo, di occuparsi in prima persona del Sindacato metalmeccanico, in un tempo, questo ultimo, davvero difficile; che non era di conquiste, ma di spesso vani tentativi di difesa della dignità e delle condizioni materiali delle persone, mentre l’economia andava in una direzione totalmente opposta, a quella della produzione e della ricerca. Andava nella direzione di una economia malata di rendita e di speculazione: di facili e ciniche scelte solo finanziarie. Ci incontravamo, ogni tanto, in un parcheggio, o magari per strada, e lei rideva sempre, con la sua voce leggermente roca. Mi raccontava il disincanto di una persona che, nonostante la prosaicità delle circostanze, decideva di restare legata alle sue passioni, di donna e politiche. Non la conoscevo abbastanza per poter raccontare qui la sua storia, o le sue esperienze. Personalmente, mi ha sempre colpito la sua capacità di ascoltare, e di capire cosa scegliere, anche quando, magari, gli “ordini di scuderia” potevano essere altri.
Penso che abbia vissuto una stagione forse irripetibile, per questa città. La stagione di un protagonismo soggettivo delle operaie e degli operai; delle donne sopratutto, che, dai margini della storia e della società, provavano a cambiare il proprio destino, riuscendoci, per una stagione breve, ma importante. Immagino la sua difficoltà, che pure mi raccontava, nel vivere la distanza tra quella esperienza e la sua capacità di mettere in relazione tra loro mondi diversi, e la presente stagione di chiusure, di egoismi e di indifferenza prevalenti. Non ha mai rinunciato a far sentire la propria voce, a costo di apparire fuori tempo o anacronistica, mentre invece richiamava, soprattutto la politica, ad una grande esigenza dimenticata: quella di portare l’esperienza concreta del lavoro materiale delle persone, al centro delle scelte di un territorio troppo proteso ormai ad una idea di consumo senza futuro, per capirne invece la modernità. Con Clara Ciuca, se ne va un pezzo della memoria di questa città. Una memoria, ed una storia che Aquila si nasconde e non indaga. Forse per non scoprire le responsabilità delle proprie occasioni perdute e la colpa, ancor più grande, d’aver voluto rimuovere, ad ogni livello, le esperienze che nascevano ed erano cresciute in una fabbrica che ormai non esiste più, ma che era, prima di tutto, una grande scuola di saperi, di confronto, e di democrazia.
Al marito Pierluigi, alla sua famiglia, alla UIL, il mio personale, e rispettoso abbraccio”. 

CLARA CIUCA

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