Cronaca

Attacco hacker Asl 1, anti virus cambiato un anno fa

Due inchieste per l'attacco hacker al sistema informatico della Asl 1. In campo l'Agenzia per la Cybersicurezza nazionale e l'ufficio centrale della Polpost.

Esperti ancora al lavoro per riportare alla normalità il sistema informatico della Asl 1, paralizzato dopo l’attacco hacker di 4 giorni fa. L’anti virus del sistema era stato cambiato un anno fa. Intanto, la gang “Ramsomware Monti” avrebbe già chiesto un riscatto per liberare l’archivio digitale e il sistema informatico.

Sotto minaccia anche le migliaia di dipendenti, oltre ai pazienti con condizioni mediche più delicate. Con il sistema informatico bloccato, si è tornati al cartaceo e all’utilizzo dei fax, fattore che ha mandato nel caos interi settori della Asl, a partire dal sistema per la prenotazione di visite ed esami. A combattere gli hacker in prima linea c’è una task force di esperti: oltre ai tecnici dell’azienda sanitaria e a quelli di supporto della Regione, ci sono anche e soprattutto gli agenti della polizia postale.

In particolare del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic) di Roma e del Centro operativo sicurezza cibernetica (Cosc) di Pescara. È stata aperta anche una inchiesta e gli esperti stanno tentando di sbloccare i sistemi informatici della Asl e di bonificare i file criptati. Si tratta, stando alle prime informazioni di Operazioni che potrebbero richiedere settimane, se non addirittura mesi prima di un ritorno alla normalità. Gli esperti non escludono un possibile intervento anche dello stesso Garante per la Privacy per valutare quali sistemi di protezione dati sono in possesso alla Asl e quale è stata la risposta della stessa per evitare il furto di 500 gigabyte, tra referti, analisi, cartelle cliniche, esami ma anche richieste di vaccinazioni.

attacco hacker

I cybercriminali- come riporta Il Centro –  hanno già diffuso il referto medico di un’ecografia, con tanto di nome della paziente. La richiesta di riscatto è arrivata, ma non sarebbe stata ancora “aperta” e letta: il timore è che appena verrà cliccato il link inviato dal gruppo di hacker Monti, si avvierà un conto alla rovescia che dovrebbe essere di pochi giorni. In riferimento al riscatto, i pirati informatici non avrebbero al momento quantificato la loro richiesta in maniera esplicita anche se, in casi analoghi avvenuti in altri Paesi, le richieste sarebbero passate da poche centinaia di migliaia fino a 10 milioni di euro.

La minaccia dei cybercriminali è la seguente: “Adesso siamo pronti a pubblicare i seguenti dati nel nostro blog: dati personali dei dipendenti dell’organizzazione, compreso residenza, telefono, e-mail e codice fiscale; informazioni amministrative della sezione “Controllo di gestione”; dati legali, inclusi pronunciamenti giudiziari, protocolli, ecc.; 15 documenti casuali dal server dell’organizzazione; 15 documenti casuali successivi al 2022 dal sistema di archivio. Oltre a ciò, perché non abbiate dubbi che siamo in possesso i dati medici dei vostri pazienti, pubblicheremo parte dei documenti del monitoraggio della loro pressione sanguigna. Se le nostre richieste non saranno accolte, allora saremo costretti a pubblicare il resto dei dati medici sul monitoraggio della pressione dei pazienti, oltre ad altri dati medici come diagnosi e trattamenti prescritti nelle aree della Fisiopatologia e dell’Ostetricia, con altri 50 documenti casuali. Se nemmeno dopo arriveremo a un accordo, pubblicheremo i seguenti dati: dati medici di pazienti affetti da Hiv, oncologici e dei neonati, oltre alle informazioni sulla mortalità dei bimbi nelle vostre strutture; il resto dei documenti dal server e dall’archivio; i dati conservati nel backup del sistema Dedalus Dnlab. Ricordate che possediamo più di 500 Gigabyte di dati della vostra organizzazione”.

Attacco hacker server Asl 1: Dati al sicuro, al lavoro per ripristino sistema

 

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