San Pacomio abate per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 9 maggio.
Il 9 maggio si celebra la memoria liturgica di San Pacomio abate. San Pacomio nacque nell’Alto Egitto, intorno al 287, da genitori pagani. Arruolato a forza nell’esercito imperiale all’età di vent’anni, finì in prigione a Tebe con tutte le reclute. La notte, complice l’oscurità, i detenuti furono visitati da alcuni cristiani che recarono loro un po’ di cibo. Questo gesto di carità colpì a tal punto Pacomio che la stessa notte pregò Dio di liberarlo dalle catene, promettendogli in cambio di dedicare la propria vita al suo servizio. Tornato in libertà, adempì al voto aggregandosi a una comunità di fedeli, dove ricevette l’istruzione necessaria per ricevere il battesimo. Per qualche tempo condusse vita da asceta, dedicandosi al servizio della gente del luogo, poi si mise per sette anni sotto la guida di un vecchio monaco, Palamone. Preferendo però una vita non solo eremitica – finalizzata alla preghiera e a combattere le tentazioni con le astinenze, i digiuni e le penitenze corporali – San Pacomio decise di imitare Gesù nella comunione con i suoi discepoli. Così dà vita a una inedita esperienza di monachesimo: il cenobitismo o vita comune, basata sulla comunione nella preghiera, nel lavoro e nel servizio reciproco. Il testo su cui il Santo vuole regolare la vita della comunità è la Sacra Scrittura, imparata a memoria dai monaci e recitata mentre svolgono il loro lavoro. San Pacomio muore il 14 maggio 346, lasciando in eredità una decina di monasteri, di cui un paio anche femminili. Il luogo della sua sepoltura è sempre stato sconosciuto: si narra che in punto di morte avesse raccomandato al discepolo più fedele di seppellirlo in un posto segreto, per evitare la venerazione dei suoi seguaci.
Nell’iconografia tradizionale, di origine bizantina, San Pacomio è raffigurato nell’aspetto di vegliardo, calvo, con la barba divisa in cinque ciocche. Altre immagini lo ritraggono come un monaco, con la veste nera e il capo coperto dal cappuccio.