Chi è Alessandro Palmerini, vincitore del David di Donatello.

Una carriera luminosa, fatta di tanto lavoro e successi: chi è Alessandro Palmerini, tecnico del suono aquilano, vincitore del David di Donatello.
Dall’Accademia dell’Immagine dell’Aquila ai vertici della tv e del grande cinema, in Italia e all’estero. Il tecnico del suono Alessandro Palmerini, orgoglio aquilano, ha vinto il David di Donatello con il film “Le Otto montagne”. Una carriera luminosa, un cammino ricco di giusti apprezzamenti dopo anni di lavoro, svolto con grande passione e professionalità.
Per Alessandro Palmerini, orgoglio di una città che adesso risplende anche per la cultura cinematogtafica, si tratta dell’ennesimo riconoscimento ad un talento e ad una carriera che punta sempre più in alto: ha già vinto anche un Nastro d’argento al migliore sonoro in presa diretta e due Ciak d’oro per il migliore sonoro in presa diretta. Quest’anno “Le Otto Montagne”, produzione internazionale tratta dal romanzo Premio Strega di Paolo Cognetti, ha fatto da asso pigliatutto: 14 nomination, 4 riconoscimenti (per film, fotografia, sceneggiatura e suono).

Figlio del giornalista e scrittore aquilano Goffredo, la sua carriera affonda le radici a L’Aquila, dove si è formato presso l’Accademia dell’Immagine dell’Aquila dove ha concluso nel 2002 il ciclo quinquennale di studi con il massimo dei voti e lode, discutendo una tesi sul Suono nel cinema. Docente presso la stessa Accademia, successivamente ha lasciato l’insegnamento e si avvicina all’industria cinematografica, con il suo primo lavoro nel 2006, “L’eredità di Caino”, regia di Luca Acito e Sebastiano Montresor, poi c’è stata “La stella che non c’è”, regia di Gianni Amelio (2006), “L’aria salata”, regia di Alessandro Angelini (2006), “La ragazza del lago”, regia di Andrea Molaioli (2007), “La passione”, regia di Carlo Mazzacurati (2010), “Un giorno speciale”, regia di Francesca Comencini (2012), “Diaz – Don’t Clean Up This Blood”, regia di Daniele Vicari (2012), “Io e te”, regia di Bernardo Bertolucci (2012), “L’ultima ruota del carro”, regia di Giovanni Veronesi (2013), “Sole cuore amore”, regia di Daniele Vicari (2016), “Capri-Revolution”, regia di Mario Martone (2018), “Vivere”, regia di Francesca Archibugi (2019)