Violenza sessuale all’Adunata Alpini, processo da rifare: la sentenza della Cassazione

15 maggio 2023 | 16:07
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Violenza sessuale all’Adunata Alpini, processo da rifare: la sentenza della Cassazione

L’AQUILA – La Corte di Cassazione ha stabilito che il processo per la presunta violenza sessuale durante l’adunata Alpini si dovrà rifare. Atti alla Corte d’Appello di Perugia.

L’AQUILA – La Corte di Cassazione ha stabilito che il processo per la presunta violenza sessuale durante l’adunata Alpini si dovrà rifare. Atti alla Corte d’Appello di Perugia.

Dopo la condanna in primo grado e l’assoluzione in Appello, nuovo processo per i due imputati di violenza sessuale a danno di una minore durante l’adunata degli Alpini del 2015. Lo ha deciso la Corte di Cassazione, con la sentenza di recente pubblicazione, a seguito del ricorso presentato dal Procuratore generale Carlo Paolella contro le assoluzioni dei due imputati, Danilo Ceci, residente in provincia di Reggio Emilia e assistito dall’avvocato Marilena Facente, e Semir Belhaj, palermitano, assistito dagli avvocati Luca Tirabassi e Daniele D’Amico. La vittima, allora 15enne, è invece assistita dall’avvocato Simona Giannangeli.

“La sentenza d’Appello – aveva scritto il Pg nel ricorso, – dedica pochissimo spazio all’esito delle analisi scientifiche sul maglione della minore: tre tracce alle quali hanno contribuito i due imputati (e la ragazza stessa). Nel caso in esame è stato particolarmente grave ed evidente il tipo di travisamento della prova, perché l’errore sulla prova scientifica ha poi gravemente inficiato il ragionamento probatorio che risulta disancorato dalla realtà processuale”. Per lo stesso procuratore, inoltre, “la ragazza presenta gravi ed indiscutibili segni rivelatori di abuso sessuale“.
Il ricorso conteneva anche riferimenti al fatto che la Corte non avrebbe tenuto conto della testimonianza della mamma della giovane. “La Corte – si legge nel ricorso – ha eliminato dalla piattaforma probatoria, in un processo per stupro di gruppo, la drammatica storia clinica della stessa che prima dei fatti era un’adolescente studiosa e solare, sia pure con qualche disagio e insicurezza e dopo la violenza sessuale subita si è ‘spenta’ dovendo convivere con le immagini del crimine subito, tanto che solo dopo un anno di indicibili sofferenze psichiche la ragazza inizierà a svelare lo sconvolgimento della propria vita”.

La Corte di Cassazione ha quindi riaperto il processo, rimettendo gli atti alla Corte d’Appello di Perugia. I due imputati era stati condannati a 4 anni di reclusione in primo grado e successivamente assolti “perché il fatto non sussiste” dalla Corte d’Appello. Ora il processo si dovrà rifare.