Attacco hacker Asl1, il PD chiede risposte "Conseguenze durature per l'utenza, gestione fallimentare"

Attacco hacker Asl1, il PD L’Aquila chiede risposte, soluzioni e assunzioni di responsabilità: “Emergenza causata da cattiva organizzazione e gestita malissimo. Conseguenze a lungo termine per l’utenza. Quali soluzioni?”.

Attacco hacker Asl1, il PD L’Aquila torna a chiedere le dimissioni dei vertici dell’Azienda sanitaria, dell’assessore regionale Nicoletta Verì e del presidente Marsilio. “Siamo tornati a discutere dell’emergenza in casa Asl, poiché dopo la prima conferenza – tenutasi la scorsa settimana – non si sono avute risposte: né indirizzate al Partito democratico, né soprattutto ai cittadini della provincia. Quello che si sta vivendo è un dramma, le cui conseguenze saranno a lungo termine. Porteremo dietro gli strascichi di quanto sta accadendo per anni”.
Il Capoluogo ha ascoltato Eva Fascetti, portavoce provinciale delle donne Dem, in seguito alla conferenza stampa indetta dal Partito democratico aquilano questa mattina a Villa Gioia. “Il fatto che vengano hackerati e poi pubblicati sul dark web dati sensibili dell’utenza non è soltanto una criticità relativa alla privacy personale – già di per sé grave – ma comporta conseguenze ben più gravi. Questi dati, infatti, possono essere acquisiti da qualunque società o azienda di lavoro, che viene a conoscenza – in questo modo – di qualsiasi patologia affrontata o superata da una persona: di conseguenza, tali aziende potranno usare questi dati per i loro specifici interessi, proprio in danno dell’utenza”. Presenti all’incontro con la stampa il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, Stefano Albano, capogruppo del PD in Consiglio comunale, i consiglieri Stefano Palumbo e Stefania Pezzopane, il segretario provinciale PD Francesco Piacente, la segretaria del PD Avezzano Anna Paolini, il consigliere provinciale Antonella Lagatta e Marielisa Serone, rappresentante della Direzione nazionale del Partito democratico.

L’Azienda Sanitaria aquilana ha più volte diffidato chiunque dal diffondere materiale acquisito dal dark web. “Chiunque acquisisce dati dal dark web e li diffonde online o sui social network si rende autore di reato per acquisizione fraudolenta e diffusione illecita di dati personali, penalmente perseguibile”. Intanto continua il lavoro della task force che sta cercando di ripristinare il sistema della Asl1 Avezzano-Sulmona- L’Aquila, ma anche le altre Aziende sanitarie abruzzesi sono al lavoro per potenziare i livelli di sicurezza dei rispettivi sistemi informatici, con inevitabili disagi all’utenza. “Mentre in altri Paesi europei – come ad esempio la Spagna – viene varata la legge dell’oblio oncologico, noi assistiamo a un’emergenza in piena regola per l’incuria e la mancata creazione di un percorso virtuoso di sicurezza da parte dell’Azienda Sanitaria. Tutto ciò ci ha fatto ritrovare in una situazione da terzo mondo. Ricordiamo che il Laboratorio Analisi e l’Anatomia patologica, infatti, viaggiano ancora con il cartaceo, tra foglietti che vanno e vengono. Ciò porta a due problemi: si torna alla gestione dell’ospedale di 30 anni fa con conseguenti rischi per la sicurezza, inoltre – e questo è il secondo problema – tutta questa mole di dati un giorno dovrà essere trasferita sul nuovo sistema informatico. Chi si dedicherà a questa procedura straordinaria? Del resto, si pensa solo a tagliare i costi già per l’ordinario…
Siamo alla paralisi dell’attuale gestione sanitaria, con previsioni allarmanti per il futuro”.

“La realtà è che non è stato fatto alcun tipo di programmazione su un eventuale cyberattacco. Basti pensare che il CED dell’Aquila ha due impiegati, contro i 28 della Asl di Teramo per lo stesso ruolo, a fronte di un numero di utenti pressoché uguale. Inoltre – mancanza, questa, gravissima – non è stata fatta l’informativa ai pazienti i cui dati sono stati hackerati entro le 72 ore, come previsto da legge europea. Quindi, siamo di fronte ad una gestione assolutamente fallimentare: sia sul fronte della preparazione all’eventuale emergenza sia su quello della gestione dell’emergenza stessa. L’assessore regionale alla Sanità non si è premurato neanche di dare una mano, tramite le altre Asl abruzzesi, per la gestione di determinati servizi. L’utenza non ha altra scelta che ricorrere al privato, ma chi non se lo può permettere? Siamo alla follia”, conclude Eva Fascetti.