Alessandro Palmerini: il mio secondo David di Donatello è tutto per L’Aquila

19 maggio 2023 | 06:01
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Alessandro Palmerini: il mio secondo David di Donatello è tutto per L’Aquila

Una carriera luminosa, con L’Aquila sempre nel cuore: intervista ad Alessandro Palmerini, al suo secondo David di Donatello

Ai premi Alessandro Palmerini, orgoglio tutto aquilano, ci è abituato, ma è sempre come se fosse la prima volta: a 46 anni ha conquistato il suo secondo David di Donatello, nelle vesti di tecnico del suono nel film “Le 8 montagne”.

“Questo David di Donatello l’ho dedicato alla mia famiglia, ai miei affetti, a mia moglie Margherita, ai nostri 3 figli, a L’Aquila, alle nostre montagne. È il frutto di tanto lavoro e sacrifici, ripagati da una grandissima emozione”.

“Le Otto Montagne”, con Alessandro Borghi e Luca Marinelli, per la regia di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, è una produzione internazionale tratta dal romanzo Premio Strega di Paolo Cognetti. Quest’anno, al David di Donatello, ha fatto da asso pigliatutto: 14 nomination e 4 riconoscimenti, per film, fotografia, sceneggiatura non originale e suono.

Qual è stato il lavoro di Alessandro Palmerini sul set? Perchè sono fondamentali le figure del microfonista e del tecnico del suono di presa diretta?

“Insieme ai due microfonisti abbiamo registrato il suono del film’, ‘cogliendo’ tutte le sfumature dell’interpretazione dei personaggi, raccogliendo gli ambienti e gli effetti che caratterizzavano le scene, tornando sui luoghi dove avevamo girato, durante il fine settimana, per ‘catturare’  le emozioni di quei posti, l’aria, il rumore del vento, del fiume, per offrire del materiale emotivo ‘vero’. È stato un lavoro complesso e organico, in un contesto particolare, in mezzo alla natura, tra terreni sconnessi e i cambiamenti dati dal tempo perchè, soprattutto in montagna, gli stessi luoghi in cui giri a luglio, a dicembre hanno un suono diverso“, spiega, intervistato dal Capoluogo.

alessandro palmerini

La carriera di Alessandro Palmerini è un cammino luminoso, ricco di giusti apprezzamenti dopo anni di lavoro, una lunga gavetta, portata avanti con tanta passione e professionalità. ‘Cuore e pancia’ fin dall’inizio, quando ha mosso i primi passi proprio a L’Aquila, cullando un sogno, divenuto poi realtà. Il primo David di Donatello risale al 2013, con “Diaz” di Daniele Vicari; un film emotivo, impegnato e importante che, l’anno prima, aveva conquistato anche il Ciak d’oro e il Nastro d’Argento.“Su quel set ho avuto l’onore di lavorare con uno dei più grandi maestri del suono in presa diretta, Remo Ugolinelli che avevo conosciuto a L’Aquila nel 2004 durante le riprese del film “L’orizzonte degli eventi”, sempre di Vicari. Remo è un vero professionista, ed è stato per me una figura paterna, un punto riferimento”.In Diaz tra l’altro, il suono aveva una rilevanza particolare, dovendo tradurre le emozioni di quei giorni, il dramma delle persone che si trovavano nella scuola di Genova, durante il G8 del 2001.

alessandro palmerini

Come mai Palmerini ha scelto proprio questa strada?
Come in tante belle storie, è successo tutto per caso, in un momento in cui la vita lo ha messo davanti alla possibilità di scegliere
. “Fresco di diploma mi mantenevo facendo l’animatore durante la stagione estiva. Avevo frequentato l’Itis, indirizzo Telecomunicazioni, l’idea che stavo coltivando era di iscrivermi a Ingegneria: almeno questo sembrava lo sbocco naturale. Ma era un periodo difficile, erano gli anni dei primi licenziamenti all’ex Polo elettronico, ero molto indeciso. Poi, nacque in città la nostra Accademia dell’Immagine, feci un colloquio per caso con Gabriele Lucci e da lì è iniziato tutto”. Nel 2002, dopo la conclusione del ciclo quinquennale di studi con una tesi sul Suono nel cinema, ha svolto, nella stessa Accademia, un incarico di docenza per circa 3 anni. Nel 2008 ha vinto il suo primo Ciak d’oro, insieme ad Alessandro Zanon, per il Miglior suono in presa diretta del film “La ragazza del lago” di Andrea Molaioli. Ho sempre pensato che la vita e il successo siano anche il frutto delle occasioni che vanno colte e percorse, nel mio caso fondamentale è stato l’incontro con persone come Remo“. Lavorare con lui e con Alessandro Zanon è stato davvero formativo per me, una palestra di vita fondamentale per imparare tutti i segreti del nostro mestiere”.

alessandro palmerini

“Le 8 montagne” è stato un lavoro molto impegnativo, un percorso quasi ‘iniziatico’ che lo ha riportato anche solo simbolicamente tra le sue montagne visto che le riprese si sono svolte tutte in alta quota: in Val D’Aosta, in Piemonte, in Nepal. “Ho dedicato questa ‘vittoria’ alla mia famiglia perchè è anche merito loro. Quando mi è stato proposto di partecipare alle riprese, sapevo che sarei stato fuori diverso tempo, mia moglie Margherita, come sempre, mi ha preso per mano rassicurandomi e sono partito. Sul set ho coltivato le mie due più grandi passioni, il mio lavoro e la montagna, dopotutto sono sempre aquilano! La produzione aveva deciso di scegliere dei collaboratori e delle persone che in qualche maniera avessero piacere di frequentare quei luoghi, anche perchè non è stato sempre facile, come quando abbiamo dovuto ‘catturare’ il dialogo notturno tra i nostri due attori protagonisti, a 2400 m di quota, di notte…”

ALESSANDRO PALMERINI

E poi le scene in Nepal, dove Alessandro Palmerini era stato già 19 anni prima delle riprese del film con una spedizione aquilana.“Ho rivisto quei percorsi che fanno parte del mio vissuto ed è stato come riavvolgere il nastro. Sono stato bene, siamo stati bene, nonostante la fatica”.  Qual’è stato quindi il primo pensiero quando ha sentito il suo nome tra i premiati? “La grande soddisfazione – e non è scontato – è stata entrare in cinquina: il lavoro era stato riconosciuto! Ho vissuto quei momenti con molta serenità, con allegria”.  Dopo “Le 8 montagne” quale sarà il prossimo impegno?“Qualcosa è ancora in definizione, a breve dovrei partire per Torino per girare la seconda stagione di una serie Netflix”. 

alessandro palmerini

In questa scelta di vita quanto ha influito la famiglia e quanto è stato importante il supporto degli affetti?“Chi mi sta vicino sa quanti sacrifici siano stati fatti e quanti ancora ne dovrò fare. Avere il sostegno costante di chi ci vuole bene è fondamentale, saperli sempre con me, anche quando non ci sono, mi aiuta nei momenti difficili: parlo della mia famiglia di origine, di quella che ho scelto di formare insieme a mia moglie Margherita, dei nostri bambini”.  E com’è per i bambini il lavoro del papà?“Sono curiosi ed eccitati come tutti i loro coetanei, non saprei dire adesso percorreranno i miei stessi passi…Nostra figlia ad esempio ha scoperto una grande passione per la musica e frequenta una scuola, ma è troppo presto per fare delle previsioni. Spero che abbia il tempo e il modo per fare qualcosa che ama!“.

Chi è Alessandro Palmerini, vincitore del David di Donatello.

Per concludere, cosa si sente di dire ai giovani che approcciano al mondo della produzione cinematografica?“Le strade possono essere molteplici, c’è bisogno di gavetta, di formazione, di anni di studio e pratica. Il nostro è un mondo vasto, variegato e ogni figura ha la sua importanza. È come un immenso puzzle e c’è bisogno di ogni singolo pezzetto. Fate quello che vi piace  e fatelo con passione, sempre, perchè se quella strada non è la tua, anche con tanto impegno non ci sarà mai soddisfazione piena!”. 

Per chi ancora non lo avesse visto, “Le 8 montagne” è disponibile su Apple TV e Prime Video: il trailer ufficiale