Alluvione Emilia Romagna, il racconto dei volontari Pivec L’Aquila: Tanto dolore ma la popolazione resiste

“L’Emilia Romagna è ferita, ma va avanti: tutti stanno dando il loro contributo”. Il racconto dei volontari della Pivec L’Aquila.
“Tutti stanno dando il massimo: volontari, soccorritori, gli stessi cittadini che stanno dimostrando una forza e una resilienza ammirevoli…Nonostante i danni siano enormi e ancora incalcolabili, non si abbattono e resistono”. Stanno lavorando giorno e notte, senza sosta, per rimuovere acqua, detriti e fango da strade, argini, cantine, case. Sono gli uomini del distaccamento aquilano della Pivec, 11 volontari partiti per portare aiuto e conforto alla popolazione dell’Emilia Romagna stremata dalla tremenda alluvione che, in poche ore, ha generato morte e distruzione.
In pochi giorni, in Emilia Romagna, è caduta la quantità di pioggia che ci si aspetterebbe in 3 mesi, mettendo in ginocchio un territorio molto vasto. Le vittime a oggi sono 14, 36mila gli evacuati, 23 i fiumi esondati, 250 le frane, intere città e piccoli centri rimasti senza corrente né viveri e scuole ancora chiuse in diverse zone. Dopo tanta distruzione, è fortissima la voglia di andare avanti e ripartire, due concetti che gli abruzzesi, gli aquilani soprattutto, conoscono bene. “Colpisce moltissimo la forza della popolazione, l’Emilia Romagna è ferita, ma va avanti, c’è tanta voglia di fare e tutti stanno dando una mano. I rinforzi sono arrivati e stanno arrivando ancora da tutta Italia e nessuno resta a guardare. Abbiamo visto con i nostri occhi intere famiglie con bambini e ragazzini al seguito che, ‘armati’ di quello che hanno, aiutano nelle operazioni di sgombero e pulizia”, spiega, commosso, sentito dal Capoluogo, Thomas Malatesta, presidente del distaccamento aquilano della Pivec, partito per l’Emilia su richiesta dell’agenzia regionale di Protezione Civile. Il distaccamento attualmente si trova nel Cesenate; con loro, sempre dall’Abruzzo, ci sono tanti altri volontari di associazioni convenzionate con la regione.


“Noi aquilani conosciamo bene l’importanza di due mani in più in questi momenti e ognuno sta facendo il possibile per non lasciare nulla al caso. Quello che è successo in queste zone è stato un disastro impattante. Per fortuna ha smesso di piovere, non fa più freddo e riusciamo a lavorare meglio. La situazione è stazionaria, ma c’è tanto da fare. Le operazioni di queste ore riguardano il prosciugamento dei vari scantinati e sotterranei delle abitazioni ancora invasi dall’acqua, il lavaggio delle strade e dei marciapiedi. Lavoriamo con le pompe idrovore e con i bobcat per portare via detriti e fango. Qui c’è chi ha perso tutto: riferimenti, oggetti personali, anni di lavoro e sacrifici”, spiega ancora il presidente. “Rimarremo qui almeno fino alla fine della prossima settimana, ma siamo pronti a fare anche di più. L’urgenza primaria ora è spostare il fango perchè, una volta asciutto, sarà difficile rimuoverlo”.


Intanto, da tutta Italia e dall’Abruzzo sono diverse le raccolte fondi ufficiali nate per dare anche un piccolo aiuto alla popolazione. Per quanto riguarda la conta dei danni le stime sono ancora provvisorie, ma allarmanti: miliardi di euro in fumo, con perdite incalcolabili soprattutto per il settore bestiame e agricolo in generale. Oltre 100 milioni di euro, è l’entità del decreto che il governo si prepara a varare per l’emergenza causata dall’alluvione. Un pacchetto – ancora in definizione – a partire dalle coperture: come ha rivelato il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo, il governo sta pensando a lotterie aggiuntive e al ricavato di auto sequestrate alla criminalità organizzata. Queste risorse serviranno per garantire i soccorsi immediati, come anticipato dal premier Giorgia Meloni durante il sopralluogo in alcuni centri colpiti. E saranno accompagnate da una serie di misure per affrontare la fase 1, fra cui non c’è la nomina di un commissario, assicurano dal governo.
