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Maltempo sulla costa, contro l’erosione servono barriere e scogliere: la spiaggia rischia di scomparire

Costa adriatica sempre più stretta: a Martinsicuro e Alba Adriatica è ancora rischio erosione nonostante la spiaggia di alimentazione. Quali soluzioni? L'intervista a Giovannelli, presidente di Federalberghi Abruzzo.

L’estate è alle porte e, tempo permettendo, nel giro di pochi giorni dovrebbe partire la stagione per gli albergatori della costa abruzzese che, soprattutto sul versante teramano, sono alle prese con l’antico problema dell’erosione delle spiagge. Di tentativi ne sono stati fatti tanti: scogliere aderenti e sommerse, pannelli, frangiflutti, che hanno consentito di contenere il problema senza tuttavia risolverlo.

Ne parliamo con Giammarco Giovannelli, presidente di Federalberghi Abruzzo e titolare della storica attività di famiglia, giunta alla terza generazione, l’hotel Venere ad Alba Adriatica. “Dal 1970 a oggi i chilometri di costa in erosione sono triplicati in Italia e l’Abruzzo è tra le regioni più colpite, detenendo quindi un triste primato. La ragione principale dell’erosione è la conseguenza dell’antropizzazione della fascia costiera prossimale al mare che porta alla scomparsa delle dune. Il problema ci riguarda da vicino dal momento che le aree più rischio sono quelle che vanno da Alba Adriatica a Martinsicuro, quelle di Montesilvano, di Casalbordino e Fossacesia, spiega sentito dal Capoluogo.

L’Abruzzo ha uno sviluppo costiero complessivo pari a 125 Km e il fenomeno dell’erosione continua a destare preoccupazioni, non solo per la tenuta economica delle attività del comparto turistico, anche in termini di tutela ambientale. Nonostante gli ultimi massicci interventi di ingegneria marittima, per un costo di circa 2 milioni di euro, gli effetti sperati non ci sono stati e la linea di costa – soprattutto nella zona di Martinsicuro –  è tornata alla scorsa primavera, prima del maxi-ripascimento. La situazione migliore ad Alba Adriatica, come attestato anche dal Comitato anti erosione, nato qualche anno fa. “Noi del Comitato Anti Erosione – si legge si una nota del Comitato – in collaborazione con l’Associazione Balneatori OBA, ci teniamo a sottolineare che, durante tutto questo tempo, non siamo rimasti silenti (come qualche amministratore si è permesso di dire) ma abbiamo lavorato a stretto contatto con le Istituzioni Regionali per arrivare a questo risultato – a differenza di qualcun altro! Dopo anni di buio, finalmente Alba Adriatica rivede la luce!”. 

erosione costa Martinsicuro

L’erosione della costa è un argomento antico e, almeno in Abruzzo, sono circa 20 anni che si cercano soluzioni. “Negli ultimi 10 anni sono stati spesi milioni di euro, già nel 2003 – ricorda Giovannelli – quando ero presidente di Albatour, facemmo una prima relazione geologica che evidenziò la necessità di un intervento rigido su Martinsicuro che avrebbe evitato l’effetto domino su Alba Adriatica. Abbiamo cercato di certificare a tutte le amministrazioni comunali e regionali le nostre preoccupazioni, cercando anche di trovare soluzioni condivise, ma, ad oggi, abbiamo riscontato poca sensibilità”.

Cosa è stato fatto per cercare di risolvere il problema? “Ci sono stati solamente interventi di ripascimento – ritenute le uniche soluzioni possibili – ai quali si sono contrapposti alcuni interventi rigidi che tutti i tecnici ci hanno certificato come dannosi per i comuni limitrofi (come Alba Adriatica) che sottovalutavano l’effetto ‘domino’ del danno. Poi è arrivata la spiaggia di alimentazione che, con tanto impegno economico da parte della Regione e dei tecnici, sperava di poter dare una soluzione alternativa. Purtroppo non è stato così, questo ci fa capire che bisogna percorrere delle strade certe tecnicamente certificabili, ma soprattutto in breve tempo”. 

La spiaggia di alimentazione – che tradotto in termini meno tecnici, è una sorta di maxi-ripascimento protetto – trae ispirazione dall’intervento sperimentale eseguito nel 2011 lungo le coste dell’Olanda meridionale che aveva previsto la realizzazione, mediante il versamento di sabbia marina, di una penisola con una superficie pari a circa 1,2 km, lasciando al moto ondoso il compito di distribuire la sabbia lungo la costa. Ad Alba Adriatica è stato fatto un intervento di spiaggia di alimentazione su una fascia di circa 700 metri; oltre al versamento di sabbia, nel progetto era prevista anche la realizzazione di due opere rigide di contenimento con lo scopo di incrementare la durata dell’intervento. Secondo i tecnici questo tipo di intervento ha una durata di circa 5 anni.

“L’unica soluzione – spiega ancora Giovannelli – è l’installazione di barriere e scogliere, altrimenti il rischio concreto è che le nostre spiagge andranno a scomparire, creando un danno economico incalcolabile a tutto il settore alberghiero. La nostra zona vive di turismo estivo e abbiamo bisogno del nostro lavoro soprattutto dopo le chiusure e le limitazioni conseguenti all’emergenza sanitaria”.

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