Morì durante un’escursione, 4 condanne: assolta la guida turistica

4 condanne per la morte dell’escursionista alle gole di Fara San Martino colpita da un masso. Assolta la guida turistica.
4 condanne e un’assoluzione: questo il responso del processo di primo grado celebrato presso il Tribunale di Chieti per la morte di Sandra Zanchini, 59enne di Ravenna morta durante un’escursione lungo il sentiero per le gole di Fara San Martino.
La donna venne colpita in testa da un sasso, un frammento di roccia, che si era staccato da un parete. I fatti risalgono a giugno 2019, i soccorsi furono tempestivi, venne traportate subito all’ospedale di Pescara con l’elisoccorso, dove morì il 2 luglio. Sandra Zanchini era arrivata in Abruzzo con altri escursionisti per visitare le gole, ma il gruppo aveva deciso di tornare indietro per via del maltempo.
Venne aperta un’inchiesta che portò al rinvio a giudizio di 5 persone con l’accusa di omicidio colposo. Sono stati condannati a 1 anno e 4 mesi, l’ex sindaco di Fara San Martino, Carlo De Vitis, l’allora responsabile dell’ufficio tecnico del Comune, Enrico Del Pizzo – difesi dall’avvocato Marco Femminella, Claudio D’Emilio, ex legale rappresentante dell’ente Parco nazionale della Majella – difeso dall’avvocato Ettore Paolo Di Zio -, Luciano Di Martino, direttore facente funzione all’epoca dell’Ente parco – assistito dagli avvocati Giulio Cerceo e Vincenzo Di Girolamo. Assolto perchè il fatto non sussiste reato, Simone Barletta, accompagnatore della vittima, difeso dall’avvocato aquilano Gianluca Museo.
Secondo l’accusa “vi fu omissione nell’adozione di opportune cautele”. In particolare, “all’ingresso e lungo il tragitto del sentiero di pertinenza del Comune e cogestito con l’ente parco non sarebbero stati posti cartelli indicatori del pericolo di caduta massi e delle precauzioni da adottare. Tutto ciò, nonostante il fatto che l’area e le stesse pareti sovrastanti il sentiero fossero state interessate anche in tempi recenti da smottamenti ed eventi gravitativi”.
I quattro hanno avuto la sospensione della pena e la non menzione, subordinata al pagamento del risarcimento che sarà stabilito in separata sede. La difesa dei quattro imputati ha annunciato ricorso in appello non appena saranno rese note le motivazioni della sentenza.