Emilia Romagna, dopo l’alluvione rischio malattie a causa dell’acqua stagnante

Emilia Romagna: dopo l’alluvione, oggi il vero rischio sono le infezioni che potrebbero essere davvero gravi.
“Attenzione a epatite A, salmonella, colibatteri ma anche ameba e leptospire”: l’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna rischia di portare anche un allarme sanitario legato alla condizioni precarie d’igiene per l’acqua stagnante contaminata da reflui provenienti da sistemi fognari o da sostanze chimiche e da rifiuti agricoli o industriali con possibili impatti sulla salute.
Mentre si cerca di prosciugare le località ancora allagate, è allarme per il rischio sanitario dovuto alle acque stagnanti. Lo segnala l’Ausl Romagna sul proprio sito rilanciando le raccomandazioni per evitare che durante le operazioni sgombero e di pulizia “non ci si esponga a rischio” e si non compiano “azioni o manovre che possono compromettere la tua sicurezza o quella di altri volontari”. Alcuni volontari che si trovano in Emilia Romagna per prestare soccorso e cittadini intervistati mercoledì scorso da un giornalista del programma “Chi l’ha visto”hanno lanciato l’allarme, segnalando come nell’acqua, stagnante da giorni, siano presenti anche carcasse di animali, residui di gasolio e benzina. Non solo, nelle case dove è mancata l’elettricità per giorni c’è il problema degli alimenti andati a male. Alcuni hanno segnalato anche di aver riscontrato rossori sul corpo e un bruciore in bocca, dopo aver fatto la doccia.

Gli esperti, in ogni caso, raccomandano di non non maneggiare il fango con le mani nude, ma usare i guanti. Non bisogna andare a piedi scoperti o in ciabatte, ma indossare gli stivali. Non va bevuta l’acqua dei pozzi. Quando tutto sarà asciugato, è necessario analizzare l’acqua del pozzo prima di berla. Le mani vanno sempre lavate. Secondo l’Ausl Romagna i potenziali pericoli sono: il tetano; le infezioni gastrointestinali, perchè quando l’alluvione impatta sul sistema fognario e sui reflui, c’è un maggiore rischio di contrarre infezioni a carico del sistema gastrointestinale che si manifestano con vomito o diarrea. Sempre la Ausl ricorda di non toccare occhi, naso e bocca con le mani sporche di fango e ogni volta che è possibile lavati con acqua e sapone; l’utilizzo di acqua corrente, nelle zone alluvionate si raccomanda di seguire le indicazioni del tuo comune di residenza per essere aggiornato sulla potabilità delle acque erogate; muffe e spore, con il passare dei giorni, l’acqua e l’umidità possono dare origine a muffe e spore pericolose per la salute, quindi gli esperti raccomandano di arieggiare il più possibile le zone della casa colpite dall’alluvione, per favorire l’asciugatura di pareti e pavimenti; la produzione di monossido di carbonio o altre sostanze pericolose ed inodori se si utilizzano generatori a combustione, pertanto utilizzali in sicurezza ed preferibilmente in aree esterne e ventilate.
Per quanto riguarda le norme di comportamento, gli esperti dell’Ausl ricordano che occorre “evitare il contatto con le acque alluvionali per non contaminarsi con acqua o suolo inquinati. Quando questo è inevitabile, meglio seguire alcuni i consigli: indossare sempre stivali o calzatura robusta per proteggervi. Evitare ciabatte e infradito; indossare i guanti quando si prevede il contatto e aver cura di lavare bene le mani con sapone e acqua corrente, al termine. Evitare di toccare viso, bocca e occhi con le mani non pulite; i bambini non devono giocare con i fango e acqua”.

“Oggi il vero rischio per gli abitanti delle zone alluvionate in Romagna sono le infezioni che potrebbero essere davvero gravi. Convivere e avere continuo contatto con le acque fognarie e con le acque che sono state a contatto con le carcasse degli animali pone la popolazione più fragile -bambini e anziani – a rischio di gastroenteriti, dermatiti e congiuntiviti. Attenzione all’epatite A, alla salmonella, ai colibatteri, ma anche ad ameba e leptospire. Bisogna usare guanti e stivali evitando di camminare nell’acqua a piedi nudi. Il rischio di epidemie è possibile e deve essere evitato con ogni mezzo”, scrive su Twitter Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova.