Salute

Osteoporosi, un percorso che inizia da giovani

L’osteoporosi è una di quelle patologie che tutti pensano di conoscere: ma spesso si può essere vittime di false credenze anche molto radicate.

L’osteoporosi è una di quelle patologie che tutti pensano di conoscere: ma spesso si può essere vittime di false credenze anche molto radicate.

Il tessuto osseo è l’impalcatura che ci sorregge e viene rinnovato nel corso della vita grazie ad un meccanismo di demolizione e ricostruzione a carico di due tipi di cellule, gli osteoclasti e gli osteoblasti. Gli osteoclasti hanno il compito di disgregare la matrice ossea, mentre gli osteoblasti di formarla. È idea comune che l’osteoporosi sia una patologia legata all’età che avanza ed in particolare all’arrivo della menopausa nella donna. In realtà l’invecchiamento fisiologico dell’osso inizia già intorno ai 20-25 anni!
Un altro mito è quello che vede il Calcio, o meglio la sua carenza, come causa dell’osteoporosi. In realtà con una dieta equilibrata non si va incontro a carenza di calcio, piuttosto possono insorgere problematiche che ne impediscono o ne riducono l’assorbimento come patologie intestinali, carenza di vitamina D o altri minerali.

Scopriamo cosa c’è alla base dell’osteoporosi…

L’osteoporosi è figlia di un’infiammazione sistemica e dell’acidificazione dei tessuti provocata da cattiva alimentazione, stress, alcool, terapie farmacologiche e sì anche da un eccesso di attività fisica non adatta alla propria condizione.

osteoporosi

Rispondiamo ora ai dubbi dei nostri lettori:

1) È vero che i protettori gastrici ed i farmaci antinfiammatori provocano osteoporosi?

Alcuni farmaci utilizzati come protettori gastrici interferiscono con l’assorbimento di calcio e magnesio, predisponendo all’osteoporosi mentre tra gli effetti collaterali dell’utilizzo prolungato dei FANS (antinfiammatori) c’è proprio una distruzione dell’osso ed una difficoltà nella riparazione delle cartilagini in quanto interferiscono con la formazione di componenti essenziali delle cartilagini stesse.

2) Come influisce l’alimentazione?

L’alimentazione con consumo prevalente di proteine di cattiva qualità, come quelle provenienti da animali allevati in modo intensivo, risulta essere più acida di una a base soprattutto di vegetali. Quando i sistemi tampone dell’organismo non riescono ad eliminare in modo efficiente per via renale l’eccesso di idrogenioni, questo cercherà di depositare temporaneamente gli acidi in eccesso nella matrice extracellulare per poterli eliminare in seguito durante le ore notturne. Quando questo processo di pulizia non avviene, si avrà un accumulo che predispone il corpo ad uno stato di infiammazione. L’ultima risorsa dell’organismo sarà quella di tamponare questi eccessi con la liberazione dal tessuto osseo di bicarbonato e fosfato di calcio, impoverendo così l’osso stesso.

3) Quali sono gli alimenti da evitare e quali quelli da preferire?

Alcuni cibi sono noti per avere un effetto acidificante: alcolici, zuccheri, cereali raffinati, latticini (sì anche i latticini), glutine e caffeina in eccesso. Preferiamo piuttosto carne, pesce, uova di qualità uniti ad una buona quota di frutta e verdura cruda. Non dimentichiamo che l’acqua è un’ottima fonte di calcio, così come gli spinaci, i cavoli, la cicoria e la frutta secca. Anche il pesce può aiutare a raggiungere la quota giornaliera di calcio.

4) I latticini sono davvero indispensabili per contrastare l’osteoporosi?

Gli studi più recenti indicano che il consumo di latticini non riduce il rischio di fratture ed è responsabile anche del fenomeno del mimetismo molecolare. Le caseine del latte presentano mimetismo molecolare con il glutine ed interferiscono con l’equilibrio ormonale tra androgeni ed estrogeni che è fondamentale per la buona salute delle ossa.

5) I bifosfonati possono aiutare?

Tra i farmaci più prescritti in caso di osteoporosi, troviamo i bifosfonati. Questa categoria di farmaci rende l’osso più duro, ma meno elastico. Essi distruggono gli osteoclasti che sono indispensabili per la costruzione di nuovo tessuto osseo. Quindi l’utilizzo di questi medicinali rende l’osso più grande, ma anche più fragile. È competenza medica stabilire il rischio/beneficio derivante dall’utilizzo di questa terapia considerando anche i vari effetti collaterali.

6) Quali integratori possono aiutare?
Gli integratori vanno sempre assunti sotto il controllo del medico o del nutrizionista che saprà indicare sia la tipologia che la dose adatta alla propria situazione. La letteratura scientifica ha dimostrato che esistono varie strategie per poter sostenere la salute del nostro scheletro. Integrazioni specifiche di vitamina D, vitamina K2, magnesio, silicio, vitamina C, vitamina B 12 così anche come l’utilizzo di funghi medicinali e numerosi preparati fitoterapici possono aiutare ad affrontare l’inevitabile invecchiamento dello scheletro.

La Dott.ssa Simona Di Pirro, Biologa Nutrizionista, è ospite de “Il Capoluogo” con una sua rubrica quindicinale. Potete suggerire temi o fare delle domande scrivendo alla redazione del Capoluogo. La dottoressa Di Pirro è laureata presso l’Università degli Studi dell’Aquila in Biologia della Salute e Nutrizione con lode, ha frequentato la scuola di alta formazione in Micoterapia (utilizzo dei funghi medicinali) presso l’Università di Padova e la scuola di alta formazione in Microbiota umano in collaborazione con l’Università di Pavia. È inoltre consulente per l’igiene degli alimenti e gestione del sistema HACCP.
La dottoressa propone ai suoi pazienti un approccio nutrizionale basato sulla medicina funzionale presso i suoi studi dell’Aquila e di Avezzano.
Questi invece i suoi riferimenti social:
-pagina facebook: Dott.ssa Simona Di Pirro Biologa Nutrizionista
-instagram: simonadipirronutrizionista

Simona Di Pirro
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