LaMore, dall’Italia all’Ucraina in bici per la pace: “Offro la mia fragilità”

LaMore, Laura Morelli in viaggio per la pace dall’Italia all’Ucraina: “Come Forrest Gump, offro la mia fragilità”. Il progetto in collaborazione con l’associazione ucraina dell’Aquila “24 febbraio”.
LaMore, Laura Morelli in viaggio per la pace dall’Italia all’Ucraina: “Come Forrest Gump, offro la mia fragilità”. Il progetto in collaborazione con l’associazione ucraina dell’Aquila “24 febbraio”.
Si chiama Laura Morelli, ha 62 anni ed è docente di Progettazione artefatti cognitivi e strumenti per la prototipazione per il Master in psicologia cognitiva, ergonomia dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Sui social, però, è LaMore, appassionata di ciclismo che ha deciso di “offrire la mia fragilità” per la pace in Ucraina nei 2mila e 100 chilometri che separano Milano da Leopoli, dove arriverà oggi pomeriggio sotto la “scorta” di un’associazione di ciclisti professionisti ucraini che l’aspetta al confine. Un’impresa in solitaria, ma allo stesso in compagnia dei tanti che l’hanno supportata e soprattutto della gente che l’ha accolta: “Come le donne e i bambini ucraini che si sono dovuti affidare all’accoglienza degli altri Paesi, – racconta a IlCapoluogo.it – io ho offerto la mia fragilità in un viaggio che si sarebbe potuto fermare il giorno dopo la partenza, se non avessi trovato persone pronte ad accogliermi, a sostenermi, a offrirmi da bere o un pasto caldo. La catena della mia bici è fatta di tutte queste persone”. Un’impresa – che diventerà un film per una produzione di Alberto Valtellina – che porta anche la firma dell’associazione ucraina dell’Aquila “24 febbraio”: “Si sono occupati di prendere i contatti istituzionali, programmando l’incontro con il sindaco di Leopoli, Andriy Sadovyi, hanno fatto da tramite con le associazioni ucraine, trovando anche quella di ciclisti professionisti che mi accoglieranno alla frontiera, e tanto altro. Una collaborazione vitale per il progetto”.

Un progetto che è iniziato con ovvie difficoltà organizzative: “Sono partita da sola, cominciando dalla mia rete di amici, ma in un primo momento è stato difficile. Ho provato a fare un piccolo test, arrivando in bici in Danimarca e lì c’è stata la svolta. Mi sono ritrovata in un campeggio gestito da un tedesco durante una cena di saluto a cui partecipava anche una coppia ucraina, insieme a una donna russa. Si sono subito mostrati entusiasti del progetto che ho raccontato loro, anche se naturalmente la donna russa non ha potuto partecipare per evidenti motivi di sicurezza. Da lì però la mia rete si è ampliata e così sono potuta partire”.
Dal 7 maggio quindi LaMore è in viaggio, destinazione Leopoli, dopo aver attraversato il nord Italia, l’Austria, la Repubblica Ceca e la Polonia. Come? “Sola con la mia fragilità, senza soldi, il minimo indispensabile per il cambio e tanti piccoli gesti di pace che mi hanno accompagnato lungo tutto il percorso, dialogando, incontrando gente da cui ho trovato accoglienza e sostegno”. Alle sue spalle, intanto, la “rete” si era ampliata, dall’ADS Team Polizia Milano, che le ha fornito un’assicurazione, all’aquilana “24 febbraio”. E poi Active Leonessa Brescia, A tempo di sport, Book Pride 2023, Bradipodiario, Di+ onlus, LibriSottoCasa, Scheila Jane Skea, NOSU, Yoga della risata e oltre, Associazione italiana Yoga della risata, Morena Tartagni, Carmelo Di Bartolo, Franco Tonioli, SC Pedale veneziano 1913, Kristall Radio, KASK, vendoaffittopermuto, Barbara Vidor, Giunise. E poi Centro di volontari e protezione di Lviv,-Atleti del dipartimento di ciclismo dell’istituzione municipale “Scuola di sport per bambini e giovani intitolata a Heorhiy Prokopenko”. Una rete ambia che si è attivata a supporto: “Non ho chiesto soldi, ognuno ha contribuito col proprio piccolo gesto di pace, da chi si è occupato dalle traduzioni e della grafica, a chi, come i ciclisti professionisti ucraini, mi accompagnerà dal confine a Leopoli”.
Oggi, quindi, il grande giorno dell’arrivo, come sempre in diretta social (lamore_ukr su Instagram e lamore ukr su Facebook), affinché questi piccoli gesti di pace diventino “contagiosi”. Partita con poche cose, l’indispensabile per un cambio, LaMore tornerà a casa con un bagaglio immenso: “Ogni giorno dai canali social cerco di ringraziare più gente possibile, ma non riesco a farlo con tutti. C’è chi mi ha supportato, chi mi ha accolto, chi mi ha offerto un bicchiere d’acqua o un pasto caldo. Ho voluto incontrare e conoscere tanta gente. Sarebbe bastato non trovare accoglienza e il mio viaggio sarebbe potuto finire in qualunque momento”. Invece la professoressa con la passione della bici oggi completa il suo percorso a Leopoli. E se LaMore può arrivare in Ucraina, allora può farlo anche la pace.