Attacco hacker alla Asl, si apre la fase due: “Un grande risultato grazie a uno straordinario lavoro di squadra”

Non solo i massimi esperti di sicurezza informatica contro l’attacco hacker russo contro la Asl. Il dottor Riccardo Urbani: “Una risposta collettiva straordinaria, orgoglioso del risultato ottenuto”.
Non solo i massimi esperti di sicurezza informatica per far fronte all’attacco hacker russo contro la Asl Avezzano Sulmona L’Aquila. L’intervista al dottor Riccardo Urbani che guida la task force: “Una risposta collettiva straordinaria, orgoglioso del risultato ottenuto”.
Con il 70% dei dati sul cloud del Polo strategico nazionale e il restante 30% ripristinato sui computer, ma comunque “in viaggio” verso l’infrastruttura nazionale, si è ufficialmente aperta la “fase due”, seguita all’attacco hacker del gruppo “Monti” che ha paralizzato la struttura informatica della Asl Avezzano Sulmona L’Aquila. IlCapoluogo.it ne ha parlato nell’intervista al dottor Riccardo Urbani, che sta guidando la task force che ha fatto fronte alla prima emergenza, aprendo di fatto la fase successiva appena avviata.
“Ho ricevuto l’incarico dal presidente della Regione, Marco Marsilio, – ha spiegato il dottor Urbani al Capoluogo.it – subito dopo l’attacco hacker e già dal 4 maggio abbiamo cominciato a lavorare. Appena giunti all’ospedale San Salvatore ci siamo subito resi conto della gravità della situazione e ho pensato che qui bisognava portare i migliori, quindi ho composto la task force in modo rapido, chiamando i massimi esperti del mondo della cybersecurity, da Nicola Mugnato, cofondatore di Gyala e per molti anni a capo della sicurezza informatica di Finmeccanica a Marco Marra, altra professionalità importante del settore. Un grazie particolare anche al personale interno della Regione che ha lavorato con noi. Abbiamo agito come una grande squadra, uniti e compatti per raggiungere l’obiettivo finale, che era quello della ripartenza il prima possibile e anche un innalzamento dei muri di sicurezza”.
Nelle parole del dottor Urbani anche l’importanza di aver operato nella massima riservatezza: “C’è stato un momento in cui abbiamo registrato anche una sorta di attacco mediatico sulla dirigenza Asl e sul presidente Marsilio, ma abbiamo chiesto noi di mantenere il massimo riserbo per non compromettere le attività di intelligence che stavamo portando avanti, in accordo con la polizia postale e la cybersecurity nazionale. Quindi sotto questo aspetto siamo stati piuttosto categorici. Non è stato facile per loro mantenere questo impegno in quel contesto, ma ha pagato. Siamo riusciti a ripartire in 25 giorni, quando le prime stime davano due o tre mesi per la riattivazione del sistema informatico”.
“Spesso – ha aggiunto il dottor Urbani – si dice che da un male può nascere anche qualcosa di positivo. In questo caso la buona notizia è che la Asl 1 è la prima struttura di azienda sanitaria entrata nel Polo strategico nazionale. Data la compromissione di tutti i server che sono stati cifrati e non si potevano nemmeno toccare, in quanto oggetto di indagine, la scelta più logica è stata quella di muoversi verso il polo strategico, anticipando la legge che impone lo stesso passaggio a tutte le strutture entro il 2026. Adesso quindi L’Aquila si trova con un sistema informativo all’avanguardia, con servizi di sicurezza ancora più forti rispetto a prima”.
L’intervista integrale
