Danni da Movida, il Comune risarcirà i residenti: la sentenza della Cassazione

5 giugno 2023 | 12:05
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Danni da Movida, il Comune risarcirà i residenti: la sentenza della Cassazione

Residenti denunciano il Comune per i danni da movida: schiamazzi e vita insostenibile. La Cassazione dà loro ragione.

Movida selvaggia, i residenti possono chiedere e ottenere il risarcimento danni alle amministrazioni comunali. Il caso a Brescia: una coppia ottiene il risarcimento dal Comune”. La sentenza della Cassazione.

I fatti risalgono al 2012, quando una coppia residente in pieno centro, a Brescia, fa causa al Comune chiedendo risarcimento danni da movida. Via Fratelli Bandiera, infatti, la via in cui risiedono i denuncianti, è il cuore della movida della città e la coppia lamenta danni da “immissione da rumore”. A chiedere il risarcimento – fatto che non passò inosservato – Gianfranco Paroli, fratello maggiore dell’allora sindaco Adriano Paroli, oggi senatore di Forza Italia. La causa fu vinta in primo grado, poi l’originaria sentenza fu ribaltata in appello. Ora, però, il pronunciamento della Cassazione riapre tutto. Come riporta Repubblica, i residenti dei quartieri della movida possono fare richiesta di risarcimento danni alle amministrazioni comunali che “non garantiscano il rispetto delle norme di quiete pubblica e di conseguenza non tutelino la salute dei cittadini”.“La tutela del privato che lamenti una lesione del diritto alla salute (costituzionalmente garantito) è incomprimibile nel suo nucleo essenziale sulla base dell’articolo 32 della Costituzione, ma anche del diritto alla vita familiare e della stessa proprietà, che rimane diritto soggettivo pieno sino a quando non venga inciso da un provvedimento che ne determini l’affievolimento, cagionata dalle immissioni (nella specie, acustiche) intollerabili, provenienti da area pubblica (nella specie, da una strada della quale la Pubblica Amministrazione è proprietaria)”, continua la sentenza.
movida brescia
È il Comune, quindi, la pubblica Amministrazione a dover garantire questo diritto ai suoi cittadini, osservando “regole tecniche o i canoni di diligenza e prudenza nella gestione dei propri beni e, quindi, può essere condannata sia al risarcimento del danno patito dal privato in conseguenza delle immissioni nocive che abbiano comportato lesioni di quei diritti, sia la condanna ad un ‘facere’, al fine di rimportare le immissioni al di sotto della soglia di tollerabilità”. Una sentenza che segna un importante precedente in tema di movida e schiamazzi notturni.