Addio a Silvio Berlusconi, il ricordo di Gianni Chiodi: “Quando spostò il G8 a L’Aquila”

L’ex presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ricorda Silvio Berlusconi: “Ha lasciato il segno in ogni cosa che ha fatto”. E poi il retroscena sulla formazione della Giunta.
L’ex presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ricorda Silvio Berlusconi: “Ha lasciato il segno in ogni cosa che ha fatto”. E poi il retroscena sulla formazione della Giunta.
“Eravamo alla Guardia di Finanza, stavamo mangiando arachidi e patatine durante un momento di pausa, quando disse che aveva un’idea, ma non poteva illustrarcela”. Così Gianni Chiodi, ex presidente della Regione Abruzzo, ricorda al Capoluogo.itSilvio Berlusconi. “Con lui eravamo io e Bertolaso e in quel momento uscì dalla stanza. Quando rientrò si era convinto a spiegarci la sua idea: ‘Bisognerà sentire gli americani, ma voglio spostare il G8 dalla Maddalena a L’Aquila‘, ci disse. Rimanemmo di sasso, ma ovviamente io accolsi con favore l’idea, anche se non credevo ci sarebbe mai riuscito. Berlusconi era così, riusciva a immaginare e realizzare cose che gli altri nemmeno avrebbero sognato. Chiunque altro avrebbe pensato prima ai rischi di una cosa del genere, lui ha pensato prima alle opportunità“.
Proprio a seguito del terremoto 2009 si è stretto il legame con l’allora premier: “Sono rimasto stupito dalla dedizione e l’assiduità con cui si dedicava al territorio, cosa che non aveva mai fatto e non avrebbe fatto mai nessun altro Presidente del Consiglio”.
Una mentalità che per l’ex presidente della Regione Abruzzo derivava dalla sua formazione: “Non era un politico di professione, ma un imprenditore che – in quanto tale – una volta investito di ruoli politici li ha affrontati con il senso di responsabilità tipico del mondo privato, con dedizione e competenza non da tutti. Entrava in profondità nelle questioni e si poneva obiettivi che gli altri nemmeno si sognavano. Lo ha fatto come imprenditore edile, televisivo e lo ha fatto come politico. Qualunque altra attività avesse intrapreso, avrebbe raggiunto il top”.
Dal punto di vista umano “ho conosciuto una persona gentile, di grande umanità e con un’attenzione particolare verso la sensibilità delle persone. È stato un gigante e non si possono misurare i suoi comportamenti con metri ordinari, altrimenti non lo si comprende”.
Dal punto di vista politico, Chiodi ricorda il travagliato momento della formazione della Giunta regionale: “C’era malcontento tra i partiti, perché Verdini e Piccone avevano firmato un accordo elettorale che prevedeva un posto in Giunta per il partito di Rotondi, qualunque fosse stato il risultato che ci avrebbe portato alla vittoria. Io non ne sapevo niente, quindi per me quell’accordo non aveva senso. Allora incontrammo Berlusconi, che ci disse che gli accordi vanno sempre rispettati, ma spiegando: ‘Verdini ha fatto un accordo e trovi nel suo ambito di manovra come rispettarlo, ma anch’io ho fatto un accordo con Chiodi, e cioè che avrebbe scelto la Giunta in autonomia, e voglio rispettarlo’. Così ho composto la Giunta che volevo”.
Per Chiodi, quindi, si tratta di “un uomo che ha cambiato l’Italia, la storia dirà come. Per 30 anni non si è parlato d’altro che di una personalità fuori dall’ordinario che ha lasciato il segno in ogni cosa che ha fatto”.
