Necrologio

È morto Silvio Berlusconi, addio Cavaliere

Addio Silvio Berlusconi. Se ne va l'uomo che più di tutti ha segnato il panorama imprenditoriale e politico italiano negli ultimi 40 anni.

Imprenditore e uomo politico italiano, il cavaliere Silvio Berlusconi ha segnato per oltre 50 anni la storia del Paese.

Il cavaliere Silvio Berlusconi, senatore, leader di Forza Italia, 4 volte presidente del Consiglio, è morto all’età di 86 anni. Era stato ricoverato il 5 aprile al San Raffaele di Milano in Terapia intensiva per le complicazioni dovute a una polmonite che ha portato all’aggravarsi della leucemia mielomonocitica cronica da cui era affetto da tempo. Dimesso dal presidio ospedaliero dopo settimane, era stato nuovamente ricoverato due giorni fa, per i medici si trattava di un “controllo programmato”. La leucemia di cui soffriva Berlusconi è la forma più frequente tra le sindromi mielodisplastico-mieloproliferative. Compare solitamente in età avanzata ed è caratterizzata dall’aumento di una specifica popolazione di globuli bianchi: i monociti.

Era stato già ricoverato lo scorso 27 marzo per sottoporsi a controlli medici. Dopo quattro giorni di ricovero, era stato dimesso per trascorrere la convalescenza a Villa San Martino, la sua storica residenza ad Arcore, in Brianza. Prima di allora, il suo ultimo ricovero risaliva a poco più di un anno fa, a gennaio 2022, nel pieno della corsa per l’elezione del Presidente della Repubblica.

Silvio Berlusconi lascia i figli Piersilvio e Marina, avuti dalla prima moglie, Barbara, Eleonora e Luigi, figli della seconda moglie, Veronica Lario, 17 tra nipoti e bisnipoti, (nel 2021 e nel 2022 era diventato bisnonno) e un vero e proprio impero che si stima valga circa 4 miliardi di euro tra media ed editoria (valutazione del “Forbes” di qualche mese fa). Un impero che il Cavaliere iniziato a creare circa 60 anni fa; dopo anni nel settore dell’edilizia si spostò nelle comunicazioni. Non è difficile pensare oggi a lui come “l’inventore” della televisione moderna: con Fininvest negli anni ’80 ha trasformato la tv via cavo di Milano 2 nella prima televisione commerciale nazionale alternativa al servizio pubblico, dando vita a Canale 5, a cui veniva affiancata Publitalia, la relativa concessionaria di pubblicità.

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L’idea del Progetto CASE all’indomani del sisma del 6 aprile 2009. La visita in città nel decennale del sisma

Silvio Berlusconi era Presidente del Consiglio quando ci fu il sisma del 6 aprile: all’indomani del terremoto del 6 aprile venne a L’Aquila con la promessa che tutti avrebbero avuto una casa in pochissimo tempo. In 100 giorni vennero costruiti i moduli del Progetto C.A.S.E che, ancora oggi, 14 anni dopo il terremoto, da molti aquilani vengono chiamate ancora “le casette di Berlusconi”. Venne a Bazzano, il 29 settembre 2009, giorno del suo compleanno, per l’inaugurazione dei primi alloggi, facendo trovare in ogni appartamento una bottiglia di spumante e una torta. Gli alloggi a fine lavori diventarono 4500 e hanno ospitato circa 20 mila persone. L’idea era quella di dare un ricovero sicuro a chi non aveva più un tetto. Anche perchè, con l’arrivo del freddo, dopo l’estate 2009, la soluzione delle tende non sarebbe stata gestibile e bisognava evitare soluzioni come i container, inadatti ad ospitare famiglie con anziani e bambini piccoli per più mesi. Il centrosinistra attaccò ferocemente il premier, accusandolo di voler costruire una “città ghetto” intorno alla città terremotata, facendo diventare quello che doveva essere provvisorio definitivo e di non avere a cuore la ricostruzione del centro storico del capoluogo.  7 anni dopo, nel 2016, quella soluzione è stata presa ad esempio anche dall’allora premier Matteo Renzi per sistemare decorosamente gli sfollati di Norcia e di Amatrice. Tanto che alcuni sfollati del sisma del 24 agosto 2016 e del sisma di gennaio 2017 nella Valle dell’Aterno vennero ospitati negli alloggi sfitti del Progetto C.a.s.e. Silvio Berlusconi è tornato a L’Aquila  per il decennale del sisma, nel 2019, a gennaio, durante la campagna elettorale per le regionali vinte da Marco Marsilio. “Ho dentro di me un ricordo che non finirà mai di quei giorni del terremoto, delle famiglie che avevano perso i loro cari, delle famiglie che avevano perso la loro casa”. Queste le parole del Cavaliere ricordando il lavoro che mise in campo per la costruzione di alloggi.

silvio berlusconi

L’intensa attività politica e imprenditoriale del Cavaliere dal 1969 fino a essere eletto senatore nel 2022

Figlio di un funzionario di banca, laureatosi in giurisprudenza, Silvio Berlusconi iniziò la sua attività imprenditoriale nel settore edilizio e immobiliare. Alla fine del 1993, manifestò l’intenzione di dedicarsi alla politica con l’obiettivo di riaggregare lo schieramento di centro, ormai privo dei tradizionali partiti di riferimento per effetto delle inchieste giudiziarie sul sistema delle tangenti e dei finanziamenti illeciti. Leader di Forza Italia, partito da lui creato nel 1994, nel 2001 divenne Presidente del consiglio del governo durato più a lungo nella storia della Repubblica italiana. Nel 2008 è stato nuovamente Presidente del Consiglio, incarico da cui si è dimesso nel 2011. Dal 2009 al 2013 è stato presidente del partito Popolo della libertà e, nello stesso anno, ha ridato vita al movimento politico Forza Italia, di cui è stato il presidente.

Tra il 1969 e il 1976 delineò il progetto e giunse alla realizzazione di due quartieri residenziali di concezione moderna, Milano 2 e Milano 3, caratterizzati dall’alta qualità dei servizi offerti. Ben presto avviò la diversificazione delle sue attività, che furono nel corso degli anni raggruppate in gran parte sotto il controllo di Fininvest, costituita nel 1978, sotto la sua presidenza. All’inizio degli anni ’80 entrò nel settore televisivo, rilevando e trasformando la tv via cavo di Milano 2 nella prima televisione commerciale nazionale alternativa al servizio pubblico: nasceva così Canale 5, a cui veniva affiancata Publitalia, la relativa concessionaria di pubblicità. Al successo di Canale 5 seguì l’acquisizione di altre due reti: Italia 1 (1982) e Rete 4 (1984). Le tre televisioni diedero vita a un network nazionale in grado di competere direttamente con la RAI. Nel 1991, con la conquista da parte della Fininvest della quota di maggioranza della Arnoldo Mondadori, il Cavaliere divenne il primo editore italiano nel settore libri e periodici, oltre a essere presente nella grande distribuzione (con la proprietà del gruppo Standa, poi ceduto) e nel mondo delle assicurazioni e delle gestioni finanziarie (con le società Mediolanum e Programma Italia). Dal 1986 al 2017 è stato proprietario della squadra di calcio A. C. Milan, della quale è stato anche presidente. Sotto la sua gestione, il club ottenne importanti successi a livello nazionale e internazionale.

La decisione di “scendere in campo” in politica fu annunciata nel gennaio 1994: seguì la rapida costituzione del movimento Forza Italia che, alleatosi nel settentrione con la Lega Nord (nel cosiddetto Polo delle libertà) e nel centro-sud con Alleanza nazionale (nel Polo del buon governo), vinse le elezioni politiche del marzo successivo. La vittoria elettorale, confermata alle elezioni europee di giugno, lo “consacrò” leader dello schieramento di centrodestra, premiando l’immagine dell’imprenditore di successo, percepito come estraneo ai condizionamenti della politica tradizionale, capace di comunicare, con linguaggio semplice ed efficace, grandi prospettive di sviluppo per ilPpaese. Nominato presidente del consiglio a maggio 1994 costituì un governo formato da Forza Italia, Alleanza nazionale, Lega Nord e Centro cristiano democratico. L’esecutivo, subito segnato dai contrasti interni di una maggioranza eterogenea, venne messo in difficoltà dall’anomala posizione del presidente del consiglio, grande imprenditore e proprietario delle maggiori reti televisive private. In dicembre il ministero fu costretto a dimettersi, in seguito alla defezione della Lega Nord, e a lasciare il posto al governo Dini, espressione della coalizione di centrosinistra. Nelle elezioni anticipate dell’aprile 1996 l’alleanza che faceva capo a Berlusconi (Polo per le libertà, composto da Forza Italia, Alleanza nazionale e da altri partiti minori di centro) venne sconfitta, seppure di misura, dallo schieramento di centrosinistra (L’Ulivo). Nelle elezioni europee del giugno 1999, presentandosi in tutte le circoscrizioni con una campagna elettorale molto personalizzata, ottenne, con quasi 3 milioni di preferenze, un vistoso successo che contribuì all’affermazione di Forza Italia come primo partito con il 25,2% dei voti. Questa tendenza favorevole fu confermata dai risultati delle elezioni regionali dell’aprile 2000. In occasione delle elezioni politiche del 13 maggio 2001, riuscì a dominare la campagna della nuova alleanza di centrodestra, la Casa delle libertà, in cui era entrata di nuovo la Lega Nord, ottenendo un importante successo. Venne nominato per la prima volta Presidente del consiglio a giugno 2001. Dopo la sconfitta alle regionali dell’aprile 2005 fu costretto a varare nello stesso mese un secondo gabinetto. Alla vigilia delle politiche dell’aprile 2006, per far fronte a un’evidente perdita di consensi, si impegnò in una dura campagna elettorale in cui confermò la capacità di intuire e mobilitare i sentimenti profondi di un’ampia parte del Paese.  Alle elezioni politiche dell’aprile 2008 il partito del Popolo della libertà, formatosi come aggregazione federativa due mesi prima, ha conseguito un significativo successo elettorale, ottenendo una larga maggioranza parlamentare che ha portato il Cavaliere a guidare – per la quarta volta – il governo. Nel marzo 2009, durante il congresso costitutivo del Popolo della libertà, è stato eletto, per acclamazione e all’unanimità, presidente del partito. Nel novembre del 2011 dopo il voto alla Camera dei Deputati sul rendiconto dello Stato, approvato solo grazie all’astensione dell’opposizione, preso atto delle difficoltà della maggioranza e a causa del grave momento di crisi finanziaria ed economica, interna e internazionale, si dimise dalla carica di presidente del Consiglio. Alle elezioni politiche del 2013 il PDL anche se in coalizione con la Lega e con altre forze di centrodestra non ha raggiunto la maggioranza né alla Camera né al Senato. Sempre nel 2013, durante il Congresso nazionale venne sciolto il partito che è confluito nella nuova formazione rinominata Forza Italia. Alle elezioni politiche del 2018 Forza Italia si è presentata nella coalizione di centrodestra che ha ottenuto circa il 37% dei voti insieme alla Lega, primo partito della coalizione, a Fratelli d’Italia e a Noi con l’Italia. Forza Italia ha ottenuto intorno al 14% dei voti. La coalizione è risultata la prima, ma non ha raggiunto la maggioranza assoluta per governare. Alle elezioni europee del 2019 Forza Italia registrò un’ulteriore perdita di consensi attestandosi intorno all’8,8%, e il Cavaliere – ricandidabile dal 2018 –  è stato eletto al Parlamento europeo. Alle elezioni politiche del 2022 anche se il partito ha perso altri consensi ottenendo circa l’8% dei voti, la coalizione di centrodestra di cui ha fatto parte, con Lega, Fratelli d’Italia e Noi moderati, ha raggiunto circa il 44% dei voti, la maggioranza assoluta in Parlamento, e Silvio Berlusconi è stato eletto al Senato.

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