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Tutti i Santi giorni, 17 giugno: oggi è San Ranieri

La rubrica "Tutti i Santi giorni" del 17 giugno: San Ranieri.

La rubrica “Tutti i Santi giorni” del 17 giugno: San Ranieri.

Il 17 giugno ricorre la memoria di San Ranieri. San Ranieri nacque nel 1118 da Gandolfo Scacceri, un ricco mercante di Pisa. Trascorse la gioventù in frivolezze finché, diciannovenne incontrò l’eremita Alberto, venuto ad abitare in città presso il monastero di San Vito: seguendo l’esempio del monaco, Ranieri decise di abbandonare i suoi averi per vivere in completa povertà. Partì poi per un pellegrinaggio in Terra Santa, e qui rimase, indossando la pilurica – la veste del penitente consegnata a tutti i pellegrini che si recavano al monte Calvario -, vivendo nella mortificazione del corpo e nella più stretta penitenza. Nel 1154 fece ritorno in patria seguendo l’amico ammiraglio pisano Ranieri Bottacci, per ritirarsi anch’egli nel monastero di San Vito, dove morì già in odore di santità, per i miracoli compiuti, il 17 giugno 1161. La leggenda narra che alla sua morte le campane cittadine suonarono da sole, tutte assieme, senza che nessuno le toccasse. Tanta fu la fama raggiunta dal Santo che subito dopo la sua morte un suo discepolo, il canonico Benincasa, si incaricò di scrivere nel 1162 una agiografia, la Vita Raynerii, testo che conobbe una certa fortuna per la traduzione del carmelitano fra Giuseppe Maria Sanminiatelli del 1755 e nuovamente edita sempre a Pisa nel 1842. San Ranieri fu ricordato dai pisani anche per l’abitudine che ebbe di donare a chi gli si rivolgeva pane e acqua benedetti, ragione per la quale il canonico Benincasa lo chiamò “Ranieri dall’Acqua”, forse immaginandone il cognome, ma attestando in questo modo i prodigi ottenuti per mezzo dell’acqua da lui benedetta.
La tradizione vuole che nel 1284, sostituendo San Sisto, diventò patrono della diocesi e della città di Pisa: infatti, quell’anno, il 6 agosto, proprio nel giorno dedicato all’antico protettore, la flotta pisana subì una pesante sconfitta ad opera delle navi genovesi durante la battaglia della Meloria. Questo evento segnò la fine del predominio sui mari della Repubblica Pisana e i cittadini, sentitisi traditi dal loro vecchio patrono, scelsero un nuovo santo protettore, scegliendo quindi il loro concittadino. Tuttavia, fu solo nel 1632 che l’Arcivescovo di Pisa, il Clero locale, il Magistrato pisano, col consenso della sacra Congregazione dei Riti, elessero Ranieri patrono principale della città e della diocesi. Il 1689 venne decisa la traslazione del suo corpo, che fu definitivamente collocato sull’altare maggiore.

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Per quanto riguarda l’iconografia, questa dipende sia dal racconto agiografico, sia dal culto liturgico e dalla devozione privata. In genere, si tratta di raffigurazioni dei principali episodi biografici di San Ranieri, come pure di determinati avvenimenti miracolosi operati per la comunità civile ed ecclesiale pisana. Il Santo viene di volta in volta rappresentato come un asceta vestito con il cilicio o la pilurica; orante di fronte ad un crocifisso; in piedi, con il bordone del pellegrino o la croce pisana; taumaturgo in gesto di benedizione. In altre immagini appare mentre è in estasi davanti alla visione della Vergine Maria, che gli annuncia la sua futura sepoltura nel Duomo di Pisa; oppure omaggiato dalla città e diocesi di cui è protettore. Di certo l’esempio più noto e completo dal punto di vista iconografico sono gli affreschi realizzati da Andrea di Bonaiuto e Antonio di Francesco detto il Veneziano, tra il 1377 e il 1385 per il Camposanto di Pisa, su incarico del Capitolo e dell’Opera del Duomo. Le scene riproducono i momenti più importanti e significativi della vita di San Ranieri: il ciclo si compone di sei grandi riquadri disposti su due registri paralleli, collocati nella zona intermedia della parete meridionale del Camposanto; ogni quadro contiene più scene che si susseguono cronologicamente, partendo da sinistra verso destra, per un totale di ventitré brani. Il ciclo è una sorta di manifesto della ‘propaganda’ del culto di San Ranieri – santo laico e per questo modello da emulare da parte di tutto il popolo – e del suo legame con la città, rappresentata nel suo momento più glorioso. L’opera fu gravemente danneggiata durante la Seconda guerra mondiale: il 27 luglio 1944 una bomba proveniente da un raid aereo alleato provocò l’incendio e la fusione del tetto di piombo che colò sui sottostanti dipinti delle pareti della galleria. Gli affreschi, staccati dalla muratura, hanno affrontato negli anni numerosi interventi e solo l’ultimo restauro, condotto dalle maestranze dell’Opera della Primaziale Pisana e conclusosi nel maggio del 2018, ha permesso un loro pieno recupero e riposizionamento nella sede originaria.

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