Assalto armato alla villa degli imprenditori Di Stefano

Rapina alla villa della famiglia Di Stefano, proprietaria del Maglificio Gran Sasso.
Rapina alla villa della famiglia Di Stefano, proprietaria del Maglificio Gran Sasso.
Almeno tre persone hanno fatto parte del commando che ieri sera ha assaltato ad Ascoli Piceno la villa della famiglia Di Stefano, proprietaria del Maglificio Gran Sasso. Al momento dell’irruzione dei banditi, all’interno della villa c’erano 8 persone; erano tutte in giardino. Improvvisamente dal nulla sono comparse tre persone vestite di nero, armate di pistola e che parlavano attraverso radiotrasmittenti, probabilmente con altri complici rimasti all’esterno della villa, pronti alla fuga. Le otto persone, fra cui un’anziana e alcuni ragazzi, sono stati costretti sotto la minaccia delle armi a rientrare in casa e a consegnare i preziosi presenti; il bottino è in fase di quantificazione, ma si annuncia ingente. Poi sono fuggiti. Terrorizzati, i presenti hanno dato l’allarme.
Le indagini sono coordinate dalla Procura di Ascoli Piceno che procede al momento per sequestro di persona e rapina aggravata; il fascicolo è aperto contro ignoti. I poliziotti stanno raccogliendo i racconti dei presenti a villa Di Stefano al momento dell’assalto dei rapinatori e acquisendo le immagini delle telecamere di sicurezza della zona.
“Stiamo bene – a raccontato Guido Di Stefano a Il Resto del Carlino – e questo è l’importante, ma la paura è stata tantissima. Mai ci saremmo aspettati una cosa del genere, subire un assalto con queste modalità. […] Siamo stati letteralmente sequestrati da queste persone che credo fossero stranieri, anche se in quei momenti, terrorizzato com’ero e così anche gli altri, non era affatto facile capire tutti i dettagli di quello che stava accadendo, tanto era tutto così assurdo. Facevano domande precise, perentorie, e pretendevano risposte rapide. Naturalmente abbiamo accontentato tutte le loro richieste, perché l’unica mia preoccupazione era che nessuno in casa si facesse male. Per cui abbiamo collaborato consegnando tutto quello che di prezioso avevamo in casa. Ma questo non ha importanza. Quello che conta è che grazie a Dio stiamo tutti bene e la raccontiamo, anche se questa cosa non sarà facile da dimenticare, perché abbiamo passato momenti di autentico terrore”.