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Montanus, 4 ruote per 2: Francesco e Giorgio dal Gran Sasso bikepacking in giro per il mondo

Dal Gran Sasso al Canyonlands National Park, nello Utah. Montanus, quasi una favola moderna: una passione - quella per il bikepacking - diventata una missione per gli aquilani Francesco e Giorgio.

Dal Gran Sasso al Canyonlands National Park, nello Utah.
Poi da lì, avventura dopo avventura, i sentieri e i tracciati più remoti, con lo stretto necessario e in sella alle loro biciclette. Montanus, quasi una favola moderna: una passione – quella per il bikepacking – diventata una missione per gli aquilani Francesco e Giorgio. “Vivete la vostra avventura. Se amate la montagna e la bicicletta, ricordate di avere un paradiso dietro casa, il Gran Sasso”.

Montanus è la storia di due giovani, due ruote e una passione che ha un inizio ma non una fine.
La storia di Francesco e Giorgio, entrambi Graphic Designer di professione, che hanno girato il mondo sulle loro bici.
Sono partiti con le ‘vecchie’ MTB Enduro da 26 pollici e, negli anni, hanno cambiato tante biciclette, attraversando le montagne. Eppure il Gran Sasso resta lì, in vetta, con la sua maestosità e la sua imponenza. In questi giorni, Francesco e Giorgio sono tornati, una volta ancora. Per una nuova avventura di bikepacking sulle loro montagne. Un’avventura wild tutta da raccontare.


The wolf’s Lair

Sono rispettivamente di L’Aquila – Pettino per essere precisi – e di Marruci, Francesco D’Alessio e Giorgio Frattale, giovani con la passione per la bicicletta che, come accade spesso, ha ben presto incontrato i selvaggi sentieri di montagna.
Un amore diventato lavoro quasi per caso, con il progetto Montanus: il racconto in video e foto delle esperienze fatte in giro per il mondo. Perché dal Gran Sasso – e da una prima avventura a novembre 2013 – Francesco e Giorgio di strada ne hanno fatta tanta, sempre in sella alla loro bici.
I due si raccontano al Capoluogo.it, in un momento di pausa dal lavoro che li vede impegnati nell’elaborazione del materiale che racconterà la loro nuova missione “aquilana”. Partiamo proprio dall’inizio.
“Montanus – sottolinea Francesco – è un progetto di bikepacking, una forma di cicloturismo che non si svolge prevalentemente in fuoristrada. Nello specifico, Montanus si basa sull’esplorazione di posti remoti e selvaggi: un approccio all’esplorazione in autosufficienza, portando con sé soltanto tenda, fornellino e cibo“.
“Qui sta la differenza sostanziale con il cicloturismo, oltre al fatto di svolgersi fuori strada. Il bikepacking è essenziale: si viaggia leggeri, per affrontare in maniera pratica i sentieri. Un assetto minimalista, senza i classici borsoni laterali delle bici da cicloturismo”, evidenzia Giorgio.

Come nasce l’idea di Montanus?
“È nata spontaneamente – continua a raccontare Francesco – Nel 2004 abbiamo prodotto il primo video di freeride estremo Mountain Bike in Italia. Una sorta di downhill che, all’epoca, era qualcosa di assolutamente innovativo. Da quell’esperienza realizzammo un Dvd, che fu prodotto e distribuito in tutto il mondo da un’azienda americana specializzata nella distribuzione di video di sport estremi. Ancora oggi su Ebay ed Amazon è possibile trovare il DVD di Clorophilla…”.
“Un’esperienza vissuta con altri quattro amici, quasi tutti dell’Aquila e dintorni. In seguito c’è stata una pausa, fino a quando io e Giorgio abbiamo realizzato che potevamo estendere il campo delle nostre esplorazioni e Montanus è nato quasi inconsapevolmente.
Dai dintorni dell’aquilano abbiamo visitato posti incredibili, come l’Iceland Divide, diventata un must nel mondo del bikepacking.
Un percorso estremo di 550km che attraversa da nord a sud l’Islanda, passando per le remote highlands. Estremo anche per le condizioni meteo a cui è sottoposta la zona, spesso flagellata da tempeste e raffiche di venti dalla violenza inaudita: una route che non era mai stata tracciata prima
, aggiunge Giorgio.

Dall’Abruzzo e dall’Italia – dove il bikepacking è arrivato in ritardo ma che ora sta prendendo sempre più piede – è sbocciato Montanus, che ha avuto come primo terreno fertile gli Stati Uniti, “dove questa disciplina è nata come modo diverso di viaggiare ed esplorare, prima di arrivare in Europa e di giungere, finalmente, in Italia. Tutto ciò che abbiamo fatto, ci tengo a sottolinearlo, lo dobbiamo soprattutto alle montagne che circondano L’Aquila. Siamo partiti da qui, da Campo Imperatore. E le montagne abruzzesi sono state viste e ammirate in tutto il mondo. Il nostro progetto, via via, è cresciuto e abbiamo iniziato a collaborare con diversi marchi internazionali, girando in tutto il mondo”, evidenzia Francesco.
Alle sue parole fa eco Giorgio, che spiega: “Il vantaggio di vivere in Abruzzo e nelle nostre aree, in particolare, è che le nostre montagne sono un’ottima palestra per poter affrontare, poi, le nostre spedizioni”.

Navigando sul sito di Montanus o sulle pagine social dell’iniziativa “Made in L’Aquila”, Francesco e Giorgio raccontano le loro avventure. Lo fanno in lingua inglese e attraverso foto e video che sono tanto reali e tanto veri da trasportarti lì, con loro. Tra il fango che arriva a sporcare l’obiettivo, il sole che filtra e scalda l’atmosfera, la fatica delle salite e qualche immancabile spuntino. Perché bisogna pur rigenerarsi dopo i km percorsi.
“Ci raccontiamo a modo nostro. Facciamo tutto da soli, senza l’aiuto di nessuno. Foto, video, illustrazioni sul sito web…”, sottolinea Giorgio.
Creiamo anche alcune realizzazioni, quali gadget utili per il bikepacking, curate personalmente da Giorgio. Lavorare completamente soli ci permette anche di confrontarci costantemente con noi stessi, non solo facendo affidamento sulla nostra creatività ma anche sviluppando un approccio sempre più maturo al problem solving. Per elaborare soluzioni ai problemi, sia nell’ambito delle tecniche di ripresa, appunto, sia nelle criticità che possono capitare nei nostri viaggi in bici, quando accade che tu debba arrangiarti con quel poco che hai”, aggiunge Francesco.
Inoltre non avere una terza persona che filmi e fotografi le nostre avventure ci permette di raccontare tutto con i nostri occhi e la nostra anima. Senza filtri, conclude Giorgio.

Dal Gran Sasso alla prima esperienza di Montanus fuori dai confini italiani. È Giorgio a ricordarla: “Abbiamo affrontato il deserto dello Utah, siamo partiti dal Colorado, unendo due famosi trail americani. Ma, oltre ai percorsi scenografici, nel corso del viaggio abbiamo pensato di creare route inedite e situazioni specifiche. Siamo andati a tracciare, abbiamo mostrato cosa ci fosse lungo il percorso e contenuti utili come i posti in cui trovare l’acqua o quelli in cui rifornirsi e, ancora, i pericoli del percorso”.
“Non abbiamo scelto un luogo semplice – sottolinea Francesco – perché abbiamo attraversato luoghi senza acqua, caratterizzati da un clima desertico, anche se trovammo addirittura la neve. Posso dire che non avevamo mai visto uno scenario tanto ampio: ci siamo ritrovati nel mezzo di un luogo immenso, una distesa incredibile. Cattedrali di pietra che ci hanno lasciato senza fiato e che non rendevano possibile paragone alcuno”.

Ora, dopo tante altre esperienze in ogni parte del mondo – dall’Islanda alla Patagonia, dal Cile all’Estonia, dal Monte Bianco all’isola di Socotra – Francesco e Giorgio sono tornati sul Gran Sasso, “per un giro breve, che abbiamo scelto di fare in questo periodo per catturare le bellezze che il Gran Sasso sa regalare, tra fiori, ruscelli e panorami che non vediamo l’ora di raccontare in un piccolo ‘reel’ dedicato”. “Siamo andati anche senza tenda, quindi abbiamo dormito sotto le stelle”, precisa Francesco, “e devo dire che faceva freschetto”, sorride Giorgio.
È incredibile vedere come tra i tanti itinerari creati in giro per il mondo, quella che ad oggi ha riscosso il maggior successo è sicuramente The Wolf’s Lair, La Tana del Lupo, un itinerario di quasi 400 km che attraversa tutti i parchi abruzzesi.
“Bikepackers da tutto il mondo vengono in Abruzzo per vivere quest’esperienza che ti accompagna alla scoperta di luoghi selvaggi e magnifici borghi. Dall’Alaska al Sud Corea, la lista di chi si è mosso per percorrere ‘The Wolf’s Lair’ è lunghissima e ci riempie di orgoglio. Questo ‘successo’ ci ha portato anche a collaborare con le regioni Liguria e Marche, per pubblicizzare degli itinerari bikepacking. Chissà se un giorno riusciremo a fare altrettanto con la nostra regione…”, afferma Francesco.

THE WOLF’S LAIR by Montanus from MONTANUS on Vimeo.

La finalità di Montanus è ispirazionale – concludono – Vogliamo dire alla gente: vivere la vostra avventura, grande o piccola che sia, è possibile, anche dietro casa. Dove c’è il nostro meraviglioso Gran Sasso. Poi se si ha la possibilità di viaggiare ci sono posti meravigliosi, come la Patagonia o l’Islanda: comunque, alcune delle nostre avventure migliori le abbiamo vissute proprio qui, sul Gran Sasso o sul Sirente. Spesso ci lamentiamo di ciò che manca, ma dobbiamo vedere anche tutto quello che abbiamo. E abbiamo dei posti bellissimi, che ci fanno tornare a casa sempre con il sorriso. Il mondo non finisce sull’asfalto. Già. C’è un oltre bellissimo e da mozzare il fiato, in quei posti dove l’asfalto è lontano, fino a sparire.
Firmato Montanus, the wildside.

 

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