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Tutti i Santi giorni, 28 giugno: oggi è Sant’Ireneo

La rubrica "Tutti i Santi giorni" del 28 giugno: Sant'Ireneo.

La rubrica “Tutti i Santi giorni” del 28 giugno: Sant’Ireneo.

Il 28 giugno si ricorda Sant’Ireneo. Le notizie biografiche su Sant’Ireneo provengono dalla testimonianza tramandata da Eusebio nel quinto libro della Storia Ecclesiastica: è probabile che nacque a Smirne da una famiglia cristiana d’origine greca, verso il 135-140. Ancora giovane fu discepolo del Vescovo Policarpo, che, a sua volta, conobbe di persona l’apostolo Giovanni. Non si sa quando di preciso si trasferì dall’Asia Minore in Gallia, ma verosimilmente in concomitanza dei primi sviluppi della comunità cristiana di Lione, intorno al 170. Nel 177 succedette in questa sede episcopale al novantenne vescovo San Potino, morto in seguito alle percosse ricevute durante la persecuzione contro i cristiani. Della sua attività episcopale si conosce solo la composizione degli scritti e la parte svolta nella controversia circa la festa di Pasqua: la Chiesa d’Oriente celebrava la solennità come i giudei, il quattordici di Nisan, mentre la Chiesa di Roma la posticipava alla domenica successiva. La questione, già dibattuta senza successo nel 154 tra il papa Aniceto e San Policarpo, fu ripresa verso il 190 durante il pontificato di Vittore. Quando costui comminò la scomunica a quei vescovi che non accettavano la data romana, Sant’Ireneo – il cui nome significa pace – intervenne in loro favore, giudicando quella misura eccessiva poiché scrisse: “Non esiste Dio senza bontà”. Sebbene si adoperò per evangelizzare le province limitrofe alla sua diocesi, imparando gli idiomi locali per meglio predicare presso i Celti e i Germani, il contributo più cospicuo del Santo alla Chiesa cristiana fu lo studio approfondito delle eresie che andavano diffondendosi in quell’epoca, analizzate con il fine di eradicarle e far trionfare la fede. In particolare, si oppose con tenacia allo gnosticismo con l’opera in cinque libri Adversus haereses, scritta in greco, in cui si evince la teoria sull’autorità dottrinale della Chiesa e che fornisce un documento storico di primaria importanza della lotta contro le eresie. Per la prima volta negli scritti teologici viene introdotto il principio della successione apostolica per confutare gli eretici, in quanto garanzia del perdurare della parola del Signore, attraverso la Chiesa di Roma, fondata dagli Apostoli Pietro e Paolo e continuata per mezzo dei vescovi.

Secondo la tradizione Sant’Ireneo trovò la morte il 28 giugno del 202 (o 203) durante un massacro generale dei cristiani lionesi avvenuto sotto l’imperatore Settimio Severo; la prima testimonianza del suo martirio è riportata da San Girolamo e risale al 410. Sepolto nella chiesa di San Giovanni, che poi mutò il nome in Sant’Ireneo, le sue reliquie furono disperse nel 1562 degli Ugonotti durante le guerre di religione. Nell’arte è raffigurato con gli abiti vescovili, il bastone pastorale e la palma del martirio.
Curiosità: per quanto di Gesù non siano noti ritratti, Sant’Ireneo, nel suo testo Contro le eresie, riporta la tradizione dell’esistenza di ritratti di Cristo in scultura e pittura, realizzati su un modello voluto da Ponzio Pilato.

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