Sos dipendenze

Alcol, droga e gioco d’azzardo, si comincia a 14 anni: vuoto e “troppo tempo” tra le cause delle dipendenze

Dipendenze, i dati italiani preoccupano: i giovani consumano alcol e praticano gioco d'azzardo in misura maggiore rispetto agli altri Paesi europei. A L'Aquila 400 richieste d'aiuto nel 2022: alcol e fumo già dai 14 anni. Perché?

In Italia i giovani tra i 15 e i 19 anni consumano alcol e praticano gioco d’azzardo in misura maggiore rispetto alla media degli altri Paesi europei. Cosa sta succedendo?
A L’Aquila nel 2022 in 400 hanno chiesto aiuto contro le dipendenze. Il Serd della Asl1 ha promosso un incontro con una squadra di esperti per fornire consulti ed aiutare nell’orientamento. Quali sono i primi segnali da tenere sotto controllo? L’intervista all’esperta.

Hanno destato più di qualche preoccupazione i dati comunicati dal Serd della Asl1 L’Aquila che, illustrando i numeri relativi allo sviluppo delle dipendenze – dal gioco d’azzardo patologico alle droghe, fino all’alcol – ricavati da una ricerca del 2022 Espad Italia, condotta dal CNR, ha sottolineato come sia sempre più bassa la soglia d’età di chi incomincia a fare uso di alcol o di chi inizia a scoprire il fumo.
Qual è il problema principale? Mancanza di comunicazione genitori – figli, vuoto, frustrazioni a livello sociale. Molteplici possono essere cause e fattori che portano ad una dipendenza. Spesso il problema più grande è l’eccessiva quantità di tempo che viene messo a disposizione dei giovani o giovanissimi, resi autonomi quando non hanno ancora le misure né gli strumenti per poter esserlo in maniera sana”, sottolinea la psicologa e psicoterapeuta aquilana Chiara Gioia. Con lei Il Capoluogo – dopo l’incontro di lunedì 26 giugno promosso dal Serd  ha cercato di indagare, per scoprire cosa porti effettivamente un giovane al rischio di una dipendenza patologica. Tra i fattori scatenanti c’è, ai primi posti, l’assenza di comunicazione nel nucleo familiare. 

“Poco importa sapere dove l’altro sbaglia, perché lì non possiamo fare niente. Interessante sapere dove sbagliamo noi stessi. Perché lì si può fare qualcosa”.

L’assunto di Jung si ricollega proprio all’importanza della comunicazione e del confronto, che dovrebbero essere alla base di un rapporto genitore – figlio, soprattutto nell’età adolescenziale in cui si compie il delicato e complesso percorso di crescita del giovane.
Frustrazioni di varia natura possono condurre a condotte antisociali. Laddove per condotte antisociali non intendiamo solo furti, rapine o atti di bullismo. Queste frustrazioni possono registrarsi anche nelle famiglie in cui manca comunicazione – evidenzia – Quanto si dialoga con i propri figli? Quanto si occupa quel tempo che c’è per parlare, spiegare, conoscersi, assumere regole? Una premessa, tuttavia, è d’obbligo: nessuno punta il dito contro qualcuno. Si vuole, invece, ribadire quanto sia necessario creare per i giovani una cultura di riferimento. I ragazzi, cioè, devono avere un’educazione ferma, chiara, riconoscibile. Del resto, il rapporto genitori -figli dovrebbe tradursi in un cammino in cui, comunicando e condividendo, si cresce e si migliora insieme”. 

leggi anche
Lo spettro della violenza in casa, allontanato sulmonese alcolista
Il convegno
Alcol e gioco d’azzardo tra giovani, dati superiori alla media europea: un convegno a L’Aquila

Partiamo dal gioco d’azzardo patologico.
Spiega Chiara Gioia, “Si fa ancora fatica a pensare che il gioco d’azzardo possa rappresentare un comportamento disfunzionale, ma esso rientra nel cluster dei comportamenti a rischio che incidono sulla qualità della vita, quindi condizionano la salute fisica, psichica e il comportamento socio – relazionale dell’individuo. Quando si parla di salute intendiamo il risultato della giusta interazione di un equilibrio psicologico, fisico, appunto, e socio-relazionale. La stessa OMS lo sottolinea, specificando anche il concetto di dipendenza patologica e indicandolo come quella condizione fisica e psichica che deriva dal rapporto tra un individuo e una sostanza tossica, caratterizzata da risposte comportamentali, quindi da precise reazioni. Ciò vuol dire che il comportamento derivante da una dipendenza patologica innesca gli atteggiamenti socio-relazionali nel soggetto che soffre di questa dipendenza. Questa persona, ad esempio, può diventare maggiormente aggressiva, può avere problemi nel gestire la frustrazione, può far fatica ad accettare situazioni difficili o sconfitte”.

Tra le dipendenze, naturalmente, l’sos lanciato dagli ultimi dati del CNR riguarda alcol e droghe che, come sottolinea Chiara Gioia oggi rientrano anche in una sfera di trasgressione di facile accesso. Con ciò non si vuole dire che questo genere di dipendenze si sia sviluppato di recente, il problema delle droghe c’è sempre stato: ma oggi sicuramente, rispetto a 30 anni fa, si può accedere molto più facilmente a determinate sostanze stupefacenti”. Più facilmente e, di conseguenza, più precocemente, stando al quadro delineato dai numeri illustrati dal Serd dell’Aquila.

Cosa si cerca o “si trova” in una dipendenza?
Parlando, nuovamente, del gioco d’azzardo per rispondere occorre partire dal significato e dalla funzione del gioco, quale strumento di interazione sociale che ci permette di interpretare ruoli e di sperimentare situazioni. Nel caso del giocatore d’azzardo patologico, questa persona sente il bisogno di trovare un livello di soddisfazione: non vincendo mai, quel giocatore non è mai contento. E anche se arrivasse una piccola vincita, il giocatore patologico continuerebbe a sentire il bisogno di alzare l’asticella. Continuerebbe a sentirsi insoddisfatto. Così tenta e ritenta ancora. Non c’è mai gratificazione, se non puramente estemporanea. Questo atteggiamento lo porta a sentirsi forte: un comportamento che va a caratterizzare un numero sempre più grande di giovani e giovanissimi adolescenti. Il gioco, inoltre, può rappresentare un’evasione per non pensare alle problematiche che caratterizzano la loro età. Quel gioco inizia ad assumere, quindi, una forma di rivincita relativamente a problemi di socialità, o con gli amici, o ancora a problemi con la scuola. Così capiamo quanto la vulnerabilità possa essere una corsia preferenziale per determinare comportamenti compulsivi. Comportamenti che andranno ad interferire sulle attività quotidiane della persona: scuola, pratica sportiva, rapporti interpersonali e così via”. 

Come si spiega un approccio ad alcol e fumo tanto precoce?
“Sono sempre i contesti e le esperienze dirette a determinare l’insorgenza di atteggiamenti e comportamenti disfunzionali, quindi ogni caso è a sé. L’età precoce è sicuramente un ulteriore fattore di rischio affinché quel comportamento diventi pervasivo. Ciò potrebbe anche comportare lo sviluppo di dipendenze multiple. Ad esempio coloro che giocano d’azzardo in maniera sistematica spesso fanno anche uso di alcol o di cannabis ed ulteriori droghe. Bisognerebbe lavorare, nel setting analitico, nel reincanalare (o incanalare in alcuni casi) la persona sulla strada della curiositas, intesa non come scoperta di esperienze trasgressive, ma come ‘prendersi cura di sé stessi’ “. 

Ed è fondamentale il contributo degli adulti, come punti di riferimento costantemente presenti.In primis famiglia e scuola.
“Al di là del benessere concreto che possono garantire i genitori – aggiunge la psicologa e psicoterapeuta – è determinante la presenza genitoriale: il vuoto adolescenziale può essere alimentato anche da un utilizzo del tempo dei ragazzi troppo amplificato. Lasciarli soli già da giovanissimi non è positivo, può avere delle ripercussioni. Accade, infatti, che i ragazzi si ritrovino ad avere a disposizione un tempo che non sanno gestire. L’autogestione è un qualcosa che bisogna costruire nel tempo. Lo abbiamo visto dagli ultimi episodi di cronaca, con il giovane alla guida della Lamborghini e la morte di un bambino di 5 anni. Come si a fa a riempire il proprio tempo di iniziative volte a provare adrenalina? Dov’è il controllo? Per uscire fuori da queste condizioni è necessario innanzitutto partire dal riconoscimento delle stesse: occorre un intervento multidisciplinare integrato. È importante, cioè, coinvolgere anche l’ambiente che circonda la persona che sviluppa questa patologia. La dipendenza – conclude – determina la creazione di un mondo immaginario, dove si esercita illusoriamente un controllo completo che si sostituisce al mondo reale, dove ci si percepisce fuori controllo. Fondamentale lavorare sull’immaginario di relazione che l’individuo ha instaurato con ciò che ha generato la dipendenza stessa. Simbolo è la ‘Nike di Samotracia’, una scultura che rappresenta la ‘dea alata della vittoria’ nell’atto di spiccare il volo o di posarsi sulla prua di una nave…intendendo con ciò l’immaginario che si attiva in ambito intrapsichico negli individui che si inflazionano nel GAP (il gioco d’azzardo patologico), ciò a cui tendono e che nutre un circolo vizioso senza fine se non preso in considerazione, ovvero identificato e riconosciuto, lavorato ed equilibrato per poter essere poi incanalato in modo funzionale per tutta la psiche e per il benessere totale dell’individuo”. 

leggi anche
carabinieri
Cronaca
Spaccio di droga, 33enne condannato a 2 anni e 8 mesi
ferro di cavallo pescara
Lo studio
Cocaina, Pescara choc: tra le città con il maggior consumo in Italia
controlli sabato sera
Sicurezza
Alcol e droga alla guida, polizia stradale e medici contro le stragi del sabato sera
polizia stradale
Sicurezza
Ripartono i controlli straordinari della Polizia stradale, lotta agli incidenti causati dal alcol e droga
Lo spettro della violenza in casa, allontanato sulmonese alcolista
Sensibilizzazione ed eventi
Lotta alle Dipendenze patologiche: la Asl dell’Aquila in scuole, carceri e centri di aggregazione
videogiochi
Attualita'
Internet e videogiochi, quando il troppo stroppia: i consigli alle famiglie
Lo spettro della violenza in casa, allontanato sulmonese alcolista
Sanita' e prevenzione
Dipendenze patologiche, il Serd della Asl1 scende in campo per la prevenzione: gli appuntamenti