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Trattenute in busta paga, la Asl1: “Da Cgil accuse infondate, già provveduto a inoltrare specifica richiesta”

La Asl 1 replica alla Fp Cgil: "Presunte inottemperanze dei pagamenti per le trattenute in buste paga, accuse infondate".

La Asl 1 replica alla Fp Cgil: “Presunte inottemperanze dei pagamenti per le trattenute in buste paga, accuse infondate”.

In riferimento alle accuse da parte della FP CGIL della provincia dell’Aquila in merito a una presunta inottemperanza dei pagamenti della scrivente, la Direzione strategica della Asl 1 “chiarisce di avere, invece, già provveduto a inoltrare specifica richiesta presso l’istituto di credito di appoggio affinché questi possa garantire il pagamento urgente delle trattenute in busta paga ai relativi creditori. A tale richiesta, il servizio Bilancio ha peraltro allegato il dettaglio completo dei soggetti beneficiari per il disbrigo delle procedure bancarie necessarie. L’accusa lanciata dall’organizzazione sindacale è solo l’ennesimo tentativo di screditare l’Azienda, composta da personale sanitario e amministrativo che – rammentiamo – ha risposto a un attacco informatico di enorme portata, causa di inevitabili disagi e rallentamenti, senza per questo venir meno agli impegni assunti nei confronti degli utenti. Per tali ragioni non sono ricevibili strumentali accuse aventi l’obiettivo di infangare la considerazione e il riguardo che questa Direzione strategica ha nei confronti dei propri dipendenti”.

La Cgil aveva invece sottolineato: “Abbiamo avuto modo di apprendere da numerose segnalazioni pervenute a questa organizzazione Sindacale da parte di lavoratrici e lavoratori, a cui ha fatto seguito una prima (e finora unica) comunicazione da parte della Asl, che nonostante l’ufficio del Personale abbia correttamente continuato ad effettuare le trattenute in busta paga nei confronti del personale dipendente che ha in essere sulle proprie retribuzioni il trattenimento a titolo di, per es, cessione del quinto dello stipendio, premio assicurazione, deleghe sindacali, pignoramenti, ecc., il servizio di Tesoreria della stessa Asl evidentemente a causa dell’attacco hacker, non ha ottemperato, da due mesi a questa parte, al conseguente versamento ai vari istituti di credito, banche, assicurazioni, enti pubblici ecc., delle somme trattenute a lavoratrici e lavoratori”.

Anche Stefano Albano, capogruppo del Partito democratico al Consiglio comunale dell’Aquila, i consiglieri comunali Stefano Palumbo e Stefania Pezzopane, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, il segretario cittadino del Pd aquilano Nello Avellani e quello provinciale Francesco Piacente ed Eva Fascetti responsabile Pd per la sanità sono intervenuti sulla vicenda: “La gestione della Asl provinciale dell’Aquila ha raggiunto un punto di non ritorno, un caso clamoroso di cui il sonnolento centrodestra – interessato alla sola costruzione del consenso pro domo sua – non si accorge o, peggio, non vuole accorgersi: l’azienda, dopo il caso dell’attacco hacker, non versa il quinto dello stipendio dei dipendenti alle banche! Un fatto che, da solo, basterebbe a chiedere scusa e a lasciare in silenzio l’incarico, ma abbiamo imparato a conoscere la presunzione del direttore generale e il suo attaccamento al potere e ci sembra persino superfluo, oramai, chiederne le dimissioni. Saranno le sedi opportune, ora, a ristabilire le regole dopo la diffida dei sindacati”.
“I dipendenti dell’azienda sanitaria”, spiegano gli esponenti del Pd, “rischiano, nel migliore dei casi, di dover pagare delle more o, peggio, di finire nel ‘libro nero’ del Sistema di informazioni creditizie come cattivi pagatori, considerando che la Asl ha trattenuto il quinto dello stipendio senza versarlo alle banche. Siamo davanti ad un atteggiamento disarmante, soprattutto a leggere il ‘bollettino’ quasi quotidiano che dirama l’azienda condito dal ritornello secondo cui ‘tutto va bene”’.
“Stando a quanto denunciano dipendenti e sindacati, peraltro”, aggiungono… , “sono state le banche ad avvertire del mancato pagamento delle rate di aprile e maggio, perché l’azienda – impegnata in quella che appare più come sterile propaganda che come comunicazione istituzionale, soprattutto di crisi – non si è neppure degnata di avvertire il personale”.
“Ma d’altra parte”, rilevano gli esponenti del Pd, “a proposito di sensibilità nei confronti dei lavoratori, cosa aspettarsi da un’azienda che detiene il primato di lavoro precario in Abruzzo e che non sta pianificando il turnover per i prossimi anni e questo non può che preoccupare, considerando che 611 unità lavorative risultano avere una età compresa tra i 60 ed i 64 anni e 139 unità lavorative tra i 65 e 67 anni. Nel frattempo, proprio in questi giorni, la Asl della provincia di Chieti ha concluso le procedure di stabilizzazione per la bellezza di 624 precari tra infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici di radiologia, medici, veterinari, farmacisti e psicologi”.

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