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Claves ad historiam, l’associazione Quarto di San Pietro svela i segreti degli antichi mestieri

L'AQUILA - Le rievocazioni continuano ad animare il centro storico. L'evento "Claves ad historiam" dell'associazione Quarto di San Pietro.

L’AQUILA – Le rievocazioni continuano ad animare il centro storico. L’evento “Claves ad historiam” dell’associazione Quarto di San Pietro.

All’indomani del Festival delle Città del Medioevo, le rievocazioni continuano ad animare il centro storico dell’Aquila. Durante l’intera giornata di domenica 7 luglio, presso il Palazzetto dei Nobili, in occasione della ricorrenza della Festa di San Pietro, l’Associazione Quarto di San Pietro ha fornito alla cittadinanza uno spaccato della vita medievale indagata nei suoi aspetti meno conosciuti. Non a caso l’evento, che ha riscosso l’apprezzamento di figure autorevoli nel campo della ricerca storica come il professor Alfonso Forgione e la professoressa Silvia Mantini, docenti rispettivamente di Archeologia Cristiana e Medievale e di Storia Moderna presso l’Università dell’Aquila, ha avuto come titolo Claves ad Historiam. Si è infatti cercato di fornire ai visitatori le giuste chiavi di lettura per interpretare correttamente le varie componenti di un’epoca di cui, a dispetto di tutti gli studi portati avanti, si sa ancora poco. Sono soprattutto gli elementi legati alla sfera della vita quotidiana quelli ad essere meno conosciuti, dal momento che di essi abbiamo poche tracce documentali. Ed è su tali elementi che hanno concentrato gli sforzi i membri dell’Associazione Quarto di San Pietro mediante l’allestimento di spazi dedicati alla rievocazione degli antichi mestieri, arricchiti con dettagliati pannelli esplicativi corredati da precise note bibliografiche.

I visitatori sono stati accolti dai profumi, i sapori, i suoni ed i colori che accompagnavano la vita degli uomini e delle donne medievali. Non si è parlato solo di principi e re ma anche e soprattutto di mercanti, artigiani, tessitrici, erboriste e cuoche. Hanno pertanto trovato spazio quelle figure che nell’immaginario collettivo vengono solitamente tralasciate ad esclusivo vantaggio di castelli e battaglie.
Sono state portate all’attenzione del pubblico le pratiche relative all’arte del ricamo e dell’oreficeria, con l’esposizione di abiti e riproduzioni di monili realizzati sulla base di attenti studi filologici. Le fogge ed i colori degli abiti, la sofisticatezza dei gioielli, hanno sfatato il luogo comune che vede il medioevo come grigio e miserevole. Accanto ai tessuti che venivano impiegati per realizzare gli abiti, sono state esposte le sostanze con cui venivano eseguite le tinte.
Insieme agli abiti, due componenti fondamentali nella vita quotidiana dei nostri antenati vissuti nell’Età di Mezzo erano il cibo e, quando la dura vita dell’epoca lo permetteva, lo svago. Ecco quindi esposte le pietanze che più comunemente avremmo trovato sulla tavola di Dante o del nostro Buccio di Ranallo. Sicuramente carne e pesce, spesso d’acqua dolce, ma anche verdure e legumi. Venivano usate molto le spezie ed il miele, spesso combinati con cibi che al giorno d’oggi mai verrebbero conditi con ingredienti dolci. La cacciagione imbandiva le tavole dei più ricchi. Niente pomodori, mais o patate che sarebbero arrivati dopo la scoperta dell’America. Per trascorrere momenti di svago, si ricorreva a giochi da tavolo o ai dadi suscitando con quest’ultimi i malumori delle autorità.

Notevole curiosità ha riscosso la ricostruzione della figura del cambiavalute che ha illustrato al pubblico le caratteristiche della lettera di cambio, alla base della moderna banconota.
Molto visitato il tavolo dedicato alla figura dello speziale, presso il quale Dama Annamaria ha mostrato una lunga serie di erbe, fiori e frutti da cui venivano ricavati infusi, unguenti ed impacchi lenitivi per far fronte ai vari malanni, spesso terribili, che affliggevano gli uomini e le donne dell’epoca.  A fianco dello speziale, le raffinatissime realizzazioni delle dame merlettaie che ancora oggi portano avanti la tradizione del tombolo aquilano.
La giusta atmosfera per una manifestazione dal sapore così rievocativo è stata fornita dalle danze e dalla musica di Perra Mora e di Aquila Altera.

 

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