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Rigopiano, depositato il ricorso contro le assoluzioni

4 luglio 2023 | 18:55
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Rigopiano, depositato il ricorso contro le assoluzioni

Depositato l’appello contro la sentenza di primo grado sulla tragedia dell’hotel Rigopiano. Erano state chieste 26 condanne, il Tribunale ha assolto, lo scorso febbraio, 25 imputati

Depositato il ricorso contro le assoluzioni di Rigopiano.

LaProcura di Pescara ha depositato l’appello contro la sentenza di primo grado sulla tragedia dell’hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), travolto il 18 gennaio 2017 da una valanga che provocò la morte di 29 persone. La Procura ha impugnato la decisione, emessa lo scorso
23 febbraio dal gup del Tribunale del capoluogo adriatico, relativamente a tutte le persone assolte per le quali era stata chiesta una condanna. Il procedimento davanti al gup si era concluso con 25 assoluzioni e 5 condanne.
In primo grado sono stati condannati il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, a due anni e otto mesi; il dirigente del settore viabilità della Provincia di Pescara e il responsabile del servizio viabilità dell’ente, Paolo D’Incecco e Mauro DiBlasio (3 anni e 4 mesi); l’ex gestore dell’albergo, rappresentante della Gran Sasso Resort & Spa, Bruno Di Tommaso (sei mesi) e il redattore della relazione tecnica per l’intervento sulle tettoie e verande dell’hotel, Giuseppe Gatto (6 mesi). Tra le assoluzioni spiccano quelle dell’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, dell’ex presidente della Provincia di
Pescara Antonio Di Marco e di esponenti di varie istituzioni, quali Regione Abruzzo, Provincia di Pescara, Comune di Farindola e Prefettura.

I motivi delle assoluzioni sono contenuti nelle motivazioni depositate dal gup Sarandrea a tre mesi dal pronunciamento. Il documento di 274 pagine si concentra sul concetto di imprevedibilità dell’evento e sulla nonriscontrabile responsabilità degli imputati, che esclude “qualsivoglia collegamento causale tra la presunta condottaomissiva tenuta dagli imputati e il crollo dell’hotelRigopiano”.
Nessuna responsabilità, secondo il gup, a carico di uno dei principali imputati, l’ex prefetto Provolo, e dei suoi più stretti collaboratori, la cui condotta non può assumere rilevanza nello sviluppo causale degli eventi. Il giudice sottolinea, inoltre, che “della conclamata carenza nellagestione della strada non possono essere chiamati a rispondere” l’allora presidente della Provincia, Antonio Di Marco, che tra l’altro “si è particolarmente prodigato per la risoluzione deiproblemi che affliggevano la zona”, e il comandante della Polizia provinciale.
Il sindaco, condannato per non aver dichiarato inagibile l’hotel e per non averlo sgomberato, èstato invece assolto per i capi riguardanti l’eventualeprevedibilità di una valanga e la mancata convocazione dellaCommissione valanghe.

La procura, rappresentata dal procuratore capo Giuseppe Bellelli e dai pm Andrea Papalia e Anna Benigni, nel corso del processo aveva chiesto 26 condanne, per un totale complessivo di 151 anni e mezzo di reclusione, e quattro assoluzioni. Subito dopo la lettura della sentenza, in aula era scoppiato il caos, tra la rabbia e la disperazione dei parenti delle vittime.