Camarda tra ieri e oggi, terra di giovani pastori che custodiscono le tradizioni di un tempo, testimoni di quegli antichi mestieri che stanno scomparendo. Sarà proprio la frazione aquilana a fare da cornice alla presentazione del libro sulla Transumanza “Introiti ed esiti”, sabato 8 luglio.
Gli antichi mestieri che resistono al tempo, custodi delle tradizioni che furono e che, sorprendentemente, vengono portate avanti dai giovani di oggi.
Traccia un quadro sulla Transumanza, dalla storia antica dei pastori a quella più recente, che affonda le sue radici nel ‘900, il libro che sarà presentato sabato 8 luglio al Centro Polifunzionale di Camarda. L’opera, scritta dai dottori Antonio Porto e Antonio Piras, si intitola “Introiti ed esiti” e ricostruisce i modelli di gestione della transumanza tra la fine del ‘700 e la metà del ‘900, con un focus specifico dedicato alle notizie storiche su Camarda. Appuntamento alle 18,30 per la presentazione dell’opera: l’incontro sarà moderato dalla dottoressa Martina Coccia. A promuovere l’appuntamento l’associazione culturale “Il Treo”. L’evento sarà quindi anche l’occasione per ricordare i tratti storici di Camarda, centro agrosilvopastorale fin dai tempi del Fascismo. I pastori partivano per la transumanza direzione Foggia, attraversando le vie verdi dei Tratturi. D’estate il ritorno, per poco tempo, in paese. Poi, dopo la festa di San Giovanni Battista, si mettevano in viaggio verso l’alpeggio a San Pietro della Jenca, per terminare nei mesi più caldi il pascolo alla Piana di Camarda, fino a Pizzo Camarda. Quanti pastori errati sono rimasti, oggi? Sicuramente pochi, anche per via dello spopolamento del paese, nel cuore delle aree interne aquilane.
Pastori che, ieri come oggi, si ritrovano a fare i conti con un mestiere faticoso, soggetto alle intemperie del meteo e della natura e al rischio che i lupi attacchino le loro greggi, con pochi indennizzi da parte di Ente Parco nazionale del Gran Sasso e da parte della Regione Abruzzo.
Eppure, proprio Camarda offre gli esempi e le esperienze di diversi pastori giovani, anzi giovanissimi considerando l’antico mestiere e le necessità che porta con sé: anche e soprattutto di loro, del loro lavoro, dei frutti di una pastorizia che continua, attraversando le montagne, dai monti al mare, parlerà il libro che sarà illustrato nell’incontro di sabato. Loro che tramandano l’attività di generazione in generazione, come l’esempio di Angelo Spagnoli, il pastore che – anni fa – aveva incontrato Papa Giovanni Paolo II, incontro storico che Il Capoluogo vi aveva raccontato qui.
Come lui anche suo figlio Renato ha ereditato la passione per l’antico mestiere.
Tra i giovani pastori del luogo ci sono, ancora, nell’ordine: Giorgio Scipioni, Giovanni Pastori, Flavio Gianfrancesco e Gianni Tramontelli, che ogni giorno si recano a pascolare le greggi al Gran Sasso.
