Salvatore Parolisi a Chi l’ha Visto: Non ho ucciso Melania

6 luglio 2023 | 18:40
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Salvatore Parolisi a Chi l’ha Visto: Non ho ucciso Melania

A Chi l’ha visto, dopo 12 anni, si dà voce all’assassino di Melania Rea, il marito Salvatore Parolisi, ancora in carcere. “Sono innocente, amavo mia moglie”.

Dopo 12 anni di carcere e una condanna definitiva a 20 anni per l’omicidio della moglie Melania Rea, Salvatore Parolisi non fa un passo indietro e nell’intervista fiume rilasciata a Chi l’ha Visto, ha continuato a sbandierare la sua innocenza.

“Sono innocente: non ho ucciso io Melania. L’ho tradita mille volte, anche 4 anni con una francese, perché mia moglie mi lasciava solo ed era una mammona, stava sempre con la bambina, preferiva dormire con la madre piuttosto che con me”, ha detto l’ex caporalmaggiore dell’Esercito, uscito in permesso dal carcere di Bollate, – dopo un periodo di reclusione a Castrogno – dove sta scontando la condanna comportandosi come une tenuto modello. A gennaio 2020, tramite il suo legale, Salvatore Parolisi ha presentato una richiesta per seguire alcune lezioni direttamente nella facoltà di giurisprudenza.

Il processo d’appello a carico di Salvatore Parolisi era stato celebrato presso la Corte dell’Aquila nel 2011. L’omicidio era avvenuto ad aprile dello stesso anno. Per l’accusa è stato proprio l’ex militare a uccidere con 35 coltellate la giovane moglie 28enne Melania Rea, madre della loro bambina, la piccola Vittoria che, all’epoca, aveva solo 18 mesi. Il corpo della donna venne ritrovato dopo una segnalazione telefonica anonima nel boschetto delle Casermette di Ripe di Civitella del Tronto, in provincia di Teramo. Della donna si erano perse le tracce il 18 aprile durante un gita a Colle San Marco, vicino Ascoli. A dare l’allarme fu il marito che disse di averla persa di vista mentre giocava con la piccola sull’altalena,

Il 19 luglio 2011 Parolisi fu arrestato. Il 26 ottobre 2012 fu condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio della moglie, pena ridotta in appello a 30 anni di reclusione (il 30 settembre 2013). Il 10 febbraio 2015 la Corte di Cassazione ha stabilito che la pena è da rideterminare, perché non c’è l’aggravente della crudeltà e il 13 giugno 2016 lo ha condannato in via definitiva a 20 anni senza ulteriori sconti per le attenuanti generiche.

Ma lui, ancora oggi, dopo 12 anni di reclusione, continua a dichiararsi innocente. “Se sono stato condannato giustamente, ma che mi dai venti anni? Eppure la notizia è quella: è già uscito. Ma io sarei potuto uscire già 4 anni fa. Perché qua ci sono gli ergastolani che hanno duplice omicidio, triplice omicidio, aggravato dalla crudeltà e che escono dopo sette anni”.

salvatore parolisi

Durante l’intervista ha quasi voluto addossare alla moglie la responsabilità delle sue continue scappatelle:“Il matrimonio era la realizzazione di un sogno: quello di avere la mia famiglia, di godermi i figli, ma la verità era che lei andava e veniva, non potevo neanche stare a letto con mia moglie, la mamma ogni tanto si addormentava con lei. Poi è uscita incinta (è rimasta incinta, ndr)…Tornare a casa, aprire la porta e tu rimani solo e litighi al telefono perché dici: ‘Come mai?, ti rendi conto che la casa è vuota, se non volevi perché hai fatto questo passo?’ Io non l’avrei mai aggredita a Melania, se vedi il primo anno ho camminato dritto. Dopo io ho avuto questa altra delusione, cioè il fatto che dopo un mese se ne andava via, che c’erano il padre, la madre. Sono stato a Cuneo, a Torino, a Udine: sì, avevo delle storie, diciamo così, ma giustamente io amavo Melania. Ho avuto una storia con una francese per quattro anni, se tu vedi questa francese dici Madonna mia, è una di quelle lì che escono in televisione: ma non è per la bellezza che ti sposi una persona, no?”.

E anche sulla conclamata relazione con la collega Ludovica a cui aveva promesso che avrebbe lasciato Melania per costruire una famiglia. “Quando uno tradisce può essere mai sincero? Melania era bellissima, Ludovica era solo una scappatella. Non era la prima volta che la tradivo, ero sempre fuori casa ma amavo Melania. Non pensavo che Ludovica avesse perso la testa per me, le ho detto un sacco di bugie. Sono stato un verme ma amavo Melania. Le davo una parte del mio stipendio perché non volevo che lavorasse”.

Parole pesanti che hanno ferito inevitabilmente i familiari della vittima.  “Quando ho visto l’intervista ho pensato, e lo farò, di comunicarlo al magistrato di sorveglianza perché trovo singolare che lui, essendo un detenuto in permesso premio, possa rilasciare interviste”, commenta l’avvocato Mauro Gionni, legale della famiglia di Melania Rea. “Parolisi, nonostante abbia fatto 12 anni di carcere, continua a mentire come aveva fatto prima di essere arrestato. Temo che la detenzione questo aspetto non lo abbia migliorato”. 

“La prima cosa che appare errata giuridicamente – spiega l’avvocato – è che se uno prende 20 anni non è innocente ma colpevole oltre ogni ragionevole dubbio. Non ha preso l’ergastolo solo perché all’epoca le norme erano diverse. Era consentito fare l’abbreviato, contrariamente a oggi, non era poi prevista l’aggravante del rapporto di coniugio, introdotta dopo il 2018, e poi perché gli fu contestata una unica aggravante (non anche i futili motivi né la premeditazione) e cioè la crudeltà che però cadde in Cassazione, secondo noi erroneamente, perché fu crudele uccidere la madre che sapeva della presenza della figlia sul posto e non sapeva neppure che fine avrebbe fatto. Non era solo una questione di numero di coltellate che possono non incidere se l’arma è piccola e i fendenti servono per uccidere”.

Omicidio Melania Rea, il marito Parolisi torna in libertà