Abruzzesi nel mondo

Juan Carlos Pomponio, l’Argentina e il ritorno nell’Abruzzo degli avi

Per la rubrica "Abruzzesi nel mondo", lo scrittore Juan Carlos Pomponio: il viaggio metafora della vita avventurosa. L'Argentina ed il ritorno nell'Abruzzo degli avi.

Lo scrittore Juan Carlos Pomponio: il viaggio metafora della vita avventurosa. L’Argentina ed il ritorno nell’Abruzzo degli avi.

L’Argentina è in assoluto, insieme al Brasile, il Paese che vanta il più alto indice di discendenti di origine italiana, tra cui lo stesso Abruzzo e Molise. Daniel Scioli, già Vice Presidente del Paese (ed ora Ambasciatore in Brasile) ha origini da Cantalupo nel Sannio(Is). L’On.Giuseppe Angeli, originario di Orsogna (Ch) fu’ eletto anche in sua rappresentanza nel Parlamento Italiano. Essendo Paesi di prima emigrazione, fin dalla fine dell’800, le ultime generazioni risultano ora tra le più integrate nei nuovi territori, con il loro inserimento in società sempre instabili. Così, in Argentina, come in Brasile, Cile e fin nell’isolata Bolivia, sono emersi anche veri e propri talenti letterari, già seguiti, come ora Juan Carlos Pomponio. Egli nasce il 23 settembre 1966, nella Città di Berazategui, nella provincia della grande Capitale Buenos Aires. La sua famiglia è originaria di Scerni, un bel borgo del chietino, a cui resterà sempre legatissimo. E così fin da giovane Juan Carlos, manifesta la sua natura libera e ribelle, più incline alle arti ed alla creatività non solo della scrittura, che ad una prospettiva ordinaria di lavoro. In particolare il suo ultimo romanzo, appena uscito si intitola: “Krishan il figlio del sole“. (Ed.Tabula Fati).Quest’opera, arriva dopo una produzione prolifica, tra letteratura e poesia, in gran parte scritta in spagnolo, per il grande mercato sudamericano. La novità arriva ora con quest’ ultima fatica editoriale, pubblicata in italiano, come simbolo quasi del ritorno alle sue radici abruzzesi, trasmesse dalla sua famiglia. Il tema costante della produzione letteraria di Pomponio è sempre il viaggio e l’avventura, che rappresentano una costante per tutta quella latino-americana. La strada, come fonte di ispirazione, che l’autore percorre, dal 2007 al 2009, in tutto il continente in autobus, come confessa in una lunga intervista concessa a Mira Carpineta, dell’Aise. La letteratura di viaggio ha una consolidata tradizione in tutto il continente americano, anche con il suo bagaglio storico, sociale e politico, ricordando sempre in Argentina il mitico viaggio in moto del giovane Ernesto “Che” Guevara. Un’emozione continua sulle polverose strade del Paese, ripreso da Juan Carlos in un’avventura sulle due ruote, della sua bici, con le bisacce piene di sogni, ma anche di libri da vendere, lungo le tappe del suo viaggio continuo. Da qui il nostro romanziere diventa una sorta di divulgatore della letteratura contemporanea, portandola anche fuori dai suoi confini, fin nella vecchia Europa. Qui alle sue radici multietniche, dalla Spagna in Italia ed all’ Abruzzo narrato dai suoi genitori, arrivando a conoscere ed a soggiornare, nella sua Scerni, in provincia di Chieti. Un caratteristico paese di tremila abitanti, immerso in una natura rigogliosa, ricco di storia e di tradizioni secolari, con le sue preziose api, che ha visto i suoi figli emigrare in ogni angolo del mondo, spesso con il viaggio di sola andata. Lo scrittore Pomponio, ha sedimentato tutti questi ricordi familiari, per poi miscelarli, ricomporli e trascriverli nelle sue opere: “A ventinove anni e d’allora non ho più smesso, è una sorta di necessità fisiologica… scrivo in modo quasi compulsivo, senza pensare, è un fiume d’inchiostro, che proviene da qualche luogo sconosciuto, inarrestabile, prorompente…. nella mia scrittura, non c’è nulla di strutturato e disciplinato“. Juan Pomponio si presenta così in maniera poliedrica e versatile, anche con la sua passione viva per lo yoga. “Sono uno scrittore, poeta italiano, ma nato in Argentina. Ho quindici libri pubblicati in spagnolo. Insegnare è una delle mie grandi passioni e voglio farlo in un modo, che non sia noioso. Faccio anche traduzioni. Fino al mese di agosto 2018, quando spinto per una forza inarrestabile cominciai a dipingere, senza fermare un solo minuto, realizzando più di 25 opere ed un paio di esposizioni…” E come disse la grande poetessa Violeta Parra: Grazie alla vita che mi hai dato tanto“: “La Principessa Nomade“, l’artista cilena, che ha cantato il mondo libero, con passione e volontà universale, celebrata anche in Italia, attraverso l’Istituto Italo-latino-americano(IILA), di Roma, con il sodalizio che vuole ancor oggi promuovere i rapporti con l’intero subcontinente, dove le radici dei nostri connazionali sono più profonde, segnando la storia di interi Paesi, con i suoi pionieri, emersi in tutti i campi delle loro turbolente società. “Il passato non si cancella, fa parte del presente“: così scrive il noto romanziere spagnolo, Javier Cercas, con lo spazio collocato tra realtà e finzione, sempre più indistinto, come descritto nel suo ultimo libro “Terra Alta“, tra l’altro vincitore di diversi premi, tra cui il Planeta e l’Internazionale Flaiano, a Pescara. Un autore che lascia il segno con il suo fraseggio immaginifico: “il mio ideale sono quei romanzi, che sono facili da leggere e difficili da capire “In tal senso si potrebbe aggiungere che la letteratura, nasce nei luoghi e nelle menti dei singoli scrittori, ma poi diventa patrimonio universale, come cultura collettiva, che non può essere rinchiusa nei recinti campanilistici degli stessi Premi, in un mondo sempre più globalizzato, dove va analizzato il suo distillato, con i  valori di base e quelli integrati e non assimilati, per averne una sintesi più avanzata. In particolare questo “genere fantasy”, come in Pomponio, ha avuto illustri capostipiti, come J.R.R. Tolkien o G. Orwell in “1984”, che si presta a descrivere il mondo, più con metafore o allegorie, con “occhi curiosi, mai sazi di cogliere il nuovo, il domani, il futuro, ma senza dimenticare il passato, il valore dei ricordi”.

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