Villaggio Livigno, il contenzioso infinito: “L’interesse pubblico è superiore a quello dei privati”

8 luglio 2023 | 08:07
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Villaggio Livigno, il contenzioso infinito: “L’interesse pubblico è superiore a quello dei privati”

San Demetrio ne’ Vestini, sul Villaggio Livigno un contenzioso che sembra non avere fine. A Grandangolo parlano il sindaco Antonio Di Bartolomeo e l’avvocato Marco Mastracci.

Contenzioso sul Villaggio Livigno tra il comune di San Demetrio ne’ Vestini e la Progetto Stiffe Spa. A Grandangolo parlano il sindaco Antonio Di Bartolomeo e l’avvocato Marco Mastracci.

Una nuova sentenza, in data 30 maggio 2023, ha segnato l’ennesima pagina nella lunga e complessa storia del contenzioso sul Villaggio Livigno a Stiffe. In sintesi ricordiamo che, nel post sisma, il Comune lombardo di Livigno aveva donato una somma di denaro (315mila euro) al Comune di San Demetrio, con cui – in n secondo momento – fu acquistata l’ormai nota struttura in legno. La struttura è stata collocata su un terreno di proprietà della Progetto Stiffe Spa, la società che, fino al 2018, aveva la concessione del complesso turistico. Quindi, era stato sottoscritto un protocollo d’intesa che prevedeva – alla scadenza della concessione per la gestione delle Grotte – il trasferimento del bene al Comune di San Demetrio, per un costo di 6mila euro. Trasferimento che, tuttavia, non è mai avvenuto: da qui sono partiti i corsi e ricorsi giudiziari, tesi a stabilire la cosiddetta proprietà prevalente e che hanno reso inutilizzabile la struttura per anni ed anni. L’ultima sentenza in ordine di tempo, quella di fine maggio appunto, ha dichiarato “improcedibile” la richiesta del Comune di trasferire la proprietà del terreno. Sull’intricata vicenda Il Capoluogo ha invitato gli attori coinvolti a fare chiarezza. Ai microfoni del direttore David Filieri il sindaco di San Demetrio, Antonio Di Bartolomeo, e l’avvocato del ComuneMarco Mastracci. Impossibilitata a partecipare al confronto, invece, la presidente della Progetto Stiffe Spa.

“Si tende a parlare di vincitori e vinti, lo si è fatto in seguito a questa sentenza. Tuttavia, io penso che dopo questo pronunciamento continuino a perdere tutti i cittadini di San Demetrio,perché le Grotte di Stiffe sono di tutti e la causa che il Comune porta avanti credo sia un atto dovuto evidenzia il primo cittadino Di Bartolomeo – Qualcuno parla della volontà di reagire a una sentenza per mettere in atto azioni di ritorsione nei confronti di un’attività commerciale insediatasi nel villaggio. Va precisato che molti a San Demetrio sono soci della Progetto Stiffe Spa, anche membri della mia stessa famiglia: ma l’interesse del pubblico è superiore a quello dei privati. Poco prima della sentenza la Progetto Stiffe ha subaffittato la struttura a un privato, che era a conoscenza del procedimento giudiziario che pende sulla struttura: quando arriva il pronunciamento del Tribunale a sottolineare l’assenza di titolo edilizio che rende, di fatto, la struttura abusiva, è stato di conseguenza obbligatorio – normativamente parlando – l’intervento dei tecnici comunali”, precisa Di Bartolomeo.

L’avvocato Mastracci ricostruisce i dettagli della vicenda.Fu l’allora amministrazione comunale a decidere che la donazione per l’acquisto della struttura non arrivasse direttamente al Comune di San Demetrio, ma fosse indirizzata alla Progetto Stiffe, stipulando come garanzia il Protocollo d’intesa affinché, alla scadenza della concessione, l’azienda  trasferisse nella proprietà del Comune l’immobile, con un ulteriore corrispettivo economico da parte dell’ente comunale pari a 6mila euro”.Un protocollo d’intesa contestato dalla Progetto Stiffe Spa. L’azienda ha affermato, infatti, come il documento sottoscritto non fosse “un atto vincolante, bensì un atto di indirizzo politico”.
Tuttavia, è stato il giudice stesso a stabilire, nell’ambito della recente sentenza, che il protocollo stipulato “non corrispondesse ad un atto di programmazione politica, ma ad un atto preliminare con cui l’azienda assumeva l’obbligo di trasferire la struttura in legno al Comune, con contestuale pagamento di 6mila euro”, evidenzia ancora il legale nella sua ricostruzione.

Perché, allora, il Tribunale ha dichiarato improcedibile la richiesta del Comune di San Demetrio ne’ Vestini?
“Il Comune ha chiesto un trasferimento coattivo del bene immobile (il terreno), quindi il godimento del bene e non la proprietà. Ma si è in assenza di un documento essenziale, cioè il titolo edilizio. Il giudice, accertando i fatti e precisando la natura e l’effettivo valore del Protocollo d’intesa, ha stabilito che il trasferimento non fosse possibile, proprio in mancanza di un elemento essenziale – in considerazione dell’accatastamento della struttura – qual è il titolo edilizio. Titolo che non c’è perché la struttura di legno era arrivata in seguito ad un’ordinanza temporanea da parte dell’allora sindaco, in virtù delle urgenze post terremoto. Poiché, inoltre, la sentenza ha stabilito l’improcedibilità non c’è possibilità di ricorrere in appello”, sottolinea Mastracci.

Il problema di fondo del Villaggio Livigno, dunque, precisa l’avvocato, è che “l’immobile è stato costruito sul terreno di un privato, dunque, per legge, bisogna rispettare la procedura di riferimento. In quel momento, quindi, è stato fatto un provvedimento in virtù dell’eccezionalità del sisma: in seguito, però, sarebbe stata necessaria la procedura di autorizzazione definitiva della struttura di legno, che non ha carattere temporaneo ma è ancorata a terra“. L’intervista integrale nel muovo appuntamento con “Grandangolo”.

grotte di stiffe