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Lawrence Ferlinghetti, il poeta della beat generation

20 luglio 2023 | 08:40
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Lawrence Ferlinghetti, il poeta della beat generation

Il ritratto di Lawrence Ferlinghetti, poeta della Beat Generation morto a 101 anni, per l’appuntamento con la rubrica a cura di Valter Marcone.

Lawrence Ferlinghetti, classe 1919, un’età sconsiderata e realistica come la sua arte. Poeta della beat generation, scomparso a 101 nel 2021 a causa del Covid, era il poeta “che recitava versi vissuti con malizioso dolore più che con rabbia”. Il ritratto di Valter Marcone per la rubrica Le nuove stanze della poesia.

Si deve a Fernanda Pivano la scoperta in Italia della Beat Generation di cui Lawrence Ferlinghetti fu un esponente di rilievo. Fernanda Pivano scomparsa quasi quindici anni fa rimane una figura chiave per la diffusione della letteratura americana nel nostro paese. Grazie a lei il pubblico italiano ha potuto conoscere molti autori d’oltreoceano: da Ernest Hemingway a Jack Kerouac, da Allen Ginsberg a Charles Bukowski. Per gli amici, e non solo per loro, Nanda, ha rappresentato l’amore per la letteratura e i libri dell’America della controcultura degli anni Sessanta e Settanta del Novecento..

Ma lei stessa fu introdotta nel mondo della letteratura americana da Cesare Pavese che le regalò quattro libri: Addio alle Armi di Hemingway, Foglie d’erba di Walt Whitman, Antologia di Spoon River di Masters e l’autobiografia di Sherwood Anderson. Il primo lavoro di cui si occupa è proprio la traduzione dell’Antologia di Spoon River scritta da Edgar Lee Masters e pubblicata da Einaudi nel 1943. Dalla fine degli anni Quaranta in poi, si dedica alle sue passioni preferite: viaggiare e tradurre libri. Vive d’incontri e di suggestioni. Conosce Faulkner, Dos Passos, Mailer, Carver, Borroughs. E poi altri incontri al di fuori dell’ambiente letterario: da Lou Reed a Andy Warhol, da Bob Dylan a Laurie Anderson e Patti Smith. S’innamora e stringe un legame profondo e tormentato con l’architetto e designer Ettore Sottsass che sposa nel 1949. Un matrimonio che si incrina però nel 1971.Vive insomma la sua vita tra avventure letterarie e avventure vere fino alla morte avvenuta a Milano il 18 agosto 2009. Era nata a Genova il 18 luglio 1917.

Molte storie sulla beat generation le possiamo apprendere da un libro “La Beat Generation” scritto da Gregory Nunzio Corso e proprio da Fernanda Pivano . Un saggio critico sulla storia della Beat Generation, nata in America e sviluppatasi successivamente anche in Europa e Italia. Un libro che parla anche dell’opera della stessa Pivano per la diffusione di questa corrente letteraria americana. . Il cuore del saggio verte su uno degli autori di massimo rilievo della Beat Generation e ben poco considerato dalla critica italiana e internazionale. Il suo nome é Gregory Nunzio Corso. Maggiore spessore viene data alla sua celeberrima poesia Bomb, una lettera d´amore alla Bomba atomica, sicura accusa contro l´intenzione violenta dell´uomo di utilizzare un oggetto che non ha colpa per le devastazioni che procura perchè è l’uomo e solo l’uomo che la usa intenzionalemnte appunto per arrecare quelle morti e distruzioni . Un saggio forte scritto e analizzato dall´autrice in modo passionale. Un saggio originale con spunti forti presi dagli stessi autori che hanno reso la Beat Generation un grande spartiacque tra le generazioni .

Negli anni Sessanta dunque traduce, promuove e diffonde in Italia la cultura beat. Fa conoscere Bob Dylan che diventa un mito per una generazione. Negli anni Ottanta promuove Jay McInerny, Erica Jong, Bret Easton Ellis, le nuove leve della letteratura americana. Coltiva amicizie con cantanti come Fabrizio de André di cui dice che è il più grande poeta italiano degli ultimi cinquant’anni, e dei più rivoluzionari cantautori del nostro panorama musicale, da Vinicio Capossela a Jovanotti, da Morgan a Vasco Rossi.

Tra i suoi numerosi contributi critici, che privilegiano la testimonianza diretta offrendo vivaci ritratti degli scrittori e dei fenomeni letterari: La balena bianca e altri miti (1961), America rossa e nera (1964), Beat Hippie Yippie (1972) e i più recenti Amici scrittori (1995), Altri amici, altri scrittori (1997), Album americano: dalla generazione perduta agli scrittori della realtà virtuale (1997), Viaggio americano (1997), Dreamers: la generazione che ha cambiato l’America (1998), Dopo Hemingway: libri, arte ed emozioni d’America (2000), Un po’ di emozioni (2002), The beat goes on (2004), I miei amici cantautori, 2005; Pagine americane (2005), Lo scrittore americano e la ragazza perbene: storia di un amore: Nelson Algren e Simone de Beauvoir (2007). Del 2006 è Spoon River, ciao, album di fotografie in bianco e nero scattate da W. Willinghton e commentate da brevi versi di P.; nel 2008 sono stati pubblicati i suoi Diari 1971-1973, il secondo volume dei quali, Diari 1974-2009, è uscito postumo nel 2010. Dal 1992 socia onoraria dell’Accademia di Brera, per la sua opera ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il premio Grinzane Cavour (2003). Il ricco patrimonio documentario e librario della P. è confluito nella Biblioteca Riccardo e Fernanda Pivano inaugurata a Milano nel 1998.

Tra i poeti della beat generation in particolare ha diffuso le opere di Lawerence Ferlinghetti . Un poeta libraio che ha svolto anche altri mille mestieri .Nato nel 1919 a Yonkers, nello Stato di New York, da padre bresciano, cresciuto in Francia, approdato negli anni Cinquanta a San Francisco, che da allora è divenuta la sua patria di adozione.

È lì che nel 1953 ha fondato City Lights, la prima libreria al mondo a vendere esclusivamente tascabili (ora però vende anche hardback) che ben presto diventò anche casa editrice, pubblicando fra l’altro uno dei libri di poesie più venduti al mondo, Howl and other poems di Allen Ginsberg. Lo stesso Ferlinghetti fra l’altro fu un bestseller con il suo libro A Coney Island of the Mind (pubblicato però da New Directions) che nel giro di pochi anni arrivò a vendere oltre un milione di copie.

L’amicizia e il rapporto intellettuale con Allen Ginsberg, Gregory Corso, Jack Kerouac, William Burroughs, Diane Di Prima, Peter Orlowsky e gli altri beat determinò la sua appartenenza a quella che appunto fu chiamata la “beat generation”, di cui è sempre stato l’editore di riferimento. A lui si deve anche il merito di aver pubblicato Bukowski, di cui raccolse in volume gli articoli pubblicati nella sua rubrica settimanale “Diario di un vecchio sporcaccione”. Negli USA degli anni 1950 con il nome di “ beat generation” fu indicato un movimento giovanile contraddistinto da un forte spirito di ribellione e di rifiuto verso i valori tradizionali della società contemporanea,. In questo movimento confluirono istanze quali il pacifismo (specie negli anni della guerra del Vietnam), il femminismo e le rivendicazioni dei diritti sociali da parte degli afroamericani. Un movimento trasversale che interssò oltre alla letteratura anche l’arte visiva, la musica .

Ferlinghetti è un poeta che non ha appartenenza : muove da quella vasta generazione che poi fu chiamata “ beat” ma tuttavia rimane l’erede di una scuola che crede che” la parola e l’arte possono cambiare il mondo, cambiando le coscienze. La letteratura, la poesia, l’arte, illuminano i tempi bui, i rapporti umani, le coscienze.” Così le sue poesie risplendono per tutti e per tutto a partire dagli anni Sessanta e Settanta dello scorso secolo anche se la collocazione del loro autore è quella di un filone importante della cultura americana di segno anarchico in cui si muovono movimenti , come abbiamo già detto contro la guerra nel Vietnam e movimenti per i diritti civili .
Questi temi si avvertono nei suoi versi anche se la sua poetica in realtà è universale rispetto ai sentimenti e alle emozioni che suscita perchè interessa tutto il cuore umano :

Da Un mucchio di immagini spezzate,
«Una scala capovolta appoggiata al cielo
Un’onda che sta per infrangersi su una spiaggia
Un uccello in volo che sta per gridare
Due sirene che si cantano l’un l’altra
segnano il luogo dove una storia è finita»
Da Nei boschi dove molti fiumi scorrono
«E a malapena sapevo pensare
a quest’oggi dalla barba incolta
con i suoi corvi beffardi
che prendono il volo da alberi secchi
e gracchiano e stridono
e mettono in dubbio ogni altra primavera e cosa»
Da Le donne di Sorolla,
«E io sentivo il giorno precipitare
come i gabbiani che si tuffavano
fino quasi a terra
mentre gli ultimi gitanti si sdraiavano
e si amavano nel giallo delle ginestre ventose»
Da Il cane nella casa bianca
«Ti dico che è una vita da cani qui
Il mio padrone non tollera cani arroganti
Così cerco di adeguarmi e gli lecco le scarpe di tanto in tanto
proprio come fa ogni
scimmia quando vede un’altra scimmia farlo
e ho una certa posizione qui
sono un Cane da Guardia»

In Little boy la sua biografia scritta nel 2019 al compimento del centesimo anno di età , si descriveva così : “ un fanciullo cresciuto da romantico contestatore, che ha conservato la sua giovanile visione di una vita destinata a durare per sempre, immortale come lo è ogni giovane convinto che la sua identità speciale non morirà mai”. E’ morto l’anno successivo a 101 anni ma nella sua vita è riuscito a diventare immortale prima della morte.
La Vity Lights la casa editrice di Ferlinghetti che esiste ancora, pubblicava poesie e testi di autori emergenti, avventori della libreria. Spesso in contrasto e contestazione addirittura con le tradizioni culturali delle università in particolare dalla Columbia. Tra queste opere Ferlinghetti pubblicò L’Urlo e altri Poemi di Allen Ginsberg, un poeta misconosciuto , di origini ebraiche e omosessuale. Il libro (volume 4 della serie) risultò così dirompente rispetto alla tradizione da costringere le autorità ad arrestare Lawrence con l’accusa di oscenità. Per la prima volta però un imputato si appellò al primo emendamento della costituzione americana, quello sulla libertà di parola, per la pubblicazione di materiale controverso ma di interesse pubblico.
Il libro stesso si trasformò nel ponte attraverso il quale il “ Rinascimento di San Francisco” entrò nell’immaginario occidentale, e poi mondiale, con i versi eterni e potenti: «Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi per strade di negri all’alba in cerca di droga rabbiosa, hipsters dal capo d’angelo ardenti per l’antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte».

Versi potenti che lo stesso Ferlinghetti scrive anche in altre occasioni come questi riferiti proprio alla poesia :
O fragili poesie
fiori d’amore-notte
Rabbrividire di chitarre
sul Guadalquivir
Voci echeggiate
su terrazze assolate
Statue bianche all’imbocco dei ponti
E le braccia bianche delle strade
Balzo di cavalli bradi
che incidono la terra scalpitando
Treni di notte
dalle sirene maledette nascoste
nel libro del tempo
Sere autunnali sulla Third Avenue
la luce ocra che ora si spegne
Manichini nudi
sulle scale antiincendio di casamenti popolari
Neonati gettati
in bagni di lacrime
Risate come cristallo in frantumi
Coppe di champagne lanciate dentro i caminetti
Alba e gli amanti spossati
ancora da saziare
Tutte, tutte le poesie del sogno umano
ancora da liberare!

Il suo “A Coney Island of the Mind”, tradotto in diverse lingue, è tra i libri di poesia più letti al mondo con oltre un milione di copie stampate. Oppure versi i in linea proprio con quella contestazione che caratterizza l’intera generazione a cui appartiene:

Pietà per la nazione
(alla maniera di Khalil Gibran)
Pietà per la nazione i cui uomini sono pecore
E i cui pastori sono guide cattive
Pietà per la nazione i cui leader sono bugiardi
I cui saggi sono messi a tacere
E i cui fanatici infestano le onde radio
Pietà per la nazione che non alza la propria voce
Tranne che per lodare i conquistatori
e acclamare i violenti come eroi
E che aspira a comandare il mondo
Con la forza e la tortura
Pietà per la nazione che non conosce
Nessun’altra lingua se non la propria
Nessun’altra cultura se non la propria
Pietà per la nazione il cui fiato è denaro
E che dorme il sonno di quelli
con la pancia troppo piena
Pietà per la nazione Oh pietà per gli uomini
Che permettono che i propri diritti vengano erosi
e le proprie libertà spazzate via
Patria mia, lacrime di te
Dolce terra di libertà!