La rubrica “Tutti i Santi giorni” del 22 luglio: Santa Maria Maddalena.
Il 22 luglio ricorre la memoria di Santa Maria Maddalena. Assai scarsi sono i riferimenti su Maria Maddalena nelle fonti storiche: viene descritta brevemente nel Nuovo Testamento e non è citata in altre fonti coeve o di poco successive. Il nome deriva dalla cittadina di Magdala, toponimo tratto dall’ebraico migdòl, “torre”, posta sulla sponda occidentale del Lago di Tiberiade. Nei Vangeli è tratteggiata attraverso pochi versi che evidenziano come fosse una delle discepole più vicine a Gesù: fu tra le poche presenti durante la Crocifissione, assisté alla deposizione nel sepolcro da parte di Giuseppe di Arimatea (Mc 15,47 e in Mt 27,61) e testimone diretta della Sua resurrezione ((Gv 20,1-2 e Mt 28,5). In Luca (Lc 8,2-3) Maria Maddalena è presentata come una delle donne che “assistevano Gesù con i loro beni”, guarite da spiriti cattivi e da infermità”: in particolare della Santa dice che da lei “erano usciti sette demòni“. La figura di Maria di Magdala è stata impropriamente identificata per lungo tempo con altre figure di donna presenti nei Vangeli: Maria di Betania, un’anonima peccatrice e l’adultera salvata da Gesù dalla lapidazione (Gv 8,1-11). In quest’ultimo caso non viene tramandato neppure il nome della donna: tuttavia, l’accostamento tra la Santa e la prostituta redenta risale già al 591, quando papa Gregorio Magno, basandosi su alcune Tradizioni della Chiesa latina, in una sua Omelia avvicinò le due figure. Seppure questa identificazione sia stata esplicitamente rigettata dalla Chiesa cattolica nel 1969 durante il concilio Vaticano II, rimane ancora viva nella tradizione popolare. Il culto più antico rivolto a Santa Maria Maddalena, risalente alla fine del IV secolo, è quello che si svolgeva tra i riti della Chiesa Orientale la seconda domenica dopo Pasqua, chiamata “delle mirofore”: si commemoravano in questa data le donne che il giorno dopo la Crocifissione si recarono al sepolcro con gli unguenti per imbalsamarlo. Il primo centro della venerazione della Maddalena fu Efeso, dove si diceva fosse pure la sua tomba, nell’ingresso della grotta dei Sette Dormienti; da lì passò a Costantinopoli, dove all’epoca di Leone il Filosofo, nel 886, sarebbe stato trasferito il corpo, per poi diffondersi nella Chiesa Occidentale sa partire dal XI secolo, grazie all’Ordine dei Frati Predicatori. Il culto di Maddalena si diffuse in Europa e numerose chiese furono a lei dedicate soprattutto in Francia dove si narra che le tre Marie, scampate dalle prime persecuzioni, approdarono nelle paludi della Camargue, dove un paese porta il loro nome: Saintes-Maries-de-la-Mer. Le reliquie di Maria Maddalena furono venerate a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume in Provenza, dove fu eretta verso la metà del XIII secolo una delle più grandi basiliche gotiche del sud del paese. Disperse le sue ossa durante la Rivoluzione Francese, la tradizione vuole che la sua testa fosse rimasta nel suo sacrario in una caverna a La Sainte-Baume vicino a Marsiglia, mentre il piede della Santa è stato venerato per secoli a Roma in una cappella posta all’ingresso di Ponte Sant’Angelo, oggi conservato nella Basilica di San Giovanni de’ Fiorentini.
L’arte si ispirò molto di frequente alla figura di Maria Maddalena, raffigurata secondo due iconografie predominanti, come donna dalla vita dissoluta o come penitente. In epoca medievale prevale la figura della mirofora, ossia della portatrice di profumo, soppiantata dopo la Controriforma dalla Maddalena penitente, immagine arricchita di elementi simbolici legati alla vita eremitica. Nelle raffigurazioni in cui appare come donna linceziosa, è presentata in abiti sontuosi, riccamente decorati ed impreziositi da gioielli; l’acconciatura dei capelli è finemente lavorata e spesso tra gli attributi iconografici, reca in mano un vasetto di olio profumato. La raffigurazione di Maria di Magdala penitente segue una complessa simbologia, legata anche a quanto riportato nella Leggenda Aurea: in alcune opere la sua nudità rimanda alla volontà di spogliarsi di tutto ciò che faceva parte della sua vita precedente e abbondano particolari che richiamano il pentimento. Appaiono quindi nei dipinti i lunghi capelli disadorni, lo specchio, nel quale si riflette la fiamma della candela, offre una meditazione sulla vanità delle cose terrene; la candela che si consuma a simboleggiare la brevità della vita; la donna ha le mani giunte in preghiera sopra un teschio, attributo caratteristico dell’eremita, come fonte di meditazione sulla morte. Un episodio particolare, noto anche come “Cristo giardiniere” o “Cristo ortolano”, ha la sua fonte nel Vangelo di Giovanni (Gv 20, 14-18) e si inserisce nei cicli con le storie di Maria Maddalena. La Santa si era recata in compagnia di Pietro e di Giovanni al sepolcro di Cristo e, trovandolo vuoto, era scoppiata in lacrime; due angeli vestiti di bianco, a guardia del sepolcro, le domandarono il perché della sua disperazione, ma mentre parlava con loro, Cristo le apparve in veste di giardiniere e la donna, in un primo momento, non lo riconobbe. Quando Gesù parlò, Maria di Magdala esclamò: “Rabbi!” (maestro), e gli andò incontro. A quel punto, il Signore si ritrasse dicendole: “Noli me tangere!” (Non toccarmi) e le ordinò di recarsi dai discepoli e di dare loro la notizia della sua resurrezione. Questa scena ha come protagonisti solitamente i due personaggi principali, raffigurati nel momento in cui la Maddalena si inginocchia ai piedi di Cristo, protendendosi verso di Lui, abbigliato come un contadino o come un giardiniere, con gli attributi della vanga o della zappa.
