Fucino, patate e carote IGP: la certificazione che fa la differenza

Fucino e produzione agricola sono oramai due sinonimi. Così come prodotti di qualità e certificazioni. Come si valorizzano le eccellenze orticole del Fucino sulla base delle caratteristiche qualitative rispettando le normative.
Oggi sembra quasi scontato dire Patata del Fucino IGP e Carota del Fucino IGP, ma non è stato così semplice arrivare fin qui.
Il settore agricolo è sempre più caratterizzato da cambiamenti legislativi relativi alla sicurezza degli alimenti e alla salvaguardia dell’ambiente. Ci sono ferree regole che guidano e che valorizzano allo stesso tempo l’impegno degli agricoltori garantendo la rintracciabilità dei prodotti e la bontà degli stessi.
Correva l’anno 1989 quando quattro amici decisero di scrivere le prime pagine di una lunga storia che arriva con successo fino ad oggi.
Gli ingredienti c’erano tutti: interesse e cultura del biologico, una evidente presenza di aziende agricole radicate nella zona e un territorio che non ha bisogno di presentazione alcuna, tanto che è definito l’orto d’Italia per le sue enormi potenzialità. E c’erano anche idee chiare e lungimiranti.
Bisognava “solo” trovare un collante per mettere insieme i pezzi e una formula per esprimere le potenzialità di questa terra attraverso un processo chiamato “certificazione di qualità”. Un bollino, di concetto e di fatto, che facesse la differenza.
Da questi presupposti nel 2004 nasce ufficialmente Omnia Qualità: un organismo di controllo che si occupa di certificare in campo ambientale, agricolo, agroalimentare e non solo.
OQ ha sede a Cerchio, fatto che è una straordinaria coincidenza.
Il Fucino, infatti, a suo modo e negli anni, ha condizionato la vita del piccolo comune marsicano, tanto che dopo il prosciugamento del lago, l’economia del paese cominciò a basarsi interamente sull’agricoltura. I prodotti della terra e l’amore per essi sono nel DNA del territorio e di chi lo abita.
Il sistema di qualità garantisce livelli elevati di sostenibilità ambientale, mediante la certificazione del processo produttivo dei prodotti agricoli e agroindustriali, dalla fase di campagna fino alla trasformazione.

Quali sono state le principali tappe del cammino di OQ?
“Nel 2007 la nostra OQ diventa, per volere del Ministero delle Politiche agricole MiPAAF, un organismo autorizzato a certificare produzioni DOP, IGP e STG. A seguire, l’iscrizione ad ACCREDIA nel 2008 segna un altro importante traguardo, poi ancora nel 2016 OQ è stata inserita nell’Elenco Organismi di Controllo del Sistema di Qualità Produzione Integrata SQNPI. Tra i miei ricordi più affezionati e significativi c’è sicuramente quello legato al primo vero certificato confezionato della carota del Fucino IGP“, spiega Maria Assunta Ciotti, responsabile dell’organismo di controllo.
Vi aspettavate questo successo?
“Trentaquattro anni fa non mi aspettavo il boom che si è verificato negli ultimi anni. Giorno dopo giorno abbiamo aggiunto un piccolo tassello, abbiamo studiato di giorno e di notte e siamo cresciuti. Abbiamo messo in campo una sorta di conversione delle aziende del territorio puntando molto sull’educazione ambientale, creando di fatto una nuova mentalità nell’utilizzo delle risorse utilizzate in agricoltura. Abbiamo registrato negli anni un impatto positivo sull’ambiente e una crescita esponenziale delle aziende. L’organismo di controllo ha un ruolo duplice e fondamentale, ispeziona e guida allo stesso tempo”, così Giuseppe Di Mario, uno dei quattro fondatori di OQ.
Tante volte, e in svariate occasioni, sulle pagine del Capoluogo, vi abbiamo parlato dei successi del Fucino, territorio che si distingue a livello nazionale per la produzione di patate, di cui detiene il primato, e di quella di carote che segue a ruota. In questa occasione ci siamo spostati dietro le quinte per capire cosa accade prima che un prodotto finisca nei banchi del supermercato, ovvero nelle mani del consumatore.
Non può esserci un bollino di qualità senza una adeguata formazione: questa è un’altra prerogativa. “Facciamo una formazione continua e partiamo dalle scuole con un target specifico di riferimento, per trascinare dentro anche i giovanissimi in questa realtà”.
“Il mondo delle certificazioni abbraccia ogni settore” prosegue Maria Assunta Ciotti. “Adesso ci stiamo attivando per il Sistema di Qualità Nazionale per il benessere animale. Anche in questo caso, come avvenuto per i prodotti agricoli, accompagniamo questo processo di transizione del settore zootecnico verso un modello allevatoriale più sostenibile, per migliorare il benessere degli animali. Tutto segue rigorosamente uno schema di produzione che stabilisce regole generali e requisiti tecnici in base al decreto delle Politiche Agricole di agosto 2020. Sarà un’altra sensibilizzazione che porterà effetti positivi a tutto tondo”, aggiunge l’a.u.
Dalla carota, alla patata, agli allevamenti e perché non considerare altri settori come quello della scuola o l’ambiente di lavoro: “Esattamente così, esistono certificazioni di qualità anche negli istituti scolastici come quello anti -bullismo, e nelle aziende per garantire la parità di genere”.