Enrico Melozzi “Abruzzo è cultura, non solo arrosticini: serve una nuova narrazione”

Ha curato il primo Concertone abruzzese, trasformando il brano “Supereroi” in “Nu sem nu”: Enrico Melozzi protagonista dell’estate musicale in Abruzzo. “Basta con la satira e con gli arrosticini, valorizziamo la nostra cultura”
Da Pescara a Roma, passando per San Demetrio. Non si ferma mai il maestro Enrico Melozzi, tra gli attori protagonisti dell’estate musicale abruzzese, regista del primo grande Concertone d’Abruzzo. “Basta con la satira e gli arrosticini: raccontiamo la nostra cultura. Abbiamo tantissimo da offrire”.
È già tornato nella capitale dopo il doppio impegno a San Demetrio, Enrico Melozzi, reduce dal grande successo della prima edizione del Concertone abruzzese, “La Notte dei Serpenti”. Proprio ai microfoni del Capoluogo Melozzi, solo due anni fa, aveva annunciato la volontà di creare, nel suo Abruzzo, un Festival che promuovesse la regione, la sua immagine e la sua cultura. Un’idea che rilancia oggi – nella nostra intervista – perché “continuare a giocare con la satira e, soprattutto, con quest’immagine degli arrosticini non ci porterà molto lontano, anzi. L’Abruzzo merita altro, è necessaria una nuova narrazione”.

IL CONCERTONE A PESCARA
Se è vero che “Nemo Propheta in Patria”, è pur vero che bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. In questo caso c’è da sostituire Cesare con Enrico Melozzi. Sì, perché il Maestro, compositore e Direttore d’orchestra Melozzi, teramano d’origine, in occasione di un’intervista rilasciata al Capoluogo alla vigilia della Notte della Taranta 2021 – in cui ha ricoperto il ruolo di Maestro Concertatore insieme a Madame – aveva affermato: “Il mio sogno è esportare un format di questo tipo anche in Abruzzo: ma questi progetti identitari richiedono impegno, risorse e tanto tempo”.
Due anni dopo Melozzi, su proposta della Regione Abruzzo, ha curato l’ideazione, l’organizzazione e la regia del primo concertone Made in Abruzzo, chiamato la Notte dei Serpenti, tenutosi lo scorso 29 luglio a Pescara.
“Probabilmente il mio appello fu raccolto – sottolinea il Maestro – ed è finalmente iniziato il percorso di una narrazione rinnovata delle nostre radici e delle nostre tradizioni, in primis attraverso la musica. Io sono onorato di essere stato scelto come ‘traghettatore’ per questa nuova esperienza. L’iniziativa è destinata a crescere negli anni, con una parallela crescita dell’immagine della nostra regione”.
A caratterizzare l’evento e a conferirgli piena “cittadinanza” abruzzese, la correlazione di ogni brano cantato all’Abruzzo.
“Gli ospiti – aggiunge Melozzi – non dovevano semplicemente cantare i loro pezzi, tutto il contrario. I brani portati sul palco sono stati ‘abruzzesizzati’, quindi resi in abruzzese. Tutti eccetto uno, ‘Quando ti manca il fiato’ di Gianluca Grignani. Una canzone, tuttavia, che ho contribuito io stesso a scrivere e che è stata registrata la notte di Natale a Teramo“.
Proprio Enrico Melozzi, insieme all’orchestra, ha riscritto il capolavoro di Grignani “Destinazione Paradiso”con declinazioni abruzzesi.
“Un testo romantico in cui il noto ritornello è stato sostituito da un invito a visitare e scoprire la terra abruzzese: invito scritto, per l’appunto, in dialetto. Mr Rain, invece, ha cantato l’ormai famosa ‘Nu sem nu’,la traduzione abruzzese di Supereroi, il brano che ha riscosso un incredibile successo nell’ultima edizione di Sanremo. Naturalmente, non esiste un termine abruzzese che renda il concetto del Supereroe, allora abbiamo pensato a questo detto pescarese che, in un certo senso, rispecchia l’essenza del Supereroe: in quanto a forza, fierezza, capacità di essere uniti e fare squadra. In questo caso ho tradotto il testo con mia sorella e mi ha fatto piacere vedere come la canzone ‘rivisitata’ sia stata molto apprezzata dal pubblico, con un notevole successo social”.
E proprio per l’Abruzzo Melozzi ha un messaggio chiaro. “Il mio invito è quello di uscire dalla solita satira: quella, cioè, in cui si traduce la canzone del momento in dialetto abruzzese per far ridere. Quindi c’è la nonna che ti riempie il piatto di chitarrina con le pallottine, c’è la mamma che ti tira la ‘ciammella’ (la pantofola ndr), ci sono ettolitri di vino e centinaia di milioni di chili di arrosticini. Basta. Si tratta di una narrazione comica, che garantisce like sul momento, ma che non ci porta da nessuna parte e che non avvicina la gente. Noi dobbiamo, invece, narrare l’Abruzzo in maniera artistica, poetica ed aulica”.
“L’Abruzzo, in parte, paga non aver avuto, storicamente, una grande stagione di compositori e musicisti. Tuttavia, oggiho avuto la fortuna di poter ideare un evento che vuole percorrere una strada nuova e credo di essere riuscito a gettare le basi affinché si riscopra la cultura musicale d’Abruzzo, anche attraverso contaminazioni di vario genere, come in questa prima Notte dei Serpenti. Sono sicuro, inoltre, che quanto fatto possa servire da ispirazione e che, dopo di me, altri musicisti potranno avvertire il richiamo della bellezza dei nostri canti, destinati a diventare oggetto di interesse anche per musicisti internazionali. Confrontarsi con la nostra cultura e sperimentare nuovi arrangiamenti è e sarà assolutamente stimolante“.
SAN DEMETRIO NE’ VESTINI
Il Maestro Melozzi è stato protagonista, in questi giorni, anche della chiusura del Festival d’Estate: una grande rassegna di eventi artistici che ha vivacizzato l’estate sandemetrana. Una luce nelle aree interne, accesa nella bellissima cornice del Parco della Musica Lamberto Sollazzi, di recente inaugurazione. “Sono molto legato al territorio aquilano: trascorrevo la mia infanzia a L’Aquila, assieme ai miei cugini. Credo che L’Aquila sia meravigliosa e che la ricostruzione la stia trasformando in una città di assoluta avanguardia. A San Demetrio sono stato invitato da Federica Vignoni, grandissima violinista e primo violino della mia Orchestra Clandestina. Lei ha organizzato un corso per ragazzi e mi ha invitato poiché questi giovani musicisti avrebbero suonato alcune mie opere. Vedere questi ragazzi impegnati a studiare, tanto appassionati e concentrati nel lavoro sulle mie composizioni è stato bellissimo. In questo luogo fantastico abbiamo condiviso momenti di prove e di conoscenza personale. Per me è stata una ricarica, stare vicino ai più piccoli è il primo passo per diventare grandi”.
Quindi un plauso al Comune di San Demetrio, sottolineando l’importanza dei luoghi dell’arte. “È emozionante – conclude Melozzi – vedere che in un piccolo paese, in piena ricostruzione, si sia pensato di dedicare uno spazio alla Musica. Si è creato, infatti, un Parco della Musica per l’organizzazione e l’ospitalità di eventi artistici, grazie ad un palco a cielo aperto immerso nella natura. Questo è un esempio di quegli angoli d’Abruzzo che sono riusciti a rialzarsi in piedi e a spazzare via le ceneri del sisma grazie alla bellezza e alla forza della cultura. Un qualcosa degno di nota, che fa capire come l’Abruzzo sia anche e soprattutto altro, al di là di come lo si rappresenti. Quando vedo San Demetrio, L’Aquila o Teramo, la mia città – in cui, negli ultimi anni, si stanno facendo grandi passi in avanti sul fronte degli eventi culturali e degli spazi artistici – penso che le battaglie da me combattute in prima persona stiano finalmente portando i loro frutti. Ed è importante che si parli di tutto questo: di cultura, di luoghi dell’arte, di un Abruzzo altro, alto e bellissimo, che aspetta solo di essere riscoperto”.