Cultura

Tutti i Santi giorni, 14 agosto: si ricorda San Massimiliano Maria Kolbe

La rubrica "Tutti i Santi giorni" del 14 agosto: San Massimiliano Maria Kolbe.

La rubrica “Tutti i Santi giorni” del 14 agosto: San Massimiliano Maria Kolbe.

Il 14 agosto ricorre la memoria di San Massimiliano Maria Kolbe. Rajmund Kolbe nacque l’8 gennaio del 1894 a Zduńska Wola, in Polonia centrale. I suoi genitori, Mariann Dabrowska e Juliusz Kolbe, erano ferventi cristiani: il padre, inoltre, era un patriota che mal sopportava la divisione della Polonia in tre zone, rispettivamente sotto il dominio di Russia, Germania e Austria. A causa delle scarse risorse finanziarie, solo il primogenito poté frequentare la scuola, mentre Rajmund cercò di studiare grazie all’aiuto di un prete e poi del farmacista del paese. Avvertì i primi segni della vocazione religiosa quando, mentre pregava nella chiesa di San Matteo a Pabianice, gli apparve la Vergine Maria che gli porgeva due corone di fiori, una di gigli e una di rose rosse, simboli della verginità e del martirio. Nel frattempo, a Leopoli si stabilì una comunità di Frati Minori Conventuali, i quali proposero ai Kolbe di accogliere nel loro Seminario i primi due figli, perché vi compissero gli studi: consci che nella zona russa dove risiedevano, a causa del regime, non avrebbero potuto dare una formazione intellettuale e cristiana ai propri ragazzi, i coniugi accondiscesero. Franciszek e Rajmund si trasferirono nel noviziato francescano: il primo, in seguito, ne uscì per dedicarsi alla carriera militare; prese parte alla Prima guerra mondiale e scomparve in un campo di concentramento. Rajmund, invece, si trasferì a Roma e decise di diventare Francescano conventuale; il 4 settembre del 1910 assunse il nome di fra Massimiliano, a cui in occasione della professione solenne, il 1° novembre dl 1914, aggiunse quello di Maria. Il frate era consapevole della difficoltà dei tempi in cui viveva, caratterizzati dal totalitarismo sia di destra sia di sinistra e, per diffondere la parola di Dio, diede vita il 16 ottobre del 1917, con alcuni compagni, alla “Milizia di Maria Immacolata” (abbreviata in MI), il cui scopo era “Rinnovare ogni cosa in Cristo attraverso l’Immacolata”. Dopo l’ordinazione sacerdotale, fra Massimiliano Maria rientrò in Polonia, ma a causa della tubercolosi non poté dedicarsi all’insegnamento né alla predicazione; quindi, con il benestare del vescovo e dei superiori, si dedicò interamente alla Milizia e diede inizio alla pubblicazione della rivista ufficiale «Rycerz Niepokalanej» («Il Cavaliere dell’Immacolata»), impiantando un’officina per la stampa a Grodno. Intanto, il 2 ottobre del 1922, Il cardinale vicario della diocesi di Roma approvò canonicamente la MI come “Pia Unione”. Il passo successivo fu l’espansione del Movimento mariano oltre i confini polacchi: il Santo si recò così in Giappone, dove fondò il convento di Mugenzai no Sono (“Giardino dell’Immacolata”) a Nagasaki. Rientrato in Polonia per essere curato, Padre Massimiliano Maria l’8 dicembre del 1939 diede vita a una nuova modalità di diffusione del suo messaggio, inaugurando la stazione radio SP3RN (Stazione Polacca 3 Radio Niepokalanów), della quale aprì personalmente le trasmissioni. Tuttavia, la Seconda Guerra Mondiale era alle porte: dopo l’invasione del 1° settembre del 1939, i nazisti ordinarono lo scioglimento di Niepokalanów; pochi giorni dopo i tedeschi deportarono i frati rimasti nel campo di concentramento di Amtitz in Germania, per poi liberarli l’8 dicembre. Ritornati in patria i francescani ripresero la loro attività di assistenza per circa 3500 rifugiati, di cui 1500 ebrei, ma ben presto i profughi furono dispersi o catturati. Lo stesso padre Kolbe, dopo aver rifiutato di prendere la cittadinanza tedesca per salvarsi, venne rinchiuso il 17 febbraio del 1941 nella prigione Pawiak a Varsavia, insieme a quattro confratelli. Poiché il saio dell’Ordine indisponeva le guardie del carcere, indossò abiti civili e il 28 maggio fu trasferito al campo di sterminio di Oświęcim (Auschwitz), dove ricevette il numero di matricola 16670. Alla fine di luglio fu trasferito al Blocco 14, insieme ad altri prigionieri addetti alla mietitura nei campi. Uno di loro riuscì a fuggire: per rappresaglia i tedeschi selezionarono dieci persone della stessa baracca da mandare nel bunker della fame nel Blocco 13, dove sarebbero state lasciate morire per deprivazione del cibo. Padre Kolbe si offrì in cambio di uno dei prescelti, Franciszek Gajowniczek, padre di famiglia e militare nell’esercito polacco, dichiarando di essere un sacerdote cattolico. Dopo quattordici giorni, il 14 agosto del 1941, non tutti gli sventurati erano morti: ne rimanevano quattro ancora in vita, fra cui padre Massimiliano Maria. A quel punto gli aguzzini decisero di accelerare la loro fine con una iniezione endovenosa di fenolo, accolta dal francescano pronunciando l’Ave Maria. L’indomani il suo corpo venne bruciato nel forno crematorio e le sue ceneri si mescolarono a quelle degli altri condannati. La storia della sua vita e l’eroismo con cui morì resero padre Massimiliano Maria Kolbe molto famoso in tutto il mondo. La Chiesa ha quindi vagliato attentamente le prove in merito alla sua figura a partire dal 12 marzo del 1959, quando, durante il Concistoro pubblico, venne esposta in presenza del Papa San Giovanni XXIII la sua causa di beatificazione. Stando alla legislazione del tempo in materia delle cause dei Santi e al Canone 2101 dell’allora Codice di Diritto Canonico, non si poteva procedere con la discussione sull’eroicità delle virtù del candidato agli altari prima che fossero passati cinquant’anni dalla sua morte. Tuttavia, il Beato Paolo VI accordò la dispensa il 13 novembre 1965 e il decreto con cui padre Kolbe otteneva il titolo di Venerabile venne autorizzato il 30 gennaio 1969. Inoltre, per la legislazione dell’epoca occorrevano due miracoli per la beatificazione: indagati nelle rispettive sedi, vennero ufficialmente riconosciuti il 14 giugno del 1971. Quindi, il 17 ottobre successivo papa Paolo VI dichiarava Beato padre Massimiliano Maria. La grande stima nutrita nei suoi confronti da San Giovanni Paolo II fece sì che venisse venerato come martire e il 10 ottobre del 1982, in piazza San Pietro, il pontefice lo dichiarò Santo “per testimonium caritatis heroicis”, cioè “in base all’eroica testimonianza della carità”.

San Massimiliano Maria Kolbe Tutti i Santi giorni

Dal punto di vista iconografico, i ritratti di San Massimiliano Maria Kolbe lo raffigurano spesso con il doppio abito: sul saio francescano compare la casacca a righe verticali del campo di concentramento; su di essa spiccano il numero di matricola e il triangolo rosso con la lettera P, che indicava lo status di prigioniero politico riservato tra gli altri ai religiosi accusati di essere antiregime. Nella mano destra il Santo regge la copia del giornale da lui fondato; talvolta, a questo si sostituiscono le due corone apparsegli durante la sua visione mistica: quella bianca rappresentante una vita pura al servizio di Dio, quella rossa il sangue che sparse con il martirio.

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