Politica

Elezioni regionali Abruzzo, i candidati scaldano i motori: lo scacchiere

L'AQUILA - Grandi manovre in corso per le elezioni regionali del 2024. Chi ci riprova e chi lascia. I papabili della prossima competizione elettorale.

L’AQUILA – Grandi manovre in corso per le elezioni regionali del 2024. Chi ci riprova e chi lascia. I papabili della prossima competizione elettorale.

Sagre, fiere e manifestazioni varie, ogni occasione è buona per scattare foto e selfie in mezzo alla gente. I motori si scaldano e i social si confermano il mezzo più gettonato per riaffacciarsi al grande pubblico. Si voterà a primavera del 2024 per le elezioni regionali in Abruzzo, ma è già tempo di “grandi manovre” nei partiti e nelle coalizioni, per portare alla competizione elettorale la squadra più forte possibile. Di ufficiale, al momento, c’è solo la conferma del governatore uscente, Marco Marsilio, che sarà candidato del centrodestra anche per le prossime regionali. Al suo fianco, naturalmente ci saranno le figure di spicco dell’attuale governo regionale, che hanno già garantito al centrodestra un cospicuo pacchetto di voti. Rimanendo a L’Aquila e provincia, appare “inevitabile” un nuovo coinvolgimento degli assessori uscenti. In FdI, dalla sponda marsicana, Mario Quaglieri si fatto apprezzare per particolare attivismo che certamente il centrodestra vorrà ancora utilizzare in termini elettorali. Ma FdI in provincia dell’Aquila può contare anche su un secondo seggio (solo nominale, prima delle elezioni, ma i “conti” si devono pur fare) e certamente il capoluogo dovrà esprimere un uomo “forte” nel partito della premier Giorgia Meloni, candidata proprio in Abruzzo, nel collegio L’Aquila Teramo. Il nome “aquilano” dovrà essere sintesi delle diverse influenze interne al partito con i suoi uomini di punta, dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, nominato direttamente dal Presidente del Consiglio come responsabile degli Enti locali, al senatore Guido Quintino Liris. Potrebbero essere Andrea Di Biase o l’ex assessore comunale Alessandro Piccinini, oggi presidente GSA, a incarnare questa figura di sintesi.
Sul fronte di Forza Italia, a seguito del lungo percorso di “avvicinamento”, conclusosi con l’ingresso ufficiale del partito, appare scontata la candidatura di un altro “mister preferenze”, Roberto Santangelo, attualmente vice presidente del Consiglio regionale e presidente del Consiglio comunale dell’Aquila.
Per quanto riguarda invece la Lega, altrettanto irrinunciabile per il partito di Salvini la figura del vice presidente della Giunta regionale, Emanuele Imprudente. Probabilmente non sarà l’unico aquilano in lizza, ma certamente è quello con maggiore “potenza di fuoco” in termini elettorali.
Da verificare, infine, cosa farà l’UDC alle elezioni regionali, che potrebbe essere il “contenitore adatto” per Marianna Scoccia, ormai rientrata in organico centrodestra a tutti gli effetti. Da capire se il partito vorrà presentare una lista “identitaria” o appoggiarsi a una più ampia formazione di centro.

Sul fronte del centrosinistra, invece, si ragiona ancora sul candidato presidente. Il tavolo regionale di Abruzzo Insieme per le elezioni regionali ha dato un’accelerata, considerata la “paralisi” della parte “politica”, ferma ancora agli iniziali tira e molla. Anche dal tavolo regionale, però, non è venuto fuori granché, se non le ataviche divisioni che rischiano di complicare un percorso di per sé già difficoltoso, considerata “l’onda lunga” del centrodestra che rischia far saltare la tradizionale alternanza politica in regione, che puntualmente si verifica ogni 5 anni. A questo giro, però, le carte sul tavolo non sembrano particolarmente favorevoli al centrosinistra, tant’è che in effetti il tira e molla non ha contenuti veri. L’unica figura di rilievo che ad oggi ha accettato di “metterci la faccia”, per una competizione elettorale estremamente difficile, è infatti Silvio Paolucci, capogruppo PD in Consiglio regionale con esperienze da assessore al Bilancio. Su di lui si concentrano i “nì”, i “forse”, i “vediamo, ma prima il programma” di una parte di centrosinistra che però una vera alternativa non ce l’ha. Come non ce l’hanno i grillini, “orfani” di Sara Marcozzi, passata prima al gruppo misto e poi a Forza Italia. Al momento il M5S si limita a fare quello che “storicamente” sa fare meglio: tirare la corda. Il coordinatore regionale, Gianluca Castaldi, dice infatti che il movimento ha nomi da spendere per la candidatura alla presidenza, anche se sono nomi “della gente”, quindi fuori dai tanto vituperati meccanismi della politica e in linea con la “politica dal basso” da sempre predicata. Anche se in Regione sono rimasti “in pochi” a predicarla, dopo il passaggio di Sara Marcozzi a Forza Italia e Cipolletti in FdI. Quindi alla fine sarà difficile trovare un nome davvero spendibile sul tavolo della coalizione. Nel frattempo c’è sempre occasione per qualche tensione, nel caso specifico con Italia Viva a cui sarebbe arrivato il “veto” dei 5S, che non vedono di buon occhio l’accostamento del loro simbolo con quello del partito di Renzi. Ma la realpolitik potrebbe presto conquistare il movimento fondato da Grillo, che oggi fa i conti con i suoi minimi storici in termini di consenso.
In attesa della conferma della candidatura a presidente di Paolucci o la “discesa in campo” di un nome realmente “papabile” al suo posto, si apre anche la corsa alle liste. Per il PD aquilano il sempreverde Pierpaolo Pietrucci sembra una “solida realtà”. Da verificare il “posizionamento” di un altro aquilano, Americo Di Benedetto, sulla rampa di lancio per le regionali, ma senza partito. Tramontata infatti l’esperienza della lista Legnini Presidente e con i rapporti con PD certo non ricuciti dopo le ultime amministrative in cui le parti si sono “divise” perdendo al primo turno, Di Benedetto dovrà trovare un “contenitore” consono. Sul fronte della sinistra, infine, salgono le quotazioni di Rita Innocenzi, immolata sull’altare delle politiche contro nientemeno che Giorgia Meloni, e quindi con “crediti” politici di tutto rispetto da esigere, forse proprio in chiave regionale.
Per il M5S aquilano al momento risulta difficile, se non impossibile, azzardare ipotesi. La sponda marsicana è certamente più solida con Giorgio Fedele, ma probabilmente nel Movimento sarà la “costa” a farla da padrona, tra Domenico Pettinari, Pietro Smargiassi e gli altri consiglieri uscenti. Sicuramente non sarà della partita l’ex consigliere regionale del M5s Leandro Bracco, che per tagliare la testa al toro oggi fa il missionario in Africa. Un addio che i colleghi grillini avranno certamente digerito meglio di quelli di Sara Marcozzi (passata a FI) e Marco Cipolletti (a FdI).

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