Scuola, arrivano le prime nomine degli insegnanti precari

Riprenderanno il 13 settembre le lezioni nella principali scuole d’Abruzzo secondo il calendario scolastico. Arrivano le chiamate per supplenti e personale Ata.

Saranno tre, in totale, i turni di chiamate per gli insegnanti precari. I docenti erano stati chiamati a scegliere su 150 scuole, in base alle loro necessità e ad eventuali preferenze. Dati che, partendo dalle necessità di copertura personale da parte degli istituti scolastici, hanno portato a definire le prime chiamate. Entro la fine della settimana ci saranno ulteriori convocazioni: fino al terzo ‘turno’ previsto la prossima settimana.
Si definiscono, quindi, le convocazioni del personale docente precario, che torna a prendere servizio per il nuovo anno scolastico 2023/2024, a partire da oggi o da lunedì 1 settembre nelle rispettive sedi scolastiche. Come IlCapoluogo.it vi aveva spiegato qui, saranno 3509 le supplenze assegnate sul territorio regionale: si tratta di incarichi a tempo determinato per l’annoscolastico 2023/2024, da Graduatorie ad esaurimento (Gae) eGraduatorie provinciali Gps. Sono 2.857 i posti riservati al sostegno. I contratti di lavoro andranno fino al 30 giugno e al 31 agosto 2024.

A partire da oggi, quindi, arrivano nella scuola abruzzese un esercito di docenti ed ATA per oltre 5700 contratti di lavoro a tempo determinato, assegnati per la stragrande maggioranza nel pomeriggio di ieri.

La nota della CISL Scuola: “Anche per l’anno scolastico che ufficialmente inizia oggi, la nostra scuola avrà il problema della precarietà. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito sicuramente ha la graveresponsabilità di compromettere con un alto tasso di precarietà, nell’ordine del 20%, la qualità del servizio scolastico e la continuità didattica.La CISL Scuola Abruzzo Molise chiede a tutti i rappresentati politici della nostra regione un forte impegno per risolvere finalmente il problema con un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato, assicurando a migliaia di lavoratori la giusta stabilità su posti di lavoro che, falsamente,vengono considerati temporanei mentre in realtà si ripetono di anno in anno da decenni”.