Abruzzesi nel mondo

Abruzzesi di Vancouver, il primato è di Celano

Gli abruzzesi di Vancouver, nel Canada occidentale: il primato di Celano.

Gli abruzzesi di Vancouver, nel Canada occidentale: il primato di Celano.

L’emigrazione abruzzese in Canada, non è solo tra le più rilevanti in assoluto, ma quella dove la scalata economica, sociale e politica è stata la più impetuosa, dagli anni ’50 ad oggi, testimoniata da tante fonti, come la rivista “Abruzzo nel Mondo” (diretta da Antonio Bini), con articoli ed interviste ai protagonisti. In tal senso Vancouver, sul Pacifico è la Capitale della Columbia Britannica, che forse più di altre metropoli canadesi ha visto arrivare un grande numero d’emigranti da tutto il mondo, se ora ha eletto il primo sindaco d’origine cinese, l’imprenditore Ken Sim. In questo “crogiolo” di etnie e religioni, anche la comunità italiana si è insediata a pieno titolo, compresa quella abruzzese, pur senza avere i grandi numeri dello Stato dell’Ontario e di Città come Toronto o Hamilton, dove si contano decine di migliaia di famiglie oriunde. Qui sulla costa occidentale, comunque è arrivata la prima ondata migratoria, fin dai primi decenni del ‘900 e specie dal dopoguerra, fino agli anni ’70. In particolare si è segnalata nell’area metropolitana di Vancouver (oltre 600mila abitanti), l’emigrazione dall’aquilano: la nonna della star musicale, Michael Buble’, Iolanda Moscone era originaria di Carrufo di Villa Santa Lucia(AQ). In particolare va qui raccontata l’epopea della Città di Celano, in quella terra lontana. Il capostipite di questa vitalissima comunità migrante è considerato Antonio Rossi, che era nato nel centro marsicano nel 1899, arrivato a 27 anni come uno dei pionieri nel Canada nel secondo decennio del “Secolo Breve“, con la moglie Lucia Stefanucci, già con i loro bambini, Loreto e Caterina, seguiti poi da Eda. Da questo primo nucleo la grande famiglia celanese crebbe, nei sobborghi di Vancouver, chiamando a sé i loro parenti, a partire dai fratelli Augusto e Luigi Rossi. Un flusso cresciuto ancor più nel primo dopoguerra, che vide un vero e proprio esodo dalle aree interne di tutto l’Abruzzo. Questo l’inizio, inserito sempre più nel tessuto economico e sociale, con i loro figli e nipoti, affermatosi cosi nei vari campi della società canadese, fino a costituire il locale “Circolo Abruzzese”. Qui si sono sempre ritrovati i nostri emigranti, specie della prima generazione, con i valori forti della famiglia, dell’amicizia e della solidarietà, che insieme alla tenacia e al sacrificio hanno visto emergere i loro discendenti, oramai in un Paese avanzato, creativo e proiettato nel futuro. Questo perché il Canada rappresenta forse il modello d’integrazione dei migranti più studiato, anche in Italia, con la sua società multietnica, che lo ha fatto grande e moderno, ma con flussi programmati e poi legati ai propri fabbisogni socio-economici. Un riconoscimento, anche sofferto, di questo approccio storico, codificato dalla legge del 1988, che ha sancito il Canada come una società “caratterizzata dalla eterogeneità etnica e culturale”, ai vari livelli, da quello provinciale a quello federale. In questo quadro è emersa la stessa comunità italiana, che si è affermata in tutti i settori, arrivando anche ad esprimere tanti esponenti tra i sindaci, parlamentari ed esponenti di governo, con ben tre ministri nell’attuale governo liberale del Premier J.Trudeau, con l’oriunda abruzzese, l’Avv. Filomena Tassi, alle Politiche Pubbliche. Come più volte descritto, restano comunque nel grande Paese nordamericano, le tensioni tra i vari territori, nel loro sviluppo diseguale e con il rigurgito di antiche rivendicazioni indipendentiste, come nel Quebec francofono. In più si è riaperta la ferita del rapporto con le antiche comunità dei nativi americani, emarginate e soggette a soprusi e sfruttamento, non più ignorabili da una realtà sempre più multietnica, come quella canadese. Il punto cruciale resta il delicatissimo equilibrio da ricercare per rappresentare tutte queste istanze culturali, etniche e linguistiche, che ora vedono finalmente uscire dall’iniziale “ghettizzazione” la stessa comunità italiana in particolare, con le donne in prima linea. In vista dell'”Anno delle Radici Italiane“, proprio il Canada sembra avere una comunità abruzzese più forte, coesa e determinata a mantenere vivi i legami con la loro terra d’origine, che però va detto chiaramente ha una dimensione più locale e familiare, che regionale. Spetta a quest’ultimo livello mettere in campo una seria programmazione di rafforzamento, specie con le ultime generazioni, sempre più lontane. In tal senso la lingua e l’integrazione delle politiche di formazione scolastica ed universitarie ne costituiscono un sicuro investimento per il futuro, che va però condiviso con i comuni, rivitalizzando il ruolo fin qui solo marginale di organismi consultivi come il Cram. La cittadinanza di Celano ha già dimostrato di esserne una punta avanzata, ricordando le figure di “Ambasciatore d’Abruzzo nel Mondo“, come il compianto Eligio Paris, fondatore del “Celano Canadian Clubdi Toronto, ora con la figlia Ester, come “fiore all’occhiello” dell’imprenditoria “Made in Abruzzo”:, Sindaca della Città di Celano per un giorno, accanto al primo cittadino, Settimio Santilli.

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