Camere con vista

Governo, l’estate sta finendo ed è il momento di fare i conti: c’è poco da ridere

Dell'estate restano foto cartolina di promesse rimaste tali. La manovra di fine anno del Governo sarà tagli e qualche concessione: Giorgetti è stato chiaro, i soldi non ci sono

L’estate sta finendo, ma le molte promesse della politica non sono state esaudite. Ora arriva il momento di fare i conti…senza soldi. Giorgia Meloni frena gli appetiti e sostiene il Ministro Giorgetti. L’Italia non può più indebitarsi e la guerra in Ucraina non aiuta. L’opposizione pensa alle elezioni europee di primavera. L’editoriale di Giuseppe Sanzotta.

Le foto cartolina dell’estate sono ormai in archivio, o meglio ancora disperse nelle memorie dei telefonini. E negli archivi ci sono e lì rischiano di restare anche le tante promesse dei mesi passati. Revisione della legge Fornero, taglio delle tasse, aiuti a famiglie e imprese ecc.
Il ministro Giorgetti è stato chiaro: non ci sono i soldi. Lo scorso anno è stato il reddito di cittadinanza ad essere messo sul patibolo dal Governo. La misura – tanto cara a quei 5Stelle che, sul balcone di Palazzo Chigi, brindarono alla fine della povertà – è stata fortemente ridimensionata, stravolta. Ma non è bastato. Ora sotto accusa per il dissesto dei conti è quella misura del Superbonus 110%, anche questa voluta dai 5Stelle, che avrebbe mandato in fumo decine di miliardi di euro. Naturalmente c’è chi la pensa diversamente, rilevando i benefici per aziende e cittadini. La questione comunque è che di soldi da spendere ce ne sono ben pochi. Troppo pochi per assecondare i desideri dei partiti di governo.

governo meloni, nordico, valditara, piantedosi

Giorgia Meloni è uscita allo scoperto per frenare gli appetiti e per sostenere il suo ministro Giorgetti. Così la manovra di fine anno del Governo sarà come sempre tagli, qualche concessione e il tradizionale rinvio a tempi migliori per le misure identitarie. Il fatto è che, come spiegano gli economisti, i margini per fare debiti sono estremamente ristretti: perché l’Italia è già fortemente indebitata, perché l’inflazione ostacola il ricorso ai prestiti, perché a gennaio sarà ripristinato (sospeso per l’emergenza Covid) il patto di stabilità. Cioè saranno fissati dei limiti all’indebitamento. È vero che è attualmente in discussione in sede europea e l’obiettivo dell’Italia è quello di renderlo meno rigido del passato, ma per convincere gli altri Paesi europei occorre mostrarsi almeno intenzionati a imboccare una strada virtuosa. Le previsioni di sviluppo del resto non sono positive. L’economia cinese cresce a livelli bassi per quel Paese. La locomotiva tedesca non traina più e per noi è un importante partner commerciale. La guerra in Ucraina, poi, rende il futuro sempre più incerto. E le Elezioni europee tra qualche mese inevitabilmente avranno effetti sulle politiche dei singoli Paesi e dell’intera Comunità, spingendo a privilegiare gli interessi nazionali.

Governo, cosa fanno gli altri

Tornando all’Italia, la battaglia elettorale è sempre più palesemente visibile. Salvini – poco più di tre anni fa, forte di oltre il 30% dei voti – reclamava pieni poteri e la Lega sembrava sfondare anche a sud. Oggi è stimata sotto il 10 per cento. Un ulteriore arretramento, soprattutto nel Nord, metterebbe in crisi la sua guida. Così Salvini sembra cercare voti un po’ ovunque, a destra, tra gli imprenditori. Cercando anche voti tra i delusi di destra, spingendosi più a destra. Entrando in un terreno che altri cercano di conquistare, come nel caso dell’ex sindaco di Roma, Alemanno, che cerca spazio tra i delusi e tra chi non ama l’Europa, la Nato e soprattutto gli Usa. Ma le europee si sentono anche a sinistra. La Schlein sa anche lei che le europee sono il suo esame di maturità: se perde mette in gioco la sua segreteria. L’avversario, almeno in questo caso, non è la destra, ma il possibile alleato, cioè Conte con i suoi 5Stelle. Così sposa in pieno la battaglia per il salario minimo e, con meno entusiasmo, il reddito di cittadinanza.
Poi c’è Calenda che fa lezioni a tutti. Anche all’ex amico Renzi. Guada a sinistra, ma vuole distinguersi. Sentenzia, giudica con la presunzione di chi si sente il solo depositario della verità o il primo della classe. Ma se va da solo alle europee riuscirà a superare la soglia del quattro per cento?
Poi c’è Renzi, mentre gli altri fanno finta di non pensare al voto europeo lui ha voluto stabilire un primato: essere il primo a candidarsi. Ma non con il suo gruppo, formando un nuovo schieramento: il centro. Lui dice di voler richiamare gli elettori delusi del centrodestra e del Pd. È evidente che il suo terreno di conquista è Forza Italia, partito che deve dimostrare di poter esistere anche dopo Berlusconi. Renzi punta a Forza Italia, ma anche a quei rappresentanti centristi come Toti e Lupi che, da soli, rischiano di non avere una rappresentanza.

L’estate del mare e delle vacanze è finita. L’autunno caldo è iniziato in anticipo. Un autunno destinato a continuare fino alle europee di primavera.

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Foto copertina: La Repubblica

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