Un altro incidente alla Sabino Esplodenti, tre vittime

13 settembre 2023 | 13:54
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Un altro incidente alla Sabino Esplodenti, tre vittime

CASALBORDINO – Tre vittime per una deflagrazione alla Sabino Esplodenti. Incidente simile nel 2020.

CASALBORDINO – Tre vittime per una deflagrazione alla Sabino Esplodenti. Incidente simile nel 2020.

È salito a tre il numero dei morti della nuova deflagrazione alla Sabino Esplodenti: lo hanno confermato gli inquirenti. Diversi i feriti. “Ci sono delle notizie ancora sommarie e frammentarie ma confermo l’esplosione alla Sabino Esplodenti”. Così il sindaco di Casalbordino Filippo Marinucci all’Ansa. Il primo cittadino fuori Casalbordino è in costante contatto con il vice sindaco Carla Zinni che è a sua volta in collegamento con la Prefettura di Chieti. Sul luogo dell’esplosione ci sono 118, vigili del fuoco, carabinieri, polizia di stato e polizia locale.
Intanto sta tornando da Roma dove si era recato in Abruzzo, Gianluca Salvatore, il titolare della Sabino Esplodenti, dove poco prima di pranzo si è verificato l’ennesimo tragico incidente con una esplosione che ha ucciso altri 3 operai. Secondo lo storico legale di Salvatore Augusto La Morgia, il titolare è sgomento e non riesce a spiegarsi l’accaduto, anche alla luce delle precauzioni severissime prese in fabbrica dopo la tragedia del 2020. A seguito del dramma del 2020 Salvatore ha successivamente già risarcito i familiari delle 3 vittime. Al momento intanto la zona dell’incidente è circondata dalle forze dell’ordine che stanno aspettando l’arrivo degli artificieri.
Anche nell’esplosione che si verificò nel dicembre del 2020 alla Esplodenti Sabino di Contrada Termini ci furono tre vittime. La fabbrica smaltisce e recupera polvere da sparo da bonifiche e si trova a Casalbordino, in provincia di Chieti. L’ultimo incidente mortale in Abruzzo che ha riguardato fabbriche o depositi di materiale pirico risale allo scorso febbraio quando un uomo morì nell’esplosione di un deposito alle porte di Teramo. L’azienda del vastese non è nuova a queste tragedia: nella stessa fabbrica nel 1992 era morto il 48enne Bruno Molisani, ucciso dall’innesco di una spoletta; e nel 2009 due persone rimasero ferite gravemente in un’esplosione.

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“Ho appreso con grande dolore la tragica notizia dell’incidente che è avvenuto a Casalbordino, – dichiara il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio – dove sono decedute almeno tre persone e diversi sono i feriti. Sono vicino alle famiglie di tutte le persone coinvolte e rimango in attesa di capire le cause che hanno provocato l’esplosione. A nome personale dell’intera giunta regionale porgo le condoglianze per le tre vittime. Lascia sgomenti il precedente di soli tre anni fa, di fronte al quale non possiamo esimerci dal riflettere e chiederci se non siano state adottate tutte le misure previste in un’attività classificata ad alto rischio come questa fabbrica. La risposta, ovviamente, non può che venire dalla magistratura e dall’inchiesta che dovrà appurare le cause, ma comprendo i sentimenti di rabbia, oltre che di dolore, dei lavoratori esposti in tre anni a due tragedie mortali di questa dimensione. Dobbiamo tenere sempre alto il livello di sicurezza sui luoghi di lavoro per evitare che continuino a verificarsi simili incidenti”.

“L’incidente e le vittime alla Esplodenti Sabino di Casalbordino ripropongono tragicamente la questione del deficit nel nostro Paese di un livello accettabile di sicurezza nei luoghi di lavoro, per giunta all’indomani del messaggio sul tema del Presidente della Repubblica. Siamo ormai ad un’inaccettabile mattanza”: lo dichiara Michele Fina, senatore del Partito Democratico. Fina prosegue: “Nell’esprimere la mia vicinanza a chi oggi ha subito un terribile lutto, non si può non osservare come l’azienda in questione sia stata coinvolta in un incidente della medesima gravità, con vittime, solo tre anni fa. Il trattamento delle polveri esplosive è un comparto ad alto rischio che purtroppo in Abruzzo ha prodotto vittime anche negli anni passati e non si può prescindere da una riflessione doverosa e necessaria, che coinvolga tutti gli enti che hanno responsabilità e compiti nella filiera. Cominciando dalle aziende stesse, specialmente quelle che operano in comparti ad alto rischio, affinché i controlli siano efficaci e prioritari, ancor più dove il rischio in termini di vite umane è maggiore, fermo restando il principio di garanzia della sicurezza ovunque. La riflessione va poi estesa alla necessità di investimenti in formazione e attrezzature, che passano da un ruolo più incisivo dello Stato, a partire dalla diffusione di una cultura della sicurezza. E’ questo in definitiva il presupposto di ogni possibile salto di qualità, come ha fatto notare il Presidente Mattarella. E’ da qui che deve passare l’impegno di tutti noi, nei ruoli e nelle posizioni da cui agiamo”.

“Le informazioni ancora frammentarie che giungono sull’esplosione, con vittime, alla Esplodenti Sabino di Casalbordino destano grande apprensione ed orrore, tanto più che nella stessa azienda tre anni fa un incidente costò la vita a tre operai, e altri incidenti si sono verificati qui negli anni” lo dichiara Daniele Marinelli, segretario del Partito Democratico abruzzese. Marinelli prosegue: “Siamo vicini alle famiglie delle vittime e auspichiamo che si faccia piena luce sull’accaduto. Di certo si tratta di un altro, terribile monito sulla necessità di un maggiore impegno per la sicurezza sui luoghi di lavoro”.

“Apprendo con profonda tristezza la notizia del tragico incidente avvenuto in Abruzzo, in una azienda di Casalbordino che ha causato la perdita di vite umane e feriti. Lascia sgomenti dover prendere atto di come questa non sia la prima volta che un evento simile si verifichi nella stessa azienda. Le indagini stabiliranno le esatte cause e dinamiche dell’ennesimo drammatico avvenimento che sottolinea l’urgente necessità di affrontare con ancora maggiore determinazione la questione della sicurezza sui luoghi di lavoro anche con modifiche all’attuale normativa. Queste sono ore di dolore e preoccupazione in cui i nostri pensieri sono rivolti alle vittime e alle loro famiglie”. È quanto dichiara il senatore abruzzese di Fratelli d’Italia, Etelwardo Sigismondi.

“Un’altra tragedia di cui si occuperanno le autorità preposte, ma è impossibile trattenere rabbia e dolore per altre tre vittime strappate alle vita ed alle loro famiglie. Siamo vicini alle famiglie, agli amici ed ai colleghi, alle comunità coinvolte. Non si può morire così, non si può morire al lavoro . Sulla sicurezza dei lavoratori siamo in emergenza nazionale da troppo tempo”, così in una nota il coordinatore regionale di Italia Viva Camillo D’Alessandro. 

“Nei giorni del commento sui dati sugli infortuni sul lavoro ci troviamo a piangere la morte di altri tre lavoratori. Quella di Casalbordino è una ferita che si riapre a tre anni dall’ultima tragedia avvenuta sempre alla Esplodenti Sabino. È tempo di smetterla di parlare di sicurezza sui luoghi di lavoro ripetendo dichiarazioni vuote, basta con gli slogan e cambiamo davvero le cose. E per favore, non chiamatele più morti bianche, perché sono rosse di sangue e dietro ognuna di esse ci sono sempre delle responsabilità”. Sono le parole di Rita Innocenzi, da anni sindacalista Cgil e oggi componente del coordinamento politico del Pd, a seguito della tragica esplosione costata la vita a tre operai.

“Saranno ovviamente le indagini ad accertarle ma per la politica e le istituzioni è arrivato il momento di agire le parole non hanno più senso”, esorta Innocenzi. “Chi conosce i processi produttivi e i modi di portare avanti il lavoro, in fabbrica, come per strada e in mille altri luoghi – osserva – sa che quotidianamente ci sono procedure scritte solo sulle carte e non rispettate alla lettera. Esistono gli errori umani, come umani però sono anche tutti quelli che fanno finta di non sapere”.

“In ogni luogo di lavoro si stabilisca numero minimo di addetti e numero minimo di ore per realizzare quella determinata lavorazione nel pieno, PIENO, rispetto della sicurezza; si stabilisca la possibilità di fermare la lavorazione da parte di chiunque, compreso l’ultimo degli operai con apposite modalità, se si ravvisa il mancato rispetto delle prescrizioni per lavorare in sicurezza; si istituisca con l’Inail una Direzione Speciale Nazionale a cui fa capo la materia e che abbia il compito di agire con un adeguato numero di risorse umane  conformando metodi di intervento in tutto il Paese; si apra un confronto per arrivare a stabilire nuovi indirizzi della contrattazione e che sia di filiera e si introducano sistemi di promozione di prodotti e servizi che non si siano macchiati di infortuni e di morti sul lavoro, altro che Ministero del made in Italy, made in sicurezza piuttosto; si attivino le Regioni per confronti permanenti e specifici con Prefetture Parti Sociali e Ordini professionali e si faccia un lavoro a tappeto e da subito, nelle more di interventi di respiro nazionale”. “Questa è la direzione da seguire se vogliamo davvero cambiare la storia. Il lavoro per essere dignitoso non può che essere sicuro”, conclude Innocenzi.