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Le nuove stanze della poesia, Marzia Badaloni

14 settembre 2023 | 09:27
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Le nuove stanze della poesia, Marzia Badaloni

Con le sue poesie Marzia Badaloni cerca di riempire il vuoto che impera: ne parliamo nell’appuntamento con la rubrica di poesia a cura di Valter Marcone.

Sacchi di sale marino: le poesie di Marzia Badaloni nell’appuntamento con la rubrica a cura di Valter Marcone.

“…presentarmi è veramente complesso, visto che, la creatività si esprime nella mia personalità all’ennesima potenza.Essere creativa è un movimento che coinvolge tutte le sue varie forme d’arte dalla scrittura alle arti figurative è un modo di essere,di vedere per interpretare la realtà…” Marzia Badaloni, nata a Roma il 5 Marzo 1952 frequenta l’ Istituto Professionale di grafica nei vecchi studi cinematografici di Dino De Laurentis “Vasca Navale”. Lavora, appena diplomata come creativa-definitivista nello studio grafico Burrascano. Partecipa a concorsi di poesia. Frequenta il Magistero di Roma corso di Sociologia per due anni. Nel 1970 aderisce ad una delle prime associazioni ecologiche “Kronos 1999”, nel tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità ai problemi ecologici: urbanizzazione selvaggia, inquinamento atmosferico, disboscamento indiscriminato. Favorendo insieme al W.W.F. l’apertura delle Ville Romane chiuse al pubblico. Scrive un testo teatrale intitolato “Sam” che viene messo in scena utilizzando le musiche di K. Schulz. Lavora come grafica per vari studi grafici. Coltiva vari interessi, inizia un’attività di artigianato. Continua a scrivere, testi teatrali e poesia. Studia Grafologia. Lavora nel campo della rieducazione dei bambini portatori d’handicap. Partecipa a concorsi; allo Zecchino d’oro festa della mamma all’età di otto anni, nel 1993 vince il Premio internazionale Orsa maggiore e minore. Premio 2008 terzo posto Valle Aniene e partecipazione a vari concorsi. Aderisce ad una delle prime associazioni ecologiche “Kronos 1991” nel tentativo di restituire le Ville Romane all’opinione pubblica. Scrive testi teatrali, un testo teatrale “Sam” viene messo in scena utilizzando le musiche di K. Schulz. Continua a scrivere testi teatrali, e poesia. Direttore della rivista didattica “Mano nella mano” ed. Pagine.
Viene realizzato un video dal poeta Pantoni e Raf, che racchiude le performance nelle estate romane dal 2004/07 all’isola Tiberina con noti poeti.

Ha pubblicato:
“Schegge” nel 2000. “Il lunario di poesie”. Dal2004 al2015 pubblica in raccolte di autori Giano. “Tempi moderni”. “Delirio Estivo”. “Verrà il mattino ed avrà un tuo verso” Aletti editore. Premio J. Prevert 2006 pubblicazione “SempreVerdi”.
Inoltre:
“Ricordanze” edizioni MEF. “Scritture Femminili II” Aletti Editore. Dal 2005 al 2015 pubblica in raccolte per Pagine e Aletti Editore. “Una storia tre vite” Edizione Giano. “Il Dono delle Muse” ed. Pagine. “Sandali alati” e “Ritratto d’autore” ed. Feltrinelli. “Metaforiche inquietudini”. “L’approdo ritrovato”. “Il Principio” nel 2015

“Sacchi di sale marino”, editore LìInedito è stato tra i libri di poesia che hanno concorso alla prima edizione del Premio Straga poesia . Racconta la storia di una crisi. Dice la stessa Badaloni a proposito di questa su silloge: “Ne farò prosa. Zenone di C., Amalia Rosselli, Sidney Lanier, Caio Petronio, Sylvia Plath, Antonia Pozzi, Alfonsina Storni, Luigi Tenco. Ditemi altri nomi ed io li aggiungerò. Ci hanno lasciato, come loro scelta estrema, dicono alcuni. Altri perché troppo fragili per vivere. Tutte le versioni, le interpretazioni sembrano racchiudere un monito “State attenti a vivere, non lasciatevi andare, amate la vita, fino ad un certo punto”

Massimo De Luca scrive nella prefazione di Semporeverdi, ed Club degli autori : “La poesia di Marzia Badaloni è un “canto libero” che desidera fermare le emozioni, racchiudere dentro uno spazio vitale le riflessioni interiori e, a volte, cercare coraggiosamente di riempire il “vuoto che impera” quando lo sguardo si rivolge alle vicende della vita.
Nella sua poesia emerge l’immagine d’una donna che si sente come un “animale braccato”, sempre all’erta, sempre pronto a combattere, e poi ancora “un’attrice senza testo” che si muove nella commedia umana sapendo bene che sono “tante le volte che ci si perde” nelle proprie inquietudini o tra le braccia della persona amata, constatando che spesso “ci si cerca” e “ci si ritrova” sempre verificando le nuove conoscenze, le immancabili prese d’atto d’una situazione.
Alla continua ricerca dell’essenza del vivere le sue parole conducono all’interno d’un personale percorso, attraversando il fluire della vicenda umana e captando veloci pensieri, puntuali riscontri, vibranti sensazioni, ecco allora prendere “voce” il mondo poetico di Marzia Badaloni che rasenta spesso la linea di confine tra la realtà cruda e il viaggio onirico alla ricerca del “punto d’origine”.

E lei scrive “siamo soli”, come zattere che tentano di navigare tra le correnti della vita, davanti alle scelte, a volte giuste altre volte errate, cercando disperatamente di “aggiustare il tiro”, di far tesoro delle esperienze.
È sempre presente la volontà di seguire l’ispirazione per salvare ciò che “del giorno e della notte” deve essere “racchiuso in versi”: il desiderio di mettersi in ascolto dell’armonia che riempie l’aria, che conduce lontano, che rende felici o rattrista, e i pensieri diventano “affreschi” di immagini di questa vita, segni del passaggio, colori da vivere con gli occhi.
L’urgenza ultima è “indagare se stessa” e cercare di fermare il momento vissuto nella memoria: le schegge esistenziali sotto il cielo del destino, i frammenti di sogni accarezzati, i ricordi che tornano negli spazi vuoti d’un foglio, le illusioni e i lunghi silenzi, le antiche visioni e i percorsi sconosciuti mentre il tempo passa inesorabile e ritorna alla mente quell’odor di mandarino lanciato nel camino o l’immagine dei bambini che giocavano sotto i tavoli.
La presa di coscienza che accende l’essere, quando tutto si espande, “in un giardino dal verde invernale”, quando il minimo gesto “dà tregua al cuore” e rilancia verso un nuovo entusiasmo.

Da Sempreverdi

11 Settembre

Cadono
come pere mature
la loro performance
supera
ogni possibile ideazione.
Son fiaccole
che sbracciano
giù
dalle gemelle.
In quest’ultimo
scorcio d’estate.
Olocausto
del nuovo millennio.

VIBRATO

Seduta al fresco, in un giorno di caldo afoso nell’ora di stanca,
ascolto i rumori che salgono alla finestra.
Il cortile vuoto si riempie dei rumori giornalieri, comuni, familiari, che non riempiono la vita. A volte sembra, che quelle faccende necessarie, ormai meccaniche debbano riempire un vuoto.
Gli inquilini non si vedono, ma conosco le voci, ricordo i volti, l’immagino nelle loro case, in questo giorno d’estate, trascinare i loro corpi, per forza d’inerzia, ciabattando discinti da una stanza all’altra, mentre i fumi dell’asfalto salgono alla finestra.
Il bianco assoluto di questo giorno infuocato, si riflette sulle pareti blocca il pensiero, l’azione.
I corpi e le labbra arse, ricercano briciole di saliva.
Seduta in quest’angolo al fresco, un’altra estate ritorna alla memoria, mentre aliti di vento muovono stancamente le foglie….