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Sabino Esplodenti, 6 morti in quattro anni: la storia dell’azienda di Casalbordino

Sono sei le vittime in meno di quattro anni all'azienda di Casalbordino Esplodenti Sabino SpA: purtroppo, non sono gli unici incidenti nella storia aziendale. Quali sono le attività dell'azienda?

Sabino Esplodenti, ancora un drammatico incidente all’interno della fabbrica che smaltisce e recupera polvere da sparo da bonifiche, sita a Casalbordino. Tre vittime, proprio come nel 2020. Altri incidenti ci furono anche nel 2009 e nel 1992.

Tre vittime. Questo il tragico bilancio della deflagrazione che si è verificata alla Sabino Esplodenti di Casalbordino intorno alle 12:30 di ieri, 12 settembre, per cause in corso di accertamenti. A causa dell’esplosione, alcune abitazioni presenti nella zona sono state evacuate
nell’immediatezza in via precauzionale: la situazione è stata messa in sicurezza.
Una delle vittime è il molisano Gianluca De Santis, 40enne sposato e padre di 2 bambini, residente nel comune di Palata, in provincia di Campobasso. Ogni mattina partiva con il fratello – anche lui dipendente della Esplodenti Sabino – per raggiungere lo stabilimento nel Chietino. Due invece le vittime abruzzesi, si tratta di: Fernando Di Nella di Lanciano e Giulio Romano, residente proprio a Casalbordino. La vicenda è seguita in Prefettura, dal Centro Coordinamento dei Soccorsi presieduto dal prefetto vicario di Chieti, Valentina Italiani.

Solo nel dicembre del 2020 alla Sabino Esplodenti un incidente causò la morte di 3 operai. Ora si piangono nuove vittime, mentre è tuttora in corso il processo per i fatti di quasi 4 anni fa e, il caso ha voluto, che proprio nella giornata di oggi sia prevista una nuova udienza. Nel 2020 le vittime stavano spostando una cassa contenente razzi di segnalazione in uso alle imbarcazioni: materiale, teoricamente, a basso potenziale esplosivo. Ma quel 21 dicembre l’esplosione causò la morte di tre persone: Carlo Spinelli, 54enne di Casalbordino, Paolo Pepe 45enne di Pollutri e Nicola Colameo, 46enne di Guilmi. I reati ipotizzati dalla Procura di Vasto furono di: omicidio colposo plurimo, disastro e danno colposo.

Esplodenti Sabino foto ansa

L’azienda di Contrada Termini è leader mondiale nel recupero di materiali provenienti da munizioni militari per attività di demilitarizzazione, bonifica di siti contaminati e smaltimento di prodotti contenenti esplosivi (airbag, razzi di segnalazione…).
“Resta, allo stato, inspiegabile la causa dell’innesco che ha determinato la dolorosa perdita di tre lavoratori sebbene esperti formati e informati dei rischi connessi allo svolgimento delle loro mansioni”, ha riferito all’ANSA la Esplodenti Sabino.
“L’incidente si è purtroppo verificato durante la normale fase di lavorazione di munizionamento, eseguito per conto dell’Agenzia Industrie Difesa, nonostante l’adozione delle cautele e applicazioni più severe previste dalla normativa sulla prevenzione degli infortuni”.

STORIA E ATTIVITÀ
La nostra storia inizia circa cento anni fa con la produzione di fuochi d’artificio, seguita poi dalla polvere nera, dalle cartucce a polvere e da altri prodotti pirotecnici militari”, si legge nella descrizione dell’azienda pubblicata sul sito internet della Esplodenti Sabino S.p.A.
“Le attività che tuttora rappresentano il core business sono iniziate nel 1978, come Esplodenti Sabino, nel settore civile e militare con lo scarico e la manutenzione di munizioni – convenzionali e non – e di sistemi d’arma ‘cluster bomb’. Allo stesso tempo, l’azienda si occupa della riformulazione e della produzione di esplosivi per uso civile e industriale, dello smaltimento di air-bag e cinture di sicurezza per il settore automobilistico e di razzi di segnalazione per il settore marittimo”, si legge ancora.

Esplodenti Sabino “è direttamente coinvolta nella progettazione e costruzione di impianti e attrezzature in varie regioni del mondo. La storia dell’azienda le ha permesso di acquisire negli anni una conoscenza del settore degli esplosivi riconosciuta nel mercato globale. 
Attualmente siamo partner di progetti ambiziosi in Europa, Nord America e Asia, con la capacità di gestire completamente le attività richieste, nel pieno rispetto della sicurezza, dell’ambiente e della qualità”. 
Qui un video che racconta l’attività lavorativa della Sabino Esplodenti. 

 

Le attuali attività di Esplodenti Sabino S.p.A. sono la continuazione della lunga storia dell’azienda in campo militare, che ha permesso di sviluppare i processi produttivi necessari al recupero delle materie prime, principalmente esplosivi, metalli e plastiche. Tutti i materiali di scarto vengono restituiti all’economia. […] La priorità dell’ES è quella di recuperare i materiali in condizioni di sicurezza senza danneggiare l’ambiente, trattando quindi i rifiuti liquidi, solidi e gassosi secondo accurate procedure ambientali”.
Quindi vengono elencate le principali attività a cui si dedica l’azienda: demilitarizzazione delle munizioni, il laboratorio per i test chimico-fisici, produzione di esplosivo per uso civile, smaltimento di air-bag e cinture di sicurezza, smaltimento dei razzi di segnalazione nautica, trasporto materiale ADR (materiale esplosivo su strada), bonifica di siti. 

Non solo 2023 e 2020: gli altri incidenti

L’azienda del vastese non è nuova a queste tragedie: nella stessa fabbrica nel 1992 era morto il 48enne Bruno Molisani, ucciso dall’innesco di una spoletta e nel 2009 due persone rimasero ferite gravemente in un’esplosione.
Mentre l’ultimo incidente mortale in Abruzzo, che abbia riguardato fabbriche o depositi di materiale pirico, risale allo scorso febbraio, quando un uomo morì nell’esplosione di un deposito alle porte di Teramo.

Oggi l’udienza per l’incidente del 2020

È prevista per oggi, 14 settembre, dinanzi al Gup del Tribunale di Vasto, l’udienza preliminare per l’esplosione che il 21 dicembre del 2020, nella stessa fabbrica, costò la vita ad altri tre operai. Dieci gli imputati, compresa la società: l’accusa principale, per tutti, è cooperazione colposa in omicidio colposo, per colpa generica cagionata dalla negligenza, imprudenza e imperizia, e per colpa specifica, consistita nella presunta violazione di diverse norme antinfortunistiche. In particolare, gli imputati sono il legale rappresentante e presidente del Cda della Esplodenti Sabino spa, quattro consiglieri di amministrazione, il direttore dello stabilimento, il responsabile del servizio protezione e prevenzione, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, il capo reparto, la società in persona del legale rappresentante; società che è sottoposta a procedimento penale per responsabilità amministrativa per omicidio colposo plurimo. Nel 2020 il fatto avvenne nel primo pomeriggio, durante lo smaltimento di diversi materiali, in particolare miscela incendiaria, povere pirica, polvere nera, razzi di segnalazione, legna impregnata di Tnt, dotazioni nautiche, simulatori di colpo tipo kanonslag, nel locale – forno statico – dove erano stati destinati i tre lavoratori, che morirono sul colpo a causa dell’esplosione. Sottoposta a sequestro, la fabbrica rimase ferma per sette mesi, anche per la ferma posizione della Procura, guidata da Giampiero Di Florio, sulle condizioni di sicurezza sul lavoro. A luglio 2021, ottenuto il dissequestro con il via libera del giudice, le attività erano riprese. Ieri la nuova tragedia.

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