La rubrica “Tutti i Santi giorni” del 16 settembre: San Cornelio e San Cipriano.
Il 16 settembre si commemorano San Cornelio e San Cipriano. La commemorazione nello stesso giorno di questi due martiri è antica, poiché già presente nel Martirologio Geronimiano. Nato probabilmente verso il 180, secondo il “Catalogo Liberiano” dei papi, Cornelio fu eletto al soglio pontificio nel 250 dopo Fabiano, messo a morte dall’imperatore Decio il 20 gennaio dello stesso anno. Per la scelta del nuovo pontefice sorsero due concorrenti di pensiero contrastanti sulla questione dei lapsi, cioè coloro che, per paura della persecuzione, avevano ceduto all’apostasia e che sarebbero voluti tornare in seno alla Chiesa. San Cornelio fu un fautore dell’indulgenza, ma Novaziano, che aveva retto la sede vacante in quel periodo, era un rigorista e ne contestò l’elezione, autoproclamandosi papa e aprendo uno scisma che durò fino al V secolo. Tuttavia, l’appoggio di San Cipriano assicurò a Cornelio i cento vescovi d’Africa, mentre l’influenza di Dionisio, vescovo di Alessandria d’Egitto, portò anche i vescovi orientali dalla sua parte. Dopo la sua elezione, il nuovo pontefice accettò la proposta del Concilio di Cartagine del 251 di riabbracciare nella comunità cristiana, dopo la giusta penitenza, coloro che si erano persi durante la persecuzione di Decio. Secondo le fonti cristiane, alla morte di quest’ultimo nel 252, il successore Gaio Vibio Treboniano Gallo diede inizio a una nuova persecuzione contro i cristiani, accusati di essere portatori della pestilenza che colpì Roma nel 251 – 252. Vittima di questa nuova ondata di odio fu anche Cornelio, arrestato e incarcerato a Centumcellae, dove morì nel 253. San Cipriano affermò ripetutamente che Cornelio subì il martirio, mentre il Catalogo Liberiano riporta ibi cum gloria dormicionem accepit, a significare che morì a causa dei rigori a cui fu sottoposto durante la sua deportazione; documenti successivi affermano che fu decapitato. Alla fine del III secolo il suo corpo fu traslato nelle Catacombe di San Callisto; successivamente le sue reliquie furono trasferite prima in una basilica voluta da papa Leone I e quindi, al tempo di papa Gregorio IV, nella basilica di Santa Maria in Trastevere; nella seconda metà del XVIII secolo parti del suo corpo furono portate nella Chiesa dei Santi Celso e Giuliano. Curiosità: sulla figura di San Cornelio esistono alcune leggende legate alla creazione dei Menhir di Carnac in Bretagna Meridionale. Secondo le tradizioni popolari, infatti, dopo l’esilio da Roma il Santo, servendosi di due buoi per il viaggio – da qui la sua attribuzione a patrono degli animali con le corna -, si recò in Francia, dove giunse inseguito da alcuni legionari.
San Cipriano nacque pagano a Cartagine intorno al 210; fu battezzato verso il 245 e nel 249 fu nominato vescovo della città. Durante la persecuzione di Decio del 250 fu ordinato che tutti i sudditi dovessero onorare le divinità pagane offrendo sacrifici o bruciando incenso, ottenendo così il libello, una sorta di attestato che ne verificasse l’appartenenza religiosa; per chi rifiutava, il carcere, la tortura o anche la morte. Cessata la persecuzione molti cristiani, che avevano ceduto per paura, decisero di tornare nella Chiesa, avversati però dalla corrente più rigorista rimasta sempre fedele alla fede di Cristo. In questo contesto, come visto poco sopra, le vicende di San Cipriano s’intrecciano con quelle di Cornelio, appoggiato fino alla morte nel 253. Arrestato durante le persecuzioni di Valeriano, il vescovo di Cartagine fu mandato dapprima in esilio; arrestato nuovamente nel settembre 258, fu decapitato il 14 dello stesso mese.