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Servizi cimiteriali all’ASM, il Consiglio comunale approva

L'AQUILA - Il Consiglio comunale ha approvato l’affidamento all’Asm dei servizi cimiteriali; via libera a modifica comitato di gestione riserva Vera.

L’AQUILA – Il Consiglio comunale ha approvato l’affidamento all’Asm dei servizi cimiteriali; via libera a modifica comitato di gestione riserva Vera.

L’Aquilana società multiservizi (Asm) si occuperà dei servizi per i cimiteri della città e delle frazioni. Lo ha deciso il Consiglio comunale dell’Aquila nella seduta di oggi. Il provvedimento ha ottenuto 18 voti favorevoli (dei gruppi di Fdi, L’Aquila Futura, Lega, Udc, L’Aquila Nuova, Il Passo Possibile, Azione con Calenda) e 3 astensioni (Pd e L’Aquila Coraggiosa).“Con questa deliberazione – ha spiegato l’assessore all’Ambiente e alla Gestione e manutenzione dei cimiteri, Fabrizio Taranta – puntiamo ad alzare il livello qualitativo degli interventi che devono essere condotti sui complessi dell’intero territorio comunale. Sarà aumentato il personale e non ci saranno oneri aggiuntivi a carico del bilancio dell’ente, visto che le spese saranno comunque coperte dalle entrate per le concessioni”. L’affidamento, che ora dovrà essere formalizzato dagli uffici comunali, durerà cinque anni a partire dal prossimo primo ottobre e sarà attuato attraverso un progetto che l’Asm, società per azioni quasi interamente controllata dal Comune dell’Aquila, ha già rimesso e di cui l’Aula ha preso atto. Tra gli obiettivi di questo programma, oltre al miglioramento della qualità del servizio, figurano anche la semplificazione procedurale, la maggiore capacità di programmazione, la valorizzazione delle competenze e la salvaguardia occupazionale degli operatori attualmente in servizio nei cimiteri comunali. Saranno inoltre, sempre in base alla proposta formulata da Asm, aumentati i mezzi e le attrezzature per garantire l’adeguata manutenzione di queste strutture e gli accessi verranno automatizzati.

Sempre su proposta dell’assessore Taranta, il Consiglio ha dato il via libera alla modifica della composizione del comitato di gestione della riserva regionale Sorgenti del fiume Vera. L’organismo passa da 3 a 5 componenti. Oltre al dirigente e a un istruttore direttivo tecnico del settore Ambiente (quest’ultimo con laurea in scienze ambientali e adeguata specializzazione nella tutela delle acque) e a un rappresentante di un ente pubblico o di ricerca individuati all’interno della Regione o dell’Arta oppure ancora dell’università aquilana, con comprovata esperienza nella gestione delle aree protette e della conservazione della natura, si aggiungono due esponenti della comunità di riferimento, ovverosia della frazione di Tempera. Con un emendamento del consigliere Guglielmo Santella (L’Aquila Futura), controfirmato anche dai consiglieri Lorenzo Rotellini (L’Aquila Coraggiosa) e Paolo Romano (L’Aquila Nuova), i due rappresentanti, residenti o domiciliati in questa frazione, dovranno essere iscritti a un’associazione del terzo settore e avere una comprovata esperienza e conoscenza delle aree protette ricadenti all’interno della riserva del fiume Vera, con funzioni principalmente consultive. Il comitato di gestione viene designato con decreto del sindaco. La delibera ha ottenuto 18 voti favorevoli (Fdi, Lega, L’Aquila Futura, Udc, Fi, L’Aquila Nuova, L’Aquila Coraggiosa), 3 contrari (Il Passo possibile) e 3 astensioni (Pd e Azione con Calenda).
“Questa variazione – ha spiegato il Presidente della II Commissione Santella – è di notevole importanza perché consente l’inserimento nell’organismo di gestione di due membri individuati tra i cittadini di Tempera con particolari competenze afferenti al mondo della conservazione della natura e della tutela delle aree protette. Finora i tre membri del comitato erano espressione unicamente delle pubbliche amministrazioni. Con l’inserimento dei due nuovi esperti di riferimento del territorio, il Comitato riceverà un ulteriore contributo almeno in termini di conoscenza diretta delle aree della riserva e delle relative peculiarità. L’ambiente selvaggio ed affascinante, con diverse cascate presenti lungo il corso del fiume – ha concluso Santella – testimoniano le virtù di queste acque, da valorizzare sempre di più come punto di interesse per turisti appassionati della natura incontaminata. Spiace rilevare, purtroppo, che di recente il sentiero di visita, nella parte che costeggia la cascata, è stato interdetto con atto arbitrario e abusivo dell’ASBUC di Tempera, così come dichiarato dal presidente agli organi di stampa. Sul punto si osserva che tale sconsiderato gesto danneggiata principalmente la collettività, perché si ricorda che il pubblico interesse non può essere soppresso da chi si ritiene padrone di ciò che non gli appartiene. L’auspicio invece è che la fruizione e la conservazione della Natura vadano di pari passo lasciando a tutti la possibilità di visitare tali meraviglie”.
“Un altro piccolo risultato – commentano i consiglieri Lorenzo Rotellini e Paolo Romano – che portiamo a casa. Grazie all’ascolto del territorio, avevamo confezionato a febbraio un ordine del giorno che recepiva le indicazioni dell’abitato di Tempera e dava un nuovo slancio al comitato di gestione delle sorgenti del Vera con una valorizzazione ambientale e turistica di un luogo incantato del nostro territorio. La delibera di Giunta che oggi è stata approvata in Consiglio Comunale ha ripreso buona parte di quanto avevamo proposto, in particolare l’allargamento del comitato di gestione da tre a cinque componenti al fine di valorizzare il territorio e il suo associazionismo, oltre alla tutela delle sorgenti con la Regione, l’Arta e l’Università. L’unica cosa che mancava era il preciso riferimento alle associazioni di Tempera che non possono essere lasciate fuori ma che con un emendamento, condiviso con la maggioranza e l’assessore Taranta, verranno coinvolte nella gestione del Comitato”.
Bocciato invece l’emendamento de “Il Passo Possibile” che con Elia Serpetti, Emanuela Iorio, Massimo Scimia e Alessandro Tomassoni sottolinea: “Aumentando i componenti da 3 a 5 e ferma restando la giusta scelta di profili altamente qualificati in tema ambientale, lo ribadiamo, tra le figure professionali del Comune dell’Aquila, dei suoi Uffici di riferimento e di un terzo afferente il mondo della conservazione della natura, per quanto concerne i due rappresentanti della comunità locale questi,  a nostra avviso, venivano “duplicati” nella stessa figura del solo Associazionismo locale con conoscenze ambientaliste, senza contemperare tutte le necessarie esigenze del territorio. Motivo per cui come Passo Possibile avevamo solamente chiesto di dare attenzione alla locale ASBUC, e, in subordine, all’ASBUC e alle Associazioni e Enti del Terzo settore ivi operanti da almeno 5 anni, semplicemente riferendoci con buon senso al dettato normativo vigente, la Legge regionale n.7 /2012 che, all’art.3 comma 2, permetterebbe alla ASBUC  stessa persino di “sostituirsi” al Comune nella gestione della Riserva del Vera, in virtù dell’evidente conoscenza del territorio dei componenti eletti tra i cittadini di Tempera e non si capisce, ancor più, come non potrebbe farlo designando insieme ad altre Associazioni ed Enti l’espressione territoriale. Escludere tutto ciò, senza un minimo di considerazione, appare solo uno sfregio a chi si spende da sempre realmente per rendere più bella e fruibile Tempera e tutelare fattivamente l’inestimabile patrimonio naturalistico e ambientale che caratterizza il locale Parco del Vera, ma almeno questo è sotto gli occhi di tutti quelli che lo vivono e lasciamo loro ogni tipo di considerazione che vada oltre ciniche esigenze e interessi  di parte ( peraltro a pochi mesi dal rinnovo del Consiglio direttivo della ASBUC locale!)”.

Diventerà un centro sociale ricreativo e residenziale per i diversamente abili l’ex palestra di via Antinori, nel centro storico dell’Aquila. Inoltre, il Consiglio comunale ha approvato oggi la deliberazione con la quale viene dato il via libera al progetto, con il cambio di destinazione d’uso ex palestra di via Antinori, nel centro storico dell’Aquila che diventerà un centro sociale ricreativo e residenziale per diversamente abili. “La valorizzazione del compendio immobiliare – ha osservato l’assessore alla Ricostruzione pubblica, il vicesindaco Raffaele Daniele – discende dal fatto che sarà possibile dare consistenza al progetto del Dopo di Noi non solo attraverso l’ex palestra, ma anche per il fatto che l’edificio su tre livelli che si trova a fianco, per via dei riacquisti post sisma in sostituzione degli alloggi distrutti, con la contestuale cessione di questi ultimi al Comune, è quasi interamente di proprietà del nostro ente. Per cui la residenzialità sarà assicurata in tali appartamenti e l’ex palestra sarà un centro di aggregazione per i diversamente abili”. La delibera è stata approvata all’unanimità dei 24 presenti.
“Dopo 6 lunghi anni d’attesa – scrive il consigliere PD Stefano Palumbo – dall’avvio dell’iter avvenuto sotto l’amministrazione di centrosinistra, il consiglio comunale ha dato finalmente il via libera al progetto esecutivo per la realizzazione di un centro sociale, ricreativo e residenziale destinato a persone con disabilità a Via Antinori. Uno spazio che anche e soprattutto per la sua localizzazione, nel cuore del centro storico, punta a diventare un luogo di inclusione e di condivisione.  Ma ancor di più, rappresenta il coronamento di un sogno portato avanti dal compianto Adriano Perrotti, protagonista insieme ad altri, nell’immediato post sisma, di una raccolta fondi destinata alla realizzazione di una struttura per il “dopo di noi”. Dell’importo di circa 1,7 milioni preventivato per l’intervento ben il 70% trova infatti copertura grazie a quell’iniziativa di crowdfunding e all’instancabile lavoro di chi si è battuto per favorire l’autonomia, il benessere e la piena inclusione sociale delle persone con disabilità. C’è tuttavia un aspetto di non poco conto che rischia di dilazionare ulteriormente il raggiungimento del traguardo finale ossia gli ingiustificabili ritardi accumulati nella demolizione e ricostruzione dell’immobile adiacente all’ex palestra e destinato da progetto alla parte alloggiativa. Circostanza aggravata dal fatto che, per via del ricorso al meccanismo dell’abitazione equivalente, la maggior parte degli appartamenti di quell’aggregato sono stati ceduti al Comune che ne è diventato conseguentemente proprietario per una quota pari a 800 millesimi. Cosa aspetta dunque l’ente comunale a sbloccare una pratica di cui è direttamente parte in causa e che ha ottenuto l’approvazione della scheda parametrica parte prima addirittura nel 2016? E a quali costi aggiuntivi andrebbe in contro se dovesse procedere alla demolizione e ricostruzione di questo immobile successivamente alla realizzazione della porzione destinata ad uso sociale e ricreativo, e non prima come logica vorrebbe? L’obiettivo non è infatti la realizzazione della struttura ma la sua piena fruibilità per un funzionale “dopo di noi”. Come annunciato nel mio intervento in consiglio comunale presenterò su questa problematica un’interrogazione e un ordine del giorno, in modo da capire le responsabilità di quest’inerzia ma anche e soprattutto provare a risolvere la criticità facendo conto sulla possibilità, stabilita dalle norme sulla ricostruzione, di richiedere l’anticipazione del 10% del contributo per la demolizione. Non sono ammissibili altri ritardi né dubbi sulla destinazione finale per il dopo di noi, spero almeno questo sia chiaro a tutti”.

L’Aula ha inoltre fornito l’assenso all’ordine del giorno sulla tutela dei diritti dei lavoratori nel processo di internalizzazione delle attività di contact center multicanale verso l’utenza in Inps servizi (firmatari, Paolo Romano, L’Aquila Nuova, e Gianni Padovani, 99 L’Aquila). Con tale documento, il Consiglio impegna il sindaco e il presidente dell’Assemblea porre in essere tutte le azioni “utili e celeri” per garantire la giusta tutela di tutta l’occupazione cittadina interessata dall’internalizzazione del contact center dell’Inps, anche attraverso la costituzione di una delegazione comunale, incontrando i ministri preposti e il commissario Inps, così da costruire un percorso istituzionale adeguato alla soluzione delle criticità.
Approvato anche l’ordine del giorno (prima firmataria, Maria Luisa Ianni, Fi) con il quale sindaco e giunta vengono impegnati a intitolare una piazza o una via a Silvio Berlusconi “per rendere il giusto omaggio – è scritto nel documento – a un uomo che, con i fatti, ha dimostrato grande vicinanza alla nostra comunità e alle nostre famiglie”. L’ordine del giorno chiede anche di valutare la possibilità di riconoscere a Berlusconi la cittadinanza onoraria postuma.
Sempre su proposta della consigliera Ianni, il Consiglio ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno (firmato anche da Laura Cococcetta, L’Aquila Futura, Daniele D’Angelo, Noi Moderati, e dal presidente dell’Assemblea, Roberto Santangelo) con il quale sindaco e giunta vengono invitati a richiedere al Centro turistico del Gran Sasso di provvedere alla trasformazione dei contratti delle unità di personale part time verticale. Nello specifico – spiega il documento – i contratti a 10 mesi dovrebbero essere trasformati a 12 mesi, mentre quelli a 6 mesi dovrebbero essere portati a 10 mesi.
Via libera all’unanimità anche all’ordine del giorno (Daniele Ferella e Alessandro Maccarone, Lega, con emendamento firmato anche da Massimo Scimia, il Passo possibile) per favorire, d’intesa con Rfi, la chiusura del passaggio a livello della frazione di Monticchio, con la realizzazione di un sottopasso che sbocchi a via dell’Industria, stralciando anche l’ipotesi di adeguamento di via dell’Aquila fino alla frazione di Onna, per evitare che “i mezzi pesanti vadano a procurare possibili danni in termini di sicurezza stradale per raggiungere il sottopassaggio di Onna”.
La seduta è andata deserta sulla votazione all’ultimo punto all’ordine del giorno, la mozione sulla condanna della pratica del cosiddetto utero in affitto (Leonardo Scimia, Fdi, e altri), quando è stata rilevata la presenza di 15 consiglieri, insufficienti per garantire la prosecuzione della seduta. “Le opposizioni di centrosinistra, – scrive il coordinamento comunale di Fratelli d’Italia – sempre pronte a discutere argomenti di qualsivoglia natura, anche quelli meno pertinenti alle attività del Consiglio comunale, su un tema centrale come l’utero in affitto – tra le questioni più pressanti poste all’attenzione dell’etica e del diritto – preferiscono la fuga al confronto approvando implicitamente una pratica che la Corte di Cassazione ha bollato come ‘offensiva per la dignità della donna’ ridotta al ruolo di ‘incubatrice meccanica’ spesso sfruttando lo stato del bisogno di colei che ‘presta’ l’utero .Non stupisce un Pd che ormai è assoggettato alla deriva estremista della Schlein, che si è detta personalmente favorevole alla gestazione per altri, tanto da suscitare il dissenso delle donne contrarie alla pratica, quanto – puntualizza il coordinamento di Fdi – i cosiddetti moderati di Azione e del Passo Possibile che si accodano alle posizioni del Pd concorrendo a far mancare il numero legale proprio quando si trattava di votare contro una pratica che, oltre ad alimentare un mercato degradante umiliando la dignità della donna e a mercificare i bambini non tutelati nei loro diritti, è illegale e incostituzionale. Evidentemente donne e bambini assoggettati a questa vera e propria tratta di essere umani vengono dopo le esigenze di parte”, conclude il coordinamento di Fdi.

In apertura dei lavori, su proposta del consigliere Romano, l’Assemblea ha osservato un minuto di raccoglimento per la scomparsa di Andrea Tarquini, che, tra l’altro, fu amministratore comunale e del Centro Turistico del Gran Sasso.

(Immagine di repertorio)

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