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Giornata mondiale Alzheimer, i percorsi oltre la malattia

21 settembre 2023 | 09:12
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Giornata mondiale Alzheimer, i percorsi oltre la malattia

Ogni anno il 21 settembre si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale dell’Alzheimer: a L’Aquila una tavola rotonda di approfondimento. Le interviste del Capoluogo.it con il centro clinico Creativamente.

Ogni anno il 21 settembre si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale dell’Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Alzheimer’s disease international (Adi) per diffondere iniziative dedicate alla conoscenza e alla diffusione delle informazioni sulla malattia. A L’Aquila la tavola rotonda di approfondimento e sensibilizzazione sull’importanza della diagnosi precoce. Appuntamento alle 17 a Palazzo Tre Marie.

La tavola rotonda “Mai troppo presto, mai troppo tardi” vedrà riuniti medici e professionisti (a questo link il programma in dettaglio). È stata organizzata da AIPALZ (Associazione Insieme per l’Alzheimer), provincia dell’Aquila, con la collaborazione del CDCD ASL dell’Aquila – Centro disturbi cognitivi e demenze – (dottoressa Patrizia Sucapane per la neurologia, dottoressa Maria Pia Iovenitti per la geriatria e la dottoressa Maria Lechiara per il territorio), del centro clinico Creativamente diretto dalla dottoresse Roberta Bernardi e Daniela Fiorenzi e con il supporto del dottore Marco Nardecchia, terapista occupazionale.

Alzheimer e demenze senili: a L’Aquila la tavola rotonda “Mai troppo presto, mai troppo tardi”

La malattia di Alzheimer è la più comune forma di demenza. Insorge più frequentemente dopo i 65 anni di età e colpisce più spesso le donne. Come tutte le forme di demenza comporta un progressivo decadimento delle funzioni cognitive, a cominciare dalla memoria. Nel mondo, secondo i dati dell’OMS, oltre 55 milioni di persone convivono con la demenza, una delle principali cause di disabilità e non autosufficienza tra le persone anziane. Un dato importante, ancora più eclatante in quanto cresce su base giornaliera, con previsioni che raggiungono i 78 milioni entro il 2030.

Il Capoluogo.it in questi giorni ha voluto riproporre le interviste della rubrica ideata nel 2019, curata dalla giornalista Roberta Galeotti, all’epoca direttrice della testata. Con lei le dottoresse Roberta Bernardi e Daniela Fiorenzi, direttrici del centro clinico Creativamente aperto a L’Aquila e dedicato alle demenze senili. Di volta in volta la rubrica ha incontrato luminari del settore, come il professore Giovambattista Desideri, direttore dell’unità di Geriatria dell’Università degli Studi dell’Aquila presso l’ospedale di Avezzano. In quella puntata è stato lanciato un messaggio chiaro: “come invecchiamo e come appaiono le prime rughe, spesso invecchia anche il cervello”. Un processo che non è automatico e che non porta necessariamente a un totale decadimento cognitivo, cioè a quelle situazioni che affaticano e fiaccano il quotidiano anche di chi sta intorno al malato. “Il problema è sempre più grande e sentito per tante famiglie e colpisce le persone care che si hanno a fianco”, spiega Desideri. “Cosa succede quando invecchiamo? Fondamentale distinguere la vecchiaia con la patologia del declino cognitivo e la demenza conclamata come problematica impattante per il paziente e per i familiari. La frequenza di questa condizione clinica la potremmo considerare intorno all’8% per gli over 65 e 30% per gli ultra 80enni”, continua.

Alzheimer e demenze senili: a L’Aquila la tavola rotonda “Mai troppo presto, mai troppo tardi”

Nel corso delle puntate che vi abbiamo riproposto, le professioniste di Creativamente insieme a Roberta Galeotti hanno incontrato anche i familiari di persone affette da demenza senile, i caregivers, angeli invisibili e silenziosi. Come Nunzio Lombardi, marito di Assunta, una simpatica signora affetta da demenza senile che ha frequentato per anni il centro di stimolazione cognitiva di Daniela  e Roberta. “I primi segnali di demenza senile ci sono stati anni fa, iniziati con piccoli cambiamenti, Assunta, sempre molto precisa, dimenticava il cibo sul fuoco per esempio. Non sapevamo all’inizio cosa fare, alla fine, attraverso una stratagemma con il medico di famiglia e alcune visite approfondite siamo stati messi sulla strada buona”, ricorda Nunzio.

 l'Alzheimer

Fondamentale anche la stimolazione cognitiva, uno strumento efficace e utilissimo per mantenere vitali più a lungo le funzioni cerebrali. L’intervista alla Dott.ssa Patrizia Sucapane.