Necrologio

Addio a Giorgio Napolitano, presidente Emerito della Repubblica italiana

Addio a Giorgio Napolitano: l'ex Capo dello Stato, scomparso a 98 anni, ha attraversato quasi ininterrottamente le fasi della politica italiana dal 1953.

È scomparso l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Due volte Capo dello Stato, aveva compiuto 98 anni il 29 giugno scorso.

Da tempo presentava un quadro clinico particolarmente complesso; il presidente emerito della Repubblica italiana è stato ricoverato a lungo nel reparto di chirurgia generale e trapianti dopo dello Spallanzani di Roma dopo essere stato operato il 21 maggio scorso all’addome. Stava proseguendo la riabilitazione alla clinica Salvador Mundi, ma le sue condizioni di salute si erano aggravate negli ultimi giorni. Già a maggio 2022 Giorgio Napolitano era stato operato all’Istituto Spallanzani di Roma, mentre il 24 aprile 2018 era stato operato all’ospedale San Camillo per una dissecazione aortica parziale. La camera ardente sarà allestita a Palazzo Madama. Lo ha annunciato il presidente del Senato Ignazio La Russa. Potrebbe essere organizzata già per domenica. Palazzo Chigi ha quindi disposto che per Napolitano si celebrino le esequie di Stato.

Lutto nazionale fino alle esequie del presidente emerito

Durante questo periodo le bandiere nazionali ed europee saranno esposte a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici in Italia e sulle sedi delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane all’estero. “A seguito del decesso del Presidente emerito della Repubblica senatore di diritto e a vita Giorgio Napolitano si dispone, dal 22 settembre 2023 fino al giorno della celebrazione delle esequie di Stato, l’esposizione a mezz’asta delle bandiere nazionale ed europea sugli edifici pubblici dell’intero territorio nazionale e sulle sedi delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane all’estero. Il giorno delle celebrazioni delle esequie di Stato sarà dichiarato lutto nazionale” si legge nel comunicato ufficiale.

Figura elegante, garbata, mai sopra le righe, è stato un personaggio chiave della politica italiana per circa 70 anni. Giorgio Napolitano è stato eletto presidente della Repubblica il 15 maggio 2006 e poi una seconda volta il 22 aprile 2013, in questo caso restando in carica meno di due anni. È stato a L’Aquila in diverse occasioni, soprattutto all’indomani del terremoto del 6 aprile 2009. La prima volta venne in visita ufficiale il 21 giugno del 2007, cioè un mese dopo la sua prima elezione, in occasione dei festeggiamenti della fondazione della Guardia di Finanza. Successivamente pianse con l’Italia i morti del terremoto e spronò, negli otto successivi incontri, i cittadini, “in nome della vostra grande cultura che ben conosce il rialzarsi dalle ceneri”. Dopo il sisma arrivò in città il 9 aprile per visitare le zone devastate e ancora, a luglio, per partecipare al G8 e a settembre per il concerto diretto da Riccardo Muti. Il 6 aprile 2011 partecipò alla cerimonia di commemorazione per le vittime del terremoto.  “Nessun italiano ha mai cancellato neanche per un solo momento dalla sua memoria la tragedia del terremoto che due anni fa ha colpito questa bellissima città. Non credo che gli aquilani debbano essere dimenticati. Sappiamo che le questioni prospettiva sono complesse, ma deve essere chiaro che per noi l’Aquila vale quanto la più grande delle città storiche del nostro Paese. Di città storiche ne abbiamo di grandi, di medie e di piccole quanto a dimensioni, e tutte costituiscono un tesoro del nostro Paese che è riconosciuto in campo internazionale. Dobbiamo guardare anche con questo occhio all’avvenire dell’Aquila che ha bisogno non solo del lavoro, dello studio, delle attività quotidiane dei suoi cittadini, ma anche della rinascita di questo bellissimo centro storico”, disse in quell’occasione. A giugno 2012 venne di nuovo a L’Aquila, alla Guardia di Finanza, per la cerimonia del 238′ anniversario di fondazione del Corpo. L’ultima visita a ottobre del 2012 per l’inaugurazione dell’Auditorio Renzo Piano. 

In precedenza era stato presidente della Camera nell’XI Legislatura (subentrando nel 1992 a Oscar Luigi Scalfaro, salito al Quirinale) e ministro dell’interno nel governo Prodi I, nonché deputato pressoché stabilmente dal 1953 al 1996, europarlamentare dal 1989 al 1992 e poi di nuovo dal 1999 al 2004, e senatore a vita dal 2005 (nominato da Carlo Azeglio Ciampi).

Sposato con Clio Maria Bittoni dal 1959, avvocato ed esperta in diritto del lavoro, Giorgio Napolitano lascia due figli: Giulio e Giovanni. Ancora non si conoscono luogo e data dei funerali.

Scomparsa Giorgio Napolitano: il cordoglio della politica

“Giorgio Napolitano ha interpretato con fedeltà alla Costituzione e acuta intelligenza il ruolo di garante dei valori della nostra comunità, con sentita attenzione alle istanze di rinnovamento presenti nella società”. È il messaggio di addio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al presidente emerito.

Il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, esprime cordoglio, a nome del Governo italiano, per la scomparsa del Presidente emerito della Repubblica, sen. Giorgio Napolitano. Alla famiglia un pensiero e le più sentite condoglianze.

“La chiamata di Napolitano a Palazzo Chigi non mi sorprese. Non pensai neanche per un attimo di sottrarmi, come mi era successo altre volte”. A raccontarlo al Corriere della Sera è l’ex premier Mario Monti. “Ero a Berlino. Alla sera venni raggiunto da una telefonata di Napolitano, che mi comunicò di aver appena firmato il decreto con cui mi nominava senatore a vita. Aggiunse: ‘Però terrei a vederti domani al Quirinale’. Allora capii che la cosa si faceva davvero”.

“È con grande commozione che la città dell’Aquila ha accolto la notizia della scomparsa del Presidente emerito della Repubblica, senatore Giorgio Napolitano. Alla signora Clio, ai figli e ai nipoti, va l’abbraccio della nostra comunità che, anche nel momento di maggior sconforto e dolore, ha potuto contare sulla sua vicinanza”, così il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi. “Il 2009 è stato drammatico per la nostra terra e, da sindaco del Comune di Villa Sant’Angelo – prosegue Biondi – ho vissuto in prima persona la convinta e commossa partecipazione del Presidente Napolitano, protesa a condividere lo sgomento della popolazione e a confortarla con saggezza e grande sensibilità. Voglio ricordare le parole che Napolitano rivolse a tutti noi: . Parole che oggi risuonano profetiche. L’auspicio della ricostruzione si sta realizzando, con forte impegno e tanto cuore. Grazie Presidente!”, conclude il sindaco dell’Aquila.

“Con Giorgio Napolitano se ne va un protagonista indiscusso della storia politica del nostro Paese. Nella sostanziale diversità di vedute, e nella dialettica inevitabile che ha contraddistinto le nostre storie politiche, non posso non ricordare il suo ruolo di primo piano come Presidente della Commissione per gli Affari Costituzionali del Parlamento europeo dal 1999 al 2004. Alla sua famiglia e ai suoi cari il mio personale cordoglio”. Lo scrive, in una nota, il presidente della I Commissione Affari Costituzionali della Camera Nazario Pagano.

“Esprimiamo il nostro cordoglio per la morte del presidente emerito,Giorgio Napolitano, ricordando la sua straordinaria vicinanza durante il sisma dell’Aquila”. Lo afferma il Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale d’Abruzzo, Massimo Verrecchia.

Addio a Giorgio Napolitano: chi era l’ex Capo dello Stato

Laureato in giurisprudenza nel dicembre 1947 presso l’Università di Napoli con una tesi in economia politica, nel 1945-46 è stato attivo nel movimento per i Consigli studenteschi di Facoltà e delegato al 1° Congresso nazionale universitario.

Fin dal 1942, a Napoli, iscrittosi all’Università, ha fatto parte di un gruppo di giovani antifascisti e ha aderito, nel 1945, al Partito Comunista Italiano, di cui è stato militante e poi dirigente fino alla costituzione del Partito Democratico della Sinistra. Dall’autunno del 1946 alla primavera del 1948 ha fatto parte della segreteria del Centro Economico Italiano per il Mezzogiorno presieduto dal sen. Paratore. Ha inoltre partecipato attivamente al Movimento per la Rinascita del Mezzogiorno fin dalla sua nascita (dicembre 1947) e per oltre 10 anni. È stato eletto alla Camera dei Deputati per la prima volta nel 1953 e ne ha fatto parte – tranne che nella IV legislatura – fino al 1996, riconfermato sempre nella circoscrizione di Napoli.

La sua attività parlamentare si è svolta nella fase iniziale in seno alla Commissione Bilancio e Partecipazioni Statali, concentrandosi – anche nei dibattiti in Assemblea – sui problemi dello sviluppo del Mezzogiorno e sui temi della politica economica nazionale. Nella VIII (dal 1981) e nella IX Legislatura (fino al 1986) è stato Presidente del Gruppo dei deputati comunisti.

Negli anni ’80 si è impegnato in particolare sui problemi della politica internazionale ed europea, sia nella Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, sia come membro (1984-92 e 1994-96) della delegazione italiana all’Assemblea dell’Atlantico del Nord, sia attraverso molteplici iniziative di carattere politico e culturale. Già a partire dagli anni ’70, ha svolto una vasta attività di conferenze e dibattiti all’estero: negli istituti di politica internazionale in Gran Bretagna e in Germania, presso numerose Università degli Stati Uniti (Harvard, Princeton, Yale, Chicago, Berkeley, SAIS e CSIS di Washington).

Dal 1989 al 1992 è stato membro del Parlamento europeo. Nell’XI legislatura, il 3 giugno 1992, è stato eletto Presidente della Camera dei deputati, restando in carica fino alla conclusione della legislatura nell’aprile del 1994. Nella XII legislatura ha fatto nuovamente parte della Commissione affari esteri ed è stato Presidente della Commissione speciale per il riordino del settore radiotelevisivo.

Non più parlamentare, è stato Ministro dell’interno e per il coordinamento della protezione civile nel Governo Prodi, dal maggio 1996 all’ottobre 1998. Dal 1995 al 2006 è stato Presidente del Consiglio Italiano del Movimento europeo. Rieletto deputato europeo nel 1999, è stato, fino al 2004, Presidente della Commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento europeo.

Nel 2003 è stato nominato Presidente della Fondazione della Camera dei deputati dal Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. Il 23 settembre 2005 è stato nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Il 10 maggio 2006 è stato eletto Presidente della Repubblica con 543 voti. Ha prestato giuramento il 15 maggio 2006. Il 20 aprile 2013 è stato rieletto Presidente della Repubblica con 738 voti. Ha prestato giuramento il 22 aprile 2013. Ha rassegnato le dimissioni il 14 gennaio 2015. È divenuto Senatore di diritto e a vita quale Presidente Emerito della Repubblica.

La sua dedizione alla causa della democrazia parlamentare e il suo contributo al riavvicinamento tra la sinistra italiana e il socialismo europeo, gli sono valsi il conferimento – nel 1997 ad Hannover – del premio internazionale Leibniz-Ring per l’impegno “di tutta una vita”. Egualmente, gli è stato conferito nel campo della “marcia verso la democrazia”, per l’apporto al rafforzamento dei valori e delle istituzioni democratiche in Italia e in Europa, il Premio Dan David 2010 a Tel Aviv.

Gli sono stati conferiti diversi riconoscimenti accademici honoris causa: la nomina a Professore Onorario dell’Università degli Studi di Trento (2008); le lauree dell’Università degli Studi di Bari (2004), dell’Università Complutense di Madrid (2007), dell’Università Ebraica di Gerusalemme (2008), dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” (2009), della Sorbona di Parigi (2010), dell’Università di Oxford (2011), della Alma Mater Studiorum di Bologna (2012).

Ha sviluppato un’intensa attività pubblicistica e editoriale. Ha collaborato alla rivista “Società” diretta da Ranuccio Bianchi Bandinelli e (dal 1954 al 1960) alla rivista “Cronache meridionali” con numerosi saggi su temi meridionalistici. Nel 1962 ha pubblicato il suo primo libro “Movimento operaio e industria di Stato”, con particolare riferimento alle elaborazioni di Pasquale Saraceno.

Nel 1975 ha pubblicato il libro “Intervista sul PCI” con Eric Hobsbawm, tradotto in oltre 10 paesi. Del 1979 è il libro “In mezzo al guado” riferito al periodo della solidarietà democratica (1976-79), durante il quale fu portavoce del PCI – e lo rappresentò nei rapporti con il governo Andreotti – sui temi dell’economia e del sindacato.

Il libro “Oltre i vecchi confini” del 1988 ha affrontato le problematiche emerse negli anni del disgelo tra Est e Ovest, durante la presidenza Reagan negli USA e la leadership di Gorbaciov nell’URSS.

Nel libro “Al di là del guado: la scelta riformista” sono raccolti gli interventi politici dal 1986 al 1990. Nel libro “Europa e America dopo l’89”, del 1992, sono raccolte le conferenze tenute negli Stati Uniti dopo la caduta del muro di Berlino e dei regimi comunisti in Europa centrale e orientale. Nel 1994 ha pubblicato il libro, in parte sotto forma di diario, “Dove va la Repubblica – Una transizione incompiuta” dedicato agli anni della XI legislatura, vissuta come Presidente della Camera dei Deputati. Nel 2002, ha pubblicato il libro “Europa politica”, nel pieno del suo impegno come Presidente della Commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento europeo. Il suo libro “Dal PCI al socialismo europeo: un’autobiografia politica” è uscito nel 2005. Nel 2009 ha pubblicato “Il patto che ci lega”, raccolta di discorsi tenuti nella prima metà del mandato presidenziale. Nel 2011 ha pubblicato “Una e indivisibile. Riflessioni sui 150 anni della nostra Italia”.

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