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Il professore aquilano Daniele Visioni vola negli Usa alla Cornell University

23 settembre 2023 | 10:01
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Il professore aquilano Daniele Visioni vola negli Usa alla Cornell University

Il professore Daniele Visioni, aquilano, giovane promessa accademica vola in America dove ha preso la cattedra in Scienze dell’Atmosfera alla Cornell University.

La Cornell University, con sede ad Ithaca nello Stato di New York, è una delle più antiche e prestigiose università private americane, fondata da Ezra Cornell nel 1865, con il motto: “Fare il bene più grande”, con 12 campi di studi e ben 4000 corsi. In essa sono saliti in cattedra negli ultimi decenni anche molti docenti italiani, come il famoso matematico Piergiorgio Odifreddi ed altri oriundi da ogni parte del mondo, come la Prof.ssa di Letteratura latino-americana e famosa scrittrice Liliana Colanzi, dalla Bolivia, figlia del pioniere vastese Rocco, arrivato nel lontano Paese sudamericano negli anni ‘cinquanta, del secolo scorso. Ora è il turno di una promessa accademica del nostro capoluogo, Il Prof. Daniele Visioni (classe 1991), nella cattedra di “Scienze della Terra e dell’Atmosfera”.

Una chiamata arrivata per il giovane ricercatore aquilano Daniele Visioni, diplomato prima al Liceo Scientifico Tecnologico de L’Aquila e dopo la Laurea in Fisica, nel 2013 presso l’UNIVAQ, con quella Magistrale conseguita due anni dopo, in “Fisica dell’Atmosfera e dello Spazio”, sempre nell’ateneo. A seguire il prestigioso dottorato di Ricerca (Chimica e Fisica dell’Atmosfera). Dopo il Dr. Visioni ha così attivato una ricerca post-dottorato, proprio alla Cornell University negli Usa, presso la sua “Simbley School of Mechanical and Aerospace Engineering”.

Un percorso in crescendo d’assoluto prestigio , in un sistema dell’Alta Formazione di grande rigore e di competenze, che costituisce una garanzia per lo stesso collocamento nel mondo produttivo mondiale per i suoi laureati. In questo gioca il ruolo d’accesso molto selettivo, peraltro omogeneo per tutte le grandi Università private americane, che hanno risorse esterne dalle fondazioni e dai poteri pubblici, ma con rette salatissime d’iscrizione e di soggiorno, qui sugli oltre 60 mila dollari annui. Su questo lo stesso confronto con il nostro sistema universitario italiano, che sforna sì degli eccellenti laureati, ma poi non gli offre adeguati sbocchi lavorativi, favorendo quella che variamente viene descritta come la “fuga dei cervelli” o più in positivo “la circolazione dei saperi”, che però si possono definire tali se poi tornano nel Paese dove si sono formati, contribuendone al suo sviluppo socioeconomico. Un tema cruciale anche in questo campo, visto che pochi giorni fa il noto meteorologo televisivo Paolo Sottocorona, difronte all’emergenza climatica globale ha dichiarato: “L’aggravarsi della situazione richiede un numero maggiore di persone che se ne possano occupare… di professionisti per studiarla… soprattutto a livello di studi sulla fisica dell’atmosfera. Eppure molte facoltà sono state chiuse per mancanza di studenti. Senza studi approfonditi non si possono prevedere situazioni alluvionali, come la Libia”. L’esperienza insegna però come le “Buone Prassi” non siano facilmente replicabili, tra sistemi socio-economici e formativi diversi, dove le singole eccellenze non bastano per assicurare i risultati virtuosi, specie in tematiche strategiche come queste, che debbono essere sostenute più dai sistemi pubblici, che dalle logiche stringenti del mercato, per garantirne la diffusione e le implementazioni delle sue preziose conoscenze, essenziali per il “Bene Comune”. In tal senso la formazione del Prof. D. Visioni va proprio in tale campo d’interessi, dalla bioingegneria all’intervento climatico, con molteplici attività di ricerca: “che collegano la modellazione climatica con questioni sociali, politiche ed etiche attorno a questo argomento, in particolare relative alla legittimità percepita degli scenari climatici. Ha forti legami con gruppi di ricerca nei Paesi in via di sviluppo attraverso l’iniziativa DEGREES, per la quale è corelatore scientifico volontario”. È anche Co-Presidente del Whole Atmosphere Working Group for the Community Earth System Model(CESM) e con la presenza di altri sodalizi “, che gli offrono anche l’opportunità di lavorare con più gruppi in tutto il mondo interessati a comprendere gli impatti a valle del cambiamento climatico e dell’SRM, come sulla pesca, la biodiversità e la salute umana”. Questa ultima, aggiungiamo noi, è la più a rischio per gli effetti prodotti da tanti fenomeni devastanti in atto a livello globale, correlati con altri innescati da una vera e propria “reazione a catena”, come gli impetuosi eventi migratori in atto, con la deprivazione di risorse umane e finanziarie dei territori nativi, che alimentano ancor più gli squilibri mondiali.