Castelvecchio Subequo, tante comunità strette attorno a San Francesco

CASTELVECCHIO SUBEQUO – Arde la Lampada Votiva in onore di San Francesco d’Assisi. Comunità da tutto l’Abruzzo per la XXXIX edizione.
CASTELVECCHIO SUBEQUO – Arde la Lampada Votiva in onore di San Francesco d’Assisi. Comunità da tutto l’Abruzzo per la XXXIX edizione.
XXXIX edizione dell’Accensione della Lampada Votiva in onore di San Francesco d’Assisi a Castelvecchio Subequo dove per l’occasione si sono ritrovate le comunità di tanti paesi, non solo del territorio aquilano ma di tutto l’Abruzzo. Tra queste, la comunità di Manoppello che quest’anno ha donato l’olio per la Lampada Votiva. A ricordare le origini delle celebrazioni, Giuseppe Cera, storico del posto e membro della Deputazione Abruzzese di Storia Patria, alla presenza delle rappresentanze istituzionali e tanti cittadini delle varie comunità.


Preceduta dal corteo partito dal piazzale antistante la caserma dei carabinieri, la celebrazione del transito di San Francesco d’Assisi si è svolta come da tradizione nella chiesa dedicata allo stesso San Francesco, con l’accensione della Lampada da parte del vicesindaco di Manoppello, Giulia De Lellis. “Sono tre anni che abbiamo l’onore di ricevere in dono l’olio per la lampada da una donna, rappresentante di una istituzione” ha sottolineato il sindaco di Castelvecchio Subequo Marisa Valeri. “È non è un caso. San Francesco ci ha lasciato un messaggio di pace e amore, condivisione e uguaglianza: un messaggio potentissimo, da diffondere soprattutto vista la violenza di genere dilagante”.


LaValle Subequana è uno dei luoghi francescani d’Italia e conserva tracce importanti del passaggio del Santo. Passaggio in terra d’Abruzzo, presumibilmente fra il 1215 e il 1222, testimoniato anche da un affresco di Giotto presente nella basilica superiore di Assisi e che ripercorre una tappa del cammino di San Francesco con il suo discepolo, Tommaso da Celano. Il territorio di Castelvecchio Subequo faceva parte della contea dei Conti di Celano, e le orme abruzzesi di San Francesco spesso si incrociano con la storia di questa grande casata marsicana. Fu proprio l’antico casato dei Conti celanesi a far costruire nella Chiesa di san Francesco una propria cappella, con affreschi del tutto simili a quelli della scuola giottesca, sulla vita di San Francesco.




Nella cappella della chiesa dedicata a Santo sono conservate anche alcune reliquie: una ampolla, contenente una fiala con il sangue di San Francesco, è custodita in un reliquiario. E il primo ottobre 2013, ci racconto’ l’anno scorso Giuseppe C’era, quel sangue si è liquefatto.



Dopo la cerimonia, la festa è proseguita con l’opera musicale “Io sono Francesco”, con testi di Massimo Santilli, musiche di Paolo Alfano e Gianni Ciancone eseguite dall’Ensemble Mousike

